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La fondazione non profit fa capo a quattro soci: Fondazione Politecnico di Milano, Università Bocconi, il gruppo tecnologico Ion e la società del fondo d’investimento Fsi. Obiettivo: attrarre mille start up all’anno

Milano si candida a capitale europea dell’innovazione tecnologica. Sul modello dei grandi centri tech sorti a Parigi e a Berlino, accademia, ricerca scientifica, industria e istituzioni uniscono le forze per “fare impresa”. Con l’obiettivo, tra gli altri, di attrarre mille start up all’anno. Nasce così Tech Europe Foundation (Tef), non profit che fa capo a quattro soci: Fondazione Politecnico di Milano, Università Bocconi, il gruppo tecnologico Ion e la società del fondo d’investimento Fsi.
«Per dimensioni e ambizioni Tef è un progetto di livello globale — annuncia Ferruccio Resta che della nuova realtà è il presidente —, un esempio virtuoso di collaborazione pubblico-privato e un’infrastruttura capace di sostenere le nuove generazioni di imprenditori e imprenditrici. Tef è oggi una realtà aperta e inclusiva, che si rivolge a chi sente la responsabilità e la passione di dare il proprio contributo». 

Obiettivo un miliardo

Il polo tecnologico avrà sede al Parco dei Gasometri, nel quartiere Bovisa, un’area dove è già in corso un importante intervento di rigenerazione urbana curato da Renzo Piano. Il nuovo polo tecnologico muove ora i primi passi con l’accordo tra i fondatori, una dotazione iniziale di 100 milioni di euro, un’adesione da 50 milioni della Camera di Commercio. L’orizzonte al 2030 è la raccolta di un miliardo di euro. In rappresentanza della Fondazione Politecnico, Resta sarà presidente per i prossimi tre anni affiancato dal vice Alberto Grando della Bocconi.
Deep tech, intelligenza artificiale, biotecnologie, meditech, microelettronica, aerospazio, energie rinnovabili, clima sono gli ambiti principali di ricerca e sviluppo industriale del polo milanese. Un sistema aperto a grandi imprese e investitori, oltre che alle startup italiane e straniere, e alla collaborazione con altri centri internazionali dell’innovazione. 




















































I soci fondatori

Dice il rettore della Bocconi, Francesco Billari: «Tef è una straordinaria opportunità per rafforzare la competitività dell’Europa e dell’Italia. Milano diventa capitale del talento e dell’innovazione con un forte impatto sociale e sul sistema economico». Per la rettrice del Politecnico, Donatella Sciuto, «i tempi sono maturi perché il Politecnico, a più di vent’anni dalla nascita dell’acceleratore di impresa, sia pronto a fare il salto verso una dimensione internazionale ospitando, presso il nuovo campus di Bovisa, un importante ecosistema per l’innovazione: 34 mila metri quadri destinati a Tef per facilitare le sinergie tra la ricerca di base, le imprese e le risorse del territorio in un processo di open innovation». Se la Bocconi mette a disposizione, tra le altre, le competenze economico-finanziare, legali e di management di livello internazionale, il Polimi è l’università pubblica che porta in dote un patrimonio scientifico e tecnologico tra i primi in Europa.
L’idea di dar vita a un nuovo soggetto in grado di sostenere la partita italiana dell’innovazione ha intercettato l’interesse di due investitori di prima fila. Uno è il fondatore e amministratore delegato di Ion Andrea Pignataro, imprenditore (con master in matematica) di origini bolognesi e passaporto inglese. Pignataro, secondo miliardario italiano alle spalle di Giovanni Ferrero, ha puntato nel nostro Paese oltre cinque miliardi negli ultimi anni, la gran parte nel settore dei dati. L’altro investitore è Maurizio Tamagnini, il manager ex Bank of America Merrill Lynch, che guida Fsi, la società di gestione di fondi.
Dice Pignataro: «Sostenere la ricerca fondamentale, l’ecosistema delle startup e l’open innovation promuove un ciclo virtuoso e un processo evolutivo. Le startup, sfruttando le scoperte della ricerca, creano concorrenza, incentivando le aziende a investire in nuove tecnologie». Aggiunge Tamagnini: «Abbiamo pensato a Tef come progetto generazionale di lungo termine che ha l’ambizione di far nascere migliaia di nuove startup tecnologiche per contrastare il cronico problema demografico delle aziende italiane».
Chiude Carlo Sangalli, il presidente della Camera di Commercio che a Tef ha già destinato 50 milioni: «Milano è pronta per consolidarsi come hub tecnologico globale».


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16 settembre 2024

 

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