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Più credito a famiglie e imprese, mutui meno costosi, risparmi per lo Stato grazie al calo del costo del debito. Dal taglio Bce di 25 punti base arriva una spinta all’economia, anche se i benefici sono più visibili per chi s’indebita: i risparmiatori invece ci perdono sulla remunerazione dei depositi in banca e sui rendimenti dei titoli a tasso variabile. Ecco, punto per punto, gli effetti principali del secondo taglio del costo del denaro da 0,25 punti varato dalla Bce, che porta il tasso sui depositi all’Eurotower al 3,50%.  

MUTUI PIU’ LEGGERI: la riduzione del costo del denaro ha un effetto benefico sui tassi dei prestiti bancari, a beneficio di 3 milioni e mezzo di famiglie indebitate che hanno un mutuo casa. Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, parla di una “decisione importante” della Bce che “per la seconda volta consecutiva ha anticipato le mosse della Federal Reserve americana, le cui decisioni di politica monetaria continuano a essere incerte. Quanto al costo del credito, gli interessi sui mutui alle famiglie e sui prestiti alle imprese caleranno ancora nei prossimi mesi, così diventerà più facile comprare casa e fare investimenti”. La Fabi stima un risparmio complessivo di oltre 70 mila euro (-19,3% sul 2023) per chi sottoscrive un mutuo a 25 anni da 200 mila euro. Una boccata d’aria anche per chi ha un mutuo a tasso variabile, come conferma anche Mutuionline.it che sottolinea però come le prospettive di medio-lungo termine restino invariate. “L’Euribor a un mese è sceso al 3,54% rispetto al 3,90% di inizio anno, ma è ancora oltre 100 punti base più alto rispetto all’Eurirs, che è ai minimi degli ultimi 20 mesi”. I mutui a tasso fisso rimangono  quindi più convenienti. Il mercato dei mutui registra comunque, negli ultimi mesi, una significativa riduzione dei tassi variabili: a maggio il Tan medio per i mutui variabili era del 5,08%, mentre ad agosto è sceso al 4,64%. Stabile, invece, il tasso fisso medio, che si aggira intorno al 3,20%.   

SCENDE IL COSTO DEL DEBITO: Con il taglio Bce calano gli interessi che lo Stato paga sul debito pubblico: il costo del debito era volato da 0,10% a 3,76% con il ciclo restrittivo degli ultimi anni. L’Ufficio parlamentare di Bilancio stimava un risparmio di tre miliardi quest’anno con un punto pieno di tagli Bce nel 2024, e sette miliardi nel 2025. Più probabile che la Bce arrivi a 0,75 punti. Il risparmio per le casse dello Stato sarà comunque considerevole e darà una mano nelle prossime leggi di bilancio.    

I DEPOSITI PAGANO MENO. Per i risparmiatori, il taglio Bce smonta la remunerazione più elevata dei depositi dei propri risparmi in banca, dove il tasso sui depositi vincolati è arrivato a sfiorare il 3,6% dallo 0,9% dove si trovava prima della stretta monetaria del 2022-2023.    

EFFETTO-BOND. Il taglio Bce fa salire i prezzi dei bond ma calano i rendimenti dei titoli a tasso variabile, come i Cct, e l’inflazione in calo significa cedole più magre per i Btp Italia. Effetti più marcati sul bond emessi dalle aziende, con impatti anche sugli investimenti in fondi.

La Fabi (Federazione autonoma bancari italiani) fa i conti dopo il taglio dei tassi operato oggi dalla Bce e sottolinea i benefici che questo comporterà sul fronte dei tassi bancari. “Le famiglie indebitate in Italia sono 6,8 milioni: di queste, 3 milioni e mezzo hanno un mutuo per l’acquisto di una casa. Da alcuni mesi le banche, in previsione di un ritorno a una politica monetaria meno restrittiva da parte dell’Eurotower, hanno anticipato la prevista riduzione dei tassi e la discesa potrebbe proseguire nei prossimi mesi”. “I tassi sui mutui – analizza la Fabi entrando più nel dettaglio – sono già diminuiti a una media del 3,44%, rispetto a livelli medi superiori al 5% del 2023 e potrebbero calare ancora al 3,20%: una riduzione che comporterà, nel caso di un prestito immobiliare di 25 anni da 200 mila euro, un risparmio complessivo di oltre 70 mila euro (-19,3%)“. “I tassi sul credito al consumo sono scesi a una media dell’8,58%, dopo picchi superiori al 14%, e potrebbero calare ancora all’8,25%: vuol dire che un’automobile da 25 mila euro comprata interamente a rate, con un finanziamento di 10 anni, costerà oltre 11 mila euro in meno (-23%) rispetto al 2023; mentre per una lavatrice da 750 euro, con un credito di 5 anni, il risparmio, nei prossimi mesi, sarà di 161 euro (-14,6%)”, conclude il sindacato dei bancari.

Capecchi (Crif): la Bce aiuta la ripresa, più mutui ad agosto. Dopo anni di restrizioni una vera e propria boccata d’aria

“Anche nel mese di agosto si mantiene la crescita in doppia cifra per quanto riguarda la domanda dei mutui immobiliari da parte delle famiglie italiane con un +13,4%”. Lo afferma Simone Capecchi, Executive director di Crif, prima di aggiungere: “Se diamo uno sguardo complessivo ai primi otto mesi del 2024 notiamo un valore pari al +6%. Questo a conferma del fatto che il mercato, dopo una politica monetaria restrittiva, sta conoscendo una vera e propria boccata d’aria”. Sulla decisione di oggi della Bce sul taglio dei tassi, Capecchi spiega che “va ad incoraggiare la ripresa della domanda anche per quanto riguarda le richieste dei prestiti che, dopo una prima metà dell’anno in sofferenza, nel mese di agosto segnano un +4,3%”.

Facile.it: rate in calo di 85 euro entro il 2025 

Con una sforbiciata dei tassi di interesse da parte della Bce di 25 punti base e il relativo calo dell’Euribor, il beneficio per la rata di un mutuo medio variabile italiano sarebbe di circa 18 euro. A calcolarlo è uno studio di Facile.it, pubblicato in occasione della riunione dell’Eurotower di oggi. Ma le buone notizie non finiscono qui: i mutuatari dovrebbero aver visto un alleggerimento della rata di settembre di circa 12 euro e, secondo le previsioni di mercato, le rate continueranno a scendere nei prossimi mesi con un calo superiore agli 85 euro entro la metà del 2025. I mercati infatti si aspettano che l’indice continui a scendere nell’anno, con un calo complessivo delle rate di un mutuatario medio di circa 38 euro entro la fine del 2024 e ulteriori ribassi nel 2025. Quindi, dati alla mano, prendendo l’andamento della rata di un mutuo medio variabile – 126.000 euro in 25 anni al 70%, sottoscritto ad inizio 2022 – la rata, che ad agosto 2024 era pari a 733 euro (ben 277 euro in più rispetto agli iniziali 456 euro), potrebbe scendere a circa 721 euro a settembre per poi calare a 683 euro entro la fine dell’anno e a 634 euro entro giugno 2025.

 

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