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Il Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica (RAEE, da non confondere con l’acronimo che indica i Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) fornisce una serie di risposte specifiche a necessità di monitoraggio che sono collegate all’implementazione delle politiche sull’efficienza energetica definite a livello comunitario, nazionale e locale.

Alessandro Fiorini, Responsabile Laboratorio Monitoraggio Politiche Energetiche per l’Efficienza Energetica di ENEA, ha approfondito il concetto nel corso di un recente evento.

Come viene realizzato il Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica

La direzione, il coordinamento del Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica è affidato al laboratorio MPE (Monitoraggio delle Politiche per l’Efficienza Energetica), la cui funzione è quella di fornire un supporto tecnico scientifico al Ministero per l’Ambiente e per la Sicurezza Energetica (MISE) attraverso tre principali linee di attività:

  • effettuare una valutazione dei progressi conseguiti dal nostro paese nel perseguimento degli obiettivi fissati dalle direttive sull’efficienza energetica;
  • produrre una serie di contenuti a beneficio delle attività di supporto alle amministrazioni regionali e locali per la pianificazione energetica;
  • eseguire una serie di approfondimenti su temi specifici connessi alla natura multidimensionale degli impatti dello sviluppo dell’efficienza energetica, con particolare riferimento a quelli di natura socioeconomica, tra cui l’analisi del problema della povertà energetica.

Come ogni anno, la costruzione del rapporto (giunto alla tredicesima edizione) è effettuata attraverso la collaborazione di un nutrito gruppo di esperti che appartengono a diversi laboratori strutturati nei vari dipartimenti di ENEA e anche da altri che sono affiliati in enti e agenzie che si occupano di supporto alle politiche pubbliche nell’ambito dei temi dell’energia (ad esempio il GSE).

La necessità di allestire un così folto gruppo di collaboratori deriva dal fatto che i contenuti del rapporto annuale riflettono dati e informazioni puntuali sulla attuazione delle politiche per la promozione dell’efficienza energetica nei vari settori di realizzazione e, per quanto riguarda le competenze presenti all’interno dei laboratori del dipartimento cui Fiorini appartiene, una attenzione particolare è riservata al settore dell’efficienza energetica degli edifici, delle attività produttive e dei comparti industriali.

L’iniziativa che più recentemente ha contribuito a dare forma al quadro delle politiche comunitarie su energia e clima alle cui esigenze di monitoraggio il Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica risponde è senz’altro la realizzazione del Green Deal europeo, che nasce come primo punto in assoluto dell’agenda politica della prima Commissione guidata da Ursula von der Leyen.

Gli obiettivi del Green Deal europeo sono stati inizialmente presentati con la comunicazione 640, pubblicate l’11 dicembre 2019; successivamente questi obiettivi sono stati attualizzati e rilanciati attraverso la strategia Fit for 55 che è stata lanciata con la comunicazione 550 del 14 luglio 2021.

I provvedimenti che maggiormente hanno contribuito a completare il capitolo sull’efficienza energetica del Green Deal europeo sono l’emanazione della terza direttiva sull’efficienza energetica (2023/1791), che è stata pubblicata nel settembre dello scorso anno ed è entrata in vigore nell’ottobre successivo, e l’emanazione della quarta direttiva sulla prestazione energetica degli edifici, la 2024/1275 entrata in vigore nel mese di maggio.

La terza direttiva sull’efficienza energetica prescrivere un nuovo obbligo di risparmio energetico da raggiungere obbligatoriamente e congiuntamente da tutti i paesi membri dell’Unione Europea, che consiste in una riduzione dell’11,7% dei consumi energetici sia primari che finali rispetto alle proiezioni effettuate sul 2030 nello scenario di riferimento europeo nel periodo 2021-2030. Anche la quarta direttiva sulla prestazione energetica degli edifici introduce una serie di obblighi sulla prestazione energetica, in questo caso per gli edifici sia di nuova costruzione che nei processi di riqualificazione dell’esistente, nel comparto residenziale e non residenziale. Obblighi finalizzati a raggiungere l’obiettivo della decarbonizzazione dello stock immobiliare al 2050.

Rispetto a queste sfide, l’Italia ha già delineato la propria strategia con la pubblicazione del PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima) nel giugno del 2024 e, accanto agli strumenti sia finanziari che normativi che il nostro paese generalmente mette in campo per il raggiungimento di questi obiettivi, in questa fase sarà necessario dare completa attuazione ai progetti che sono finanziati da fondi del PNRR e alle risorse programmate attraverso la programmazione 21-27 dei Fondi di coesione europei.

Obiettivi sfidanti, ma gli strumenti ci sono

Il PNIEC ha già delineato le direttrici lungo le quali sarà articolato il recepimento delle direttive sull’efficienza energetica e quindi la strategia per raggiungere gli obiettivi fissati. Per quanto riguarda la terza direttiva sull’efficienza energetica, in base alle stime che sono presenti nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, per effetto delle politiche vigenti e attraverso l’attuazione delle politiche programmate, l’Italia raggiungerà un livello di consumi energetici primari di 123 Mtep al 2030 e di 102 Mtep per quanto riguarda i consumi energetici finali. Come già evidenziato da una raccomandazione della Commissione europea che è stata diffusa il 18 dicembre 2023, questi numeri sono più elevati rispetto a quanto atteso dall’Italia per poter centrare l’obiettivo obbligatorio comunitario di risparmio energetico.

