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“Abbiamo sempre detto no alle tasse imposte dall’alto. Se poi si può concordare con le banche affinché diano un aiuto, un contributo alle casse dello Stato, è un’altra cosa”. È quanto dichiarato dal ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani a proposito della tassa sugli extra profitti.

Una posizione ribadita su X dallo stesso vicepremier, secondo cui la tassa sugli extraprofitti danneggerebbe le banche di prossimità, creando incertezza sui mercati a danno dell’Italia. L’ipotesi metterebbe d’accordo l’intera maggioranza, compresa Forsa Italia, da sempre contraria a nuove tasse.

Sì di Tajani al contributo di solidarietà

No alla tassa sugli extra profitti, si a una tavola rotonda con le banche per concordare soluzioni utili ai conti pubblici senza creare incertezze. È questa in sintesi la posizione di Fratelli d’Italia, rafforzata dalle parole del vicepremier Tajani, favorevole a un contributo di solidarietà concordato con le banche.

In queste ore, il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti starebbe mettendo a punto un nuovo contributo di solidarietà per le maggiori banche, assicurazioni e aziende del settore energetico, compreso tra l’1% e il 2% sugli utili realizzati negli ultimi 12-24 mesi.

Sulla questione è voluto intervenire anche il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti: “Valuteremo se sarà necessario chiedere un contributo di solidarietà ad alcuni settori che sono nelle condizioni di versarlo perché hanno realizzato utili molti rilevanti in questi anni. Il tutto, comunque, senza intenti punitivi verso alcuno, ma richiamando tutti ad un autentico spirito di solidarietà a sostegno del Sistema Paese e solo nel caso in cui lo si ritenesse necessario”.

Il capogruppo di fratelli d’Italia ha proseguito: “Fatica inutile se qualcuno dall’opposizione spera che si apra una qualche spaccatura nel centrodestra in vista della stesura della legge di Bilancio. Attendiamo fiduciosi, infatti, i dati dell’Istat, che verranno resi noti domani, per avere un quadro preciso di riferimento delle risorse a disposizione “.

Quanto vale la tassa sugli extra profitti

Il Governo di Giorgia Meloni aveva deciso di intervenire ad agosto scorso dopo l’aumento dei tassi da parte della Bce. La misura avrebbe dovuto portare due miliardi di euro nelle casse dello Stato. Il periodo considerato per il prelievo delle somme era il 2023, con gli introiti pubblici impiegati per un aiuto per i mutui sulla prima casa e il taglio delle tasse.

Per le banche è prevista una tassa del 40% se il margine di interesse registrato nel 2022 eccede di almeno il 3% rispetto al 2021. La percentuale sale al 6% se si confronta il 2023 col 2022. In ogni caso, l’imposta non può superare il 25% del patrimonio netto.

Il versamento dell’imposta è obbligatorio entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio e non è deducibile dal reddito. In deroga a tale termine, gli istituti di credito che approvano il bilancio oltre i quattro mesi successivi alla chiusura dell’esercizio dispongono di un mese ulteriore per effettuare il versamento. Per le imprese che chiudono l’esercizio in un periodo diverso dall’anno solare e il cui termine di pagamento cade nel 2023, dovranno versare l’imposta entro il 31 gennaio 2024.



 

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