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«Per fortuna la politica non ci ha ancora intercettato», sogghigna Pasquale Caputo, titolare dell’omonimo mulino. Dice una verità: davvero l’entusiasmo, quell’aria frizzantina di libertà e d’amicizia, il concorso di tanti professionisti insieme («Questo è un evento al quale gli chef fanno a gara per partecipare», confida Pasquale Palamaro, il suo ideatore insieme a Nino Di Costanzo), la spensieratezza che vi si respira andrebbe probabilmente un po’ perduta se ci fosse nel programma il saluto del ministro, l’intervento del l’assessore, “e ora la parola al sottosegretario”. Però, nello stesso tempo, fa specie che le istituzioni siano così orbe di fronte all’enorme successo di Ischia Safari, tre giorni conclusasi qualche giorno fa con numeri impressionanti (quanto erano – più di 5mila – i partecipanti alla grande festa al Negombo del lunedì, con oltre 300 postazioni di chef, pizzaioli e pasticceri a sfamarli? E che dire degli oltre 30 grandi professionisti che han voluto dare il proprio contributo alla Charity Dinner della domenica, con 200 commensali?). Ma impressionante è stata soprattutto la straordinaria voglia di esserci, ciò significa che si è costruito un modello virtuoso di fare rete attorno a una kermesse giunta all’ottava edizione in forma splendida. Di Costanzo: «Ognuno ha cucinato con passione, come farebbe nel proprio ristorante. Tanto amore non l’ho mai visto in nessun altro evento, e ne ho frequentati moltissimi in 30 anni di lavoro». Palamaro: «Organizzare ogni anno una kermesse di questo peso è davvero difficile, ma una delle cose che ci crea più problemi è dover dire no ai tanti colleghi che ci chiedono di poterci essere».

E allora torniamo al punto di partenza: com’è possibile che Ischia Safari, cammini con le proprie gambe, e questo è positivo, senza che nei palazzi del potere non venga notata e considerata perfetta cartina di tornasole dell’importanza che oggi non solo questa manifestazione, ma tutto il comparto che c’è dietro, hanno assunto nel nostro Paese? Altrove – in Colombia come in Corea, in Spagna come in Australia – le istituzioni darebbero il proprio appoggio per far diventare questa – ma anche le tante altre Ischia Safari, più grandi o più piccole, meglio o peggio organizzate, che son sparse per l’Italia, ognuna afferente un territorio da promuovere, ognuna che dà luce, quota parte, a un comparto strategico – qualcosa di ancor più enorme, ossia un’occasione di valorizzazione e di marketing a livello internazionale.

Però, ha anche ragione Caputo: forse l’evento perderebbe la propria anima.

E allora ci si ritrova – anche chi scrive – l’ultimo giorno a dibattere in tavola rotonda di come la kermesse possa non essere supportata, ma semmai supportare, paradosso. Aiutare il mondo della cucina. Di come occorra sfruttare questa gigantesca massa critica di pensieri, gesti, conoscenze e parole per migliorare la formazione degli stessi professori degli Istituti Alberghieri, per esempio, perché quasi tutti son d’accordo: molti dei problemi attuali del settore proprio lì nascono, ai primi passi stenterelli del percorso formativo. E, ancora, ci si ritrova a discutere un’iniziativa che sarebbe meritoria, «dare un segno tangibile al di là della festa, darle continuità, magari patrocinando proprio la formazione dei ragazzi più meritevoli di questo o quell’Alberghiero. E nasce anche l’idea di una pubblicazione riassuntiva dei contenuti che emergono durante la tre giorni ischitana, che possa diventare quasi un libro di testo per imparare a stare in cucina.

Ipotesi che s’affastellano perché si è tutti gasati per un successo che ha confermato il ruolo centrale di Ischia nella valorizzazione della tradizione enogastronomica mediterranea, offrendo spazio tanto all’alta cucina quanto alle realtà artigianali. “La manifestazione – recita il comunicato finale – si è ormai consolidata come un appuntamento di fine stagione che riunisce chef, pasticceri e pizzaioli da tutta Italia. Con la partecipazione di circa 500 professionisti del gusto, Ischia Safari ha accolto non solo figure affermate a livello internazionale, ma anche giovani talenti emergenti: piattaforma per la crescita e la condivisione professionale”. Parole che sembrano riecheggiare i trionfalismi di maniera di ogni fine evento. Ma che son la pura verità, l’abbiamo toccato con mano.

La Charity Dinner all'hotel Regina Isabella

La Charity Dinner all’hotel Regina Isabella

Per dire: sold out la tradizionale cena di gala inaugurale (“Charity Dinner”) al magnifico hotel Regina Isabella, tanto per essere prosaici costava 250 euro a testa, mica bruscolini. Una marea di persone al party sotto le stelle del Parco Negombo, che ha coinvolto in armonia centinaia chef, pizzaioli, pasticcieri e artigiani del gusto. E poi, l’ultimo giorno, la tavola rotonda che ha fornito più di uno spunto per questo articolo (il confronto, come detto, si è concentrato su temi che riguardano il sostegno alle giovani generazioni con la volontà di pensare a nuovi modelli di formazione e ristorazione, elementi chiave di Ischia Safari. La manifestazione, infatti, mantiene un forte impegno verso le nuove generazioni, quest’anno concretizzato nel supporto a borse di studio destinate alla Regione Molise, con l’obiettivo di aiutare i giovani aspiranti chef nella loro formazione e crescita professionale). E, come atto finale, la seconda edizione del contest Un Dolce per Ischia, promosso da Mulino Caputo, che ha premiato il dolce più rappresentativo dell’isola (ha vinto Luigi Di Meglio della pasticceria La Dolce Sosta, che con la sua Torta Isclana ha conquistato sia la giuria tecnica che quella popolare, grazie a un’interpretazione innovativa delle tradizioni dolciarie ischitane).

La grande festa al Negombo

La grande festa al Negombo

La tavola rotonda

Le parole di sintesi spettano ancora a Nino Di Costanzo e Pasquale Palamaro: «Questo evento non è solo una celebrazione del buon cibo, ma una festa di condivisione e scambio. Ogni anno ci emoziona vedere come chef, pizzaioli, pasticceri e artigiani provenienti da tutta Italia si uniscano per portare con tanta generosità i valori della buona tavola a un pubblico sempre più variegato. Il lavoro di tutta la squadra di Ischia Safari è intenso ma i risultati non possono che renderci orgogliosi». I due chef hanno inoltre evidenziato l’importanza di guardare al futuro: «Il nostro impegno non si ferma qui. Siamo già proiettati verso la prossima edizione, continuando a supportare il futuro della cucina italiana. In un periodo in cui tanti ragazzi si allontanano da questo settore, vogliamo offrire loro opportunità concrete attraverso iniziative come le borse di studio. È fondamentale investire sulla formazione e restituire a questo mestiere il prestigio che merita».

 

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