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Applicando i criteri di calcolo e il cosiddetto meccanismo di aggiustamento dei contributi che è stato introdotto all’articolo 4 della direttiva, il nostro paese non dovrebbe superare il livello di 93 Mtep, quindi c’è uno scarto di 10 Mtep. Per questo il PNIEC propone un set di misure che erano già state notificate dalla Commissione europea nell’ambito della precedente direttiva su efficienza energetica e quindi nel ciclo di obblighi 2014-2020. Attraverso l’operatività di queste misure si intercettano tutti i principali settori di consumo energetico finale, nonché si attua il contrasto alla povertà energetica che è strettamente legato alla riqualificazione energetica e strutturale degli edifici.

Le stime indicano un potenziale risparmio complessivo cumulato di energia finale a fine 2030 di 73,4 Mtep, in gran parte ottenuto grazie all’operatività delle misure di detrazione fiscale per la riqualificazione energetica degli edifici residenziali, dai quali si attendono circa 30,5 Mtep di risparmio (44% del valore complessivo).

La spinta dei bonus per l’efficientamento energetico

ENEA ha contribuito alla definizione delle metodologie con cui vengono stimati i risparmi derivanti dalle misure indicate in precedenza e annualmente vengono effettuate una serie di procedure per stilare i risultati conseguiti.

In base a queste analisi, nel 2023 le misure indicate per ottemperare all’obbligo della direttiva, in particolare secondo quanto stabilito dall’articolo 8, hanno generato un risparmio di energia finale complessivo di 3,65 Mtep. Questo valore corrisponde a circa il 93% dell’obiettivo intermedio per il 2023 indicato da PNIEC. Inoltre bisogna considerare che il dato 2023 al momento per alcune misure è ancora preliminare: andrà rifinito e pubblicato in versione definitiva nel prossimo RAEE che verrà presentato a dicembre 2024. La performance è migliore rispetto al 2022, però è distante rispetto a quanto fatto nel 2021, in cui era stato centrato il 98% dell’obiettivo intermedio fissato dal PNIEC.

Scendendo nel dettaglio del contributo percentuale di ciascuna misura, centrando il focus sui risparmi che sono stati generati dagli interventi di efficientamento energetico effettuati nello stesso anno di riferimento, è determinante il traino dato dalle misure di detrazione fiscale che nel 2023 hanno coperto il 47% del risparmio complessivo evidenziato poc’anzi. Comparando tuttavia il risultato con quanto fatto nel 2022, si nota che c’è una riduzione del peso percentuale: questo in parte può essere spiegato dall’incremento dei risparmi che sono stati ottenuti attraverso i certificati bianchi, che hanno aumentato la propria percentuale dal 13 al 14%. Inoltre è notevole anche il contributo che ogni anno viene dato al risparmio complessivo dalle misure di mobilità sostenibile, che nel 2023 hanno consentito di realizzare il 25% del totale.

riduzione CO2 al 2050

I risultati delle misure di detrazione fiscale sono quasi interamente legati all’operatività del cosiddetto Super-Ecobonus che nel 2023 ha incentivato interventi di riqualificazione energetica per un totale di 1,236 Mtep. Considerevole anche la fetta di risparmi derivante dalla misura dell’Ecobonus, che è stata pari a 0,554 Mtep.

Se si osserva quanto realizzato dall’introduzione di queste misure, per il Superbonus al  2023 risultano incentivati 461.000 interventi che hanno mobilitato un investimento di 104,2 miliardi di euro e portato un risparmio di 1,4 Mtep. Per quanto riguarda l’Ecobonus, si tratta di una misura attiva dal 2007 e da allora risultano incentivati circa 7 milioni di interventi di riqualificazione energetica degli edifici, per un totale di 65 miliardi di euro di investimenti e un apporto ai risparmi energetici nel settore di 2,19 Mtep. Le misure di detrazione fiscale sono state oggetto di importanti e sostanziali modifiche dell’impianto normativo, soprattutto nell’ultimo anno, e la misura che più ha subito modifiche è proprio il Super-Ecobonus. Questa è un’ulteriore spiegazione rispetto all’avanzamento dei certificati bianchi, e anche della riduzione del peso dei risparmi ottenuti dalle misure di detrazione fiscale. Come è noto queste modifiche hanno variato sia l’estensione temporale delle misure che la percentuale di copertura.

Al nostro parco immobiliare estremamente vetusto è associata una grave situazione in termini di efficienza e di prestazione energetica.

La centralità delle misure di detrazione fiscale rispetto al raggiungimento degli obiettivi della direttiva deriva dal fatto che la riqualificazione energetica del nostro parco immobiliare è un elemento assolutamente centrale e cruciale per gli obiettivi generali della decarbonizzazione e della sostenibilità al 2050.

 

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