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La stagione dei bonus “è definitivamente chiusa” e “credo che l’Italia avesse bisogno di chiudere questa stagione”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo ha detto a chiare lettere nel suo intervento dell’altro ieri, mercoledì 18 settembre, all’assemblea di Confindustria. Un’affermazione solo parzialmente vera in realtà, se pensiamo al così detto “bonus Natale” per i lavoratori dipendenti, approvato proprio dall’esecutivo di centrodestra, che stando alle ultime indiscrezioni potrebbe essere anticipato a fine 2024.

Sui bonus edilizi però il cambio di paradigma si annuncia netto. Dopo i vari correttivi apportati al Superbonus, ora la premier vuole mettere nel mirino anche gli altri incentivi per la casa. Nella legge di bilancio, ha detto Meloni, ci saranno “i provvedimenti che possono dare il moltiplicatore maggiore”, ma “non ci saranno altre cose. Non ci saranno i bonus per ristrutturare la seconda e la terza casa, non ci sarà il reddito di cittadinanza per chi può lavorare, non ci saranno i bonus”. 

L’incentivo ridotto e solo sulle prima case

Parole, quelle della premier, difficilmente equivocabili. Dal prossimo gennaio si cambierà registro e il bonus per ristrutturare casa sarà probabilmente oggetto di una duplice stretta: da un lato, come sembra chiaro dall’annuncio della presidente del Consiglio, sarà possibile chiederlo solo per la prima casa; dall’altro la detrazione (che viene rimborsata in 10 anni) scenderà probabilmente dal 50 al 36%. L’agevolazione del 50% è infatti valida fino al 31 dicembre di quest’anno e senza un intervento del governo (che non può essere escluso ma sembra poco probabile) a partire dal 2025 tornerà ad essere del 36% su un importo massimo di 48mila euro. Come previsto dal decreto del 1986 che ha introdotto la misura.

Il superbonus e gli altri incentivi

Dallo stop ai bonus sulle seconde e terze case dovrebbe essere escluso il superbonus che dal 2025 garantirà un’agevolazione del 65% e non del 70% come quest’anno. Sebbene sul punto Meloni non si sia espressa, una norma di questo tipo sarebbe difficilmente compatibile con la natura stessa dell’incentivo (di cui usufruiscono tutti i condomini di uno stabile, a prescindere dal reddito o altri parametri). Resta poi da vedere cosa il governo intenda fare con l’ecobonus e il bonus caldaie, dopo la direttiva Ue sulle “case green” che sancisce lo stop a ogni tipo di sovvenzione per le caldaie che utilizzano combustibili fossili, e dunque alimentate a gpl o metano. Il tema terrà banco nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. 

 

 

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