Nel panorama politico mondiale Forza Italia costituisce il primo esempio di partito aziendale, a dimostrazione di come il comando delle Istituzioni può essere funzionale, almeno in Italia, anche ad una strategia di crescita aziendale. Non può definirsi altrimenti un partito, come Forza Italia, che deve alla famiglia Berlusconi qualcosa come novanta milioni per debiti , e , accettando questo assunto, il solo modo per ripagare tanta generosità è di crescere fino a tornare ad essere il primo decisore di questo Bel Paese, come ai tempi del Cavaliere. Che questa sia la mission data a Tajani da parte della famiglia Berlusconi è riscontrabile nella vivacissima campagna acquisti che si sta verificando in questi giorni nel mercatino dell’usato dell’ex terzo Polo, dove Calenda e Renzi, hanno aperto l’asta di liquidazione della loro sfortunata impresa, nelle grandi città come Milano, dove una massa di dirigenti si sta indirizzando verso il partito del biscione, in Sardegna dove ben 3 consiglieri regionali sono passati dal partito sardo d’azione a Forza Italia insieme ad una settantina di dirigenti locali. E molto altro ancora. Il campanello che ha dato il via all’asta pubblica del terzo Polo è stata la ventilata ipotesi di un ritorno dei due, per strade diverse, al campo largo di centrosinistra, cosa che ha suscitato reazioni interne ed esterne. Quelle interne si stanno vedendo con abbandoni come quello di Marattin, o prese di distanza come quelle di Gelmini e Carfagna che vagheggiano di un partito dei cattolici in versione rosa, non sappiamo con quanta credibilità personale. E in questa corsa a portare Forza Italia alla soglia del 20 per cento, sotto la quale ci sarebbe la sostituzione dello stesso Tajani, un contributo potrebbe venire anche dalla Basilicata, con il passaggio di Marcello Pittella a Forza Italia .E’ solo gossip.? Non sembra. E’ qualcosa che ha una sua consistenza e una sua logica, sia perché l’ex Governatore non è affatto disposto a riallacciare i rapporti col Pd sia perchè sembra che non veda di buon occhio il fatto che Calenda possa riportare l’orologio indietro rispetto alle cose che sono succedute. Fonti autorevoli parlano di un approccio forte della Casellati, favorito dal solito Cupparo, con cui Pittella è legato da antica amicizia, che lo porterebbe, fiori e banda banda musicale compresi, al Parlamento , lasciando Bardi a pedalare fino alla fine della legislatura regionale, visto che la bicicletta l’ha voluta lui. Questo spiegherebbe l’atteggiamento silenzioso e discreto che l’ex Governatore sta tenendo. Un profilo basso di chi si limita a seguire con attenzione le mosse degli altri, magari facendo finta di lasciare le porte aperte in tutte le direzioni, ma solo come tattica per non far alzare steccati o polveroni che potrebbero impedirgli di vedere chiara la meta finale. Che questa svolta non faccia gridare allo scandalo, lo hanno dimostrato i suoi elettori che ,per il passaggio da un lato all’altro dello schieramento, lo hanno assolto con formula piena e abbracci finali, consapevoli del fatto che il crimine politico lo hanno commesso altri, gli stessi che oggi vorrebbero Pittella dalla loro parte, senza un minimo di autocritica e senza alcun rossore sulle guance. Che succederà per il centrosinistra se questa ipotesi dovesse avverarsi? Tutto da rifare, diceva Bartali, guardando Coppi volare verso il traguardo. Rocco Rosa
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