La prossima manovra economica dovrà avere al centro la famiglia. Tra welfare, pensioni, sconti fiscali in busta paga, ecco le misure che il goveno vuole finanziare
La prossima manovra economica dovrà avere al centro la famiglia e, come auspicato dal ministro Giorgetti, misure per favorire la natalità, «una vera e propria sfida per il welfare, un’emergenza demografica». Ecco quindi la ricerca di risorse per rinforzare l’assegno unico, ma anche la possibilità di ridurre le tasse a chi ha figli con l’aumento delle spese detraibili in base al numero dei figli. Previsto l’ampliamento anche alle lavoratrici a partita Iva del bonus mamme con almeno due figli. L’esonero contributivo al 100% ora è solo per le lavoratrici dipendenti (sia nel pubblico che nel privato) con almeno due figli di cui uno fino a 10 anni di età. Per il 2025 potrebbe allargarsi anche alle autonome. Previsto anche il rifinanziamento della card per gli indigenti.
Un mini intervento sulle pensioni
Pur con le poche risorse a disposizione, il governo non esclude un mini intervento sulle pensioni. Intanto, cercherà di rivalutare le minime. Poi se da un lato non ci sarà Quota 41, potrebbero arrivare modifiche su Quota 103 che verrebbe rimodulata con finestre di uscita prolungate. Per i lavoratori della Pubblica amministrazione c’è la possibilità – su base volontaria – di restare al lavoro fino a 70 anni d’età, come annunciato dal ministro della Pa Paolo Zangrillo. Ma i sindacati già annunciano battaglie. La ministra del Lavoro Marina Calderone sta invece pensando ad un intervento sul Tfr con la possibilità di un semestre di silenzio-assenso per il trasferimento del Trattamento di fine rapporto sui fondi pensione.
Lo sconto fiscale in busta paga
Confermato anche per il 2025 il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti con i redditi più bassi. La misura, prevista nella scorsa legge di Bilancio solo per il 2024, verrà prorogata anche nel 2025. Per la proroga del taglio del cuneo fiscale ai redditi fino a 35.000 euro sono necessari 10,7 miliardi e viene previsto un taglio del 7% per chi ha un reddito da lavoro dipendente inferiore ai 25 mila euro lordi e del 6% per chi ha un reddito tra i 25 mila e i 35 mila euro lordi. Prevista anche la proroga dell’Irpef a tre aliquote con un costo previsto di circa 4 miliardi. Intenzione del governo è anche quella di ridurre l’aliquota dal 35% al 33%: per questa misura servirebbero altri 2 miliardi. Il viceministro Leo vorrebbe anche ridurre la tassazione per i redditi fino a 60 mila euro.
Le deduzioni dal costo del lavoro
Una manovra economica anche per il sostegno delle imprese: è l’obiettivo del governo che studia nuovi aiuti e incentivi per le aziende. Imprese e professionisti che assumono a tempo indeterminato hanno la possibilità di dedurre una quota del costo del lavoro pari al 120% (ma nel caso di giovani, donne e soggetti già destinatari del reddito di cittadinanza lo sgravio arriva al 130%). Per le imprese sono allo studio gli incentivi agli investimenti nella Zes unica. Dovrebbe essere poi ridotta dal 10% al 5% la tassa sui premi aziendali. Un nuovo intervento dovrebbe arrivare anche sui fringe benefit che potrebbero essere esentasse per tutti i lavoratori, sia con figli che senza. Tramontata invece l’innalzamento della flat tax fino a 85 mila euro per gli autonomi.
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