All’evento annuale Dreamforce, il ceo Benioff presenta gli Agentforce: sono chatbot in grado di capire il contesto delle richieste del cliente, in autonomia possono proporre un acquisto o la sostituzione di un prodotto
SAN FRANCISCO – Pubblicizzato come il più grande evento AI del mondo, con 45 mila clienti e sviluppatori arrivati a San Francisco e centinaia di migliaia collegati online, Dreamforce, la kermesse annuale di Salesforce, leader mondiale nella gestione dei rapporti delle imprese coi loro clienti, dovrebbe essere il luogo ideale per capire come l’intelligenza artificiale generativa sta contribuendo a far crescere economia e aziende. Dopo l’euforia post Chatgpt con relativa esplosione dei valori borsistici di big tech, da mesi il clima si è fatto incerto, la Borsa è nervosa: il timore è che siano stati fatti investimenti troppo ingenti a fronte di una redditività e di una crescita della produttività fin qui limitate, che richiederanno anni per prendere quota.
Come sempre Dreamforce è una festa mastodontica che coinvolge tutta la città con un intero quartiere, quello intorno al Moscone Convention Center, tappezzato di erba sintetica, trasformato in un mosaico di set per performance musicali e interventi di attori (da Matthew McConaughey a Kerry Washington), governatori (il californiano Gavin Newsom), leader di Big Tech: il capo di Nvidia, Jensen Huang, che si dice orgoglioso di aver contributo con la sua azienda leader nei chip per l’intelligenza artificiale a reinventare il computing. Dalla sua nascita, sessant’anni fa, dice, aveva sempre seguito lo stesso paradigma di sviluppo.
I nuovi agenti digitali
Marc Benioff illustra per due ore la sua nuova filosofia: dopo l’era delle prime tecnologie predittive con lo sviluppo del deep learning (Salesforce aveva creato nel 2016 il chatbot Einstein) e dopo l’evoluzione dell’intelligenza artificiale generativa coi large language models che hanno consentito di creare assistenti virtuali, i cosiddetti copilot, per il fondatore di Salesforce siamo all’alba di una terza generazione dell’AI: quella di Agentforce. La differenza? Secondo Benioff, mentre i copilot si limitano ad assistere il cliente, i nuovi agenti digitali possono anche agire perché, grazie ai flussi di dati elaborati dall’intelligenza artificiale, sono in grado di capire il contesto delle richieste del cliente, il motivo di una lamentela, conoscono i suoi gusti sulla base di acquisiti precedenti. Possono, insomma, proporre un acquisto o la sostituzione di un prodotto, avendo conoscenza di cosa c’è nei diversi magazzini della propria rete commerciale. Dunque agenti automatici in grado di dare risposte personalizzate, offrendo varie opzioni, utilizzabili in molti settori, dal commercio alla sanità, dalle transazioni finanziarie alla manutenzione industriale.
Cresce la concorrenza
Salesforce, fin qui fornitrice di servizi informatici essenziali a migliaia di imprese, molte gigantesche, lancia la sua rivoluzione. Una scommessa audace, visionaria, ma non priva di rischi. Il gruppo di San Francisco è all’avanguardia nell’utilizzazione dei nuovi strumenti dell’AI generativa, ma non è l’unico: nel mercato dei servizi alle imprese cresce la concorrenza di Google, Oracle, soprattutto di Microsoft che può contare su un accesso diretto alla tecnologia di OpenAI. E poi ci sono tante start up che, sfruttando la capacità della nuova AI di ricevere ordini in linguaggio naturale, cercano di tagliare fuori i grandi fornitori di software come Salesforce offrendo ai clienti soluzioni a costi più bassi, magari parziali. Il gruppo ha i suoi problemi: andamento altalenante in Borsa e una crescita che quest’anno sarà «solo» del 9 per cento. Un dato che in quasi tutti i settori verrebbe considerato favoloso, ma per Saleforce rappresenta un dimezzamento del ritmo di crescita degli ultimi tre anni. Il gruppo rilancia allargando l’alleanza con Google (nel cloud e utilizzando l’AI di Gemini), mentre nei settori regolamentati (pubblica amministrazione, sanità e altro) il partner è IBM.
I servizi riducono costi e aumentano la produttività
Nelle ultime settimane Benioff ha affrontato la sfida puntando sulla nuova filosofia Agentforce, lanciata ieri con entusiasmo: «La nostra missione – ha detto – è allontanare dai clienti la tentazione del “fai da te”». E questo grazie all’offerta di servizi integrati che, promette Benioff, «offrono maggiori vantaggi in termini di produttività, riduzione dei costi e opportunità di crescita delle vendite». Mentre parlava, nei maxischermi alle sue spalle comparivano l’immagine di un iceberg (col sommerso che rappresenta gli svantaggi di cercare di utilizzare in proprio, in modo «artigianale» pezzi di tecnologia AI) e quella di isole di dati separate nella corrente che l’agente di Salesforce dovrebbe essere in grado di collegare.
Le nuove sfide dell’azienda
Ma poi, in sala stampa, Benioff, ammette che quella che sta vivendo è un’esperienza trasformativa anche sul piano personale: «Tre settimane fa era tutto pronto, come sempre. Per la prima volta ho deciso di rifare tutto daccapo, ho finito di scrivere ieri sera. È una sfida nuova nella quale sono impegnati i nostri ingegneri e scienziati guidati dallo chief scientist Silvio Savarese, i migliori sulla piazza. Ci crediamo profondamente ma, come sempre, saranno le aziende clienti, a dirci se quella che abbiamo fatto è la scelta giusta, se trovano convenienza nell’adozione del nostro modello». Spente le luci della festa, l’azienda nei prossimi mesi farà un gigantesco sforzo di marketing per illustrare i vantaggi di Agentforce ai clienti. Poi, conclude Benioff, col nuovo anno fiscale, all’inizio di febbraio, vedremo i risultati.
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