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Un nuovo tipo di redistribuzione dei redditi. Non più dalle classi più abbienti a quelle meno abbienti, ma dai single e dalle coppie senza figli alle famiglie, soprattutto quelle più numerose. Sarebbe, secondo quanto riportato dal Foglio, l’idea accarezzata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Già un anno fa, e sempre in tempi di manovra, lo stesso ministro aveva lanciato la proposta di «zero tasse» per chi ha più di due figli. Un piano per detrazioni di reddito crescenti in base ai componenti del nucleo familiare, fino ad arrivare a 10 mila euro per figlio per i nuclei più numerosi. Il problema resta sempre come finanziare questo tipo di misure che hanno costi elevati per i conti pubblici. L’idea allo studio del Tesoro sarebbe quella di introdurre una sorta di «quoziente familiare» sulle detrazioni d’imposta: alzare le soglie degli sconti fiscali per chi ha figli, e ridurle, fino ad azzerarle, per chi invece non ne ha. Il costo dell’operazione è stimato in 5-6 miliardi di euro e dovrebbe rientrare nel piano più generale di revisione delle tax expenditures al quale sta lavorando il governo (nel 2023, l’Ufficio parlamentare di bilancio ha contato 625 voci di spesa fiscale, per un ammontare complessivo paria 105 miliardi). Per Giorgetti si tratterebbe di un provvedimento in grado di riconoscere un “valore sociale” a chi fa figli ed è convinto che la maggioranza dovrebbe trovare il coraggio di unire le forze per scommettere su questo dossier. Un anno fa in realtà, non ci riuscì. Fu deciso di utilizzare tutte le risorse disponibili, per il taglio del cuneo contributivo per i redditi fino a 35 mila euro e per l’abbassamento delle aliquote Irpef con l’accorpamento dello scaglione del 25 per cento in quello del 23 per cento.Il tema della natalità fu affrontato con altri strumenti. A partire dai bonus mamma, la decontribuzione totale per un anno per le mamme con due figli e quella triennale per le mamme con almeno tre figli a carico. Oltre a questo, si era intervenuti con nuovi aumenti sui congedi di maternità facoltativi, portando a due le mensilità retribuite all’80 per cento, oltre a un rafforzamento dell’assegno unico. Un pacchetto di misure dal valore complessivo di circa un miliardo e mezzo.


IL PASSAGGIO

L’idea di Giorgetti, come detto, vale molto di più, fino a sei miliardi. Già un anno fa erano state fatte alcune elaborazioni tecniche su un eventuale meccanismo di funzionamento delle maxi detrazioni per i figli. Uno sconto di 2.500 per il primo figlio, che sarebbe salito a 5 mila euro per figlio a partire dal secondo e 10 mila euro per figlio a partire dal terzo. Il punto semmai è un altro, più politico. Come l’anno scorso il governo si troverà a dover fare delle scelte. La revisione delle detrazioni fiscali era, insieme al concordato preventivo biennale per le Partite Iva, una delle vie di finanziamento individuate per quello che è stato ribattezzato “l’abbassamento delle tasse alla classe media”. Si tratta del progetto di riduzione dell’aliquota fiscale del secondo scaglione Irpef dal 35 per cento al 33 per cento, con il contemporaneo innalzamento a 60 mila euro del reddito sottoposto a questo livello di prelievo. Un’operazione che garantirebbe sgravi da 500-600 euro l’anno per i redditi medi e che costerebbe, secondo le prime simulazioni, attorno ai 4 miliardi di euro. Cosa si potrà fare in questo quadro per le nascite? Per ora uno degli obiettivi più concreti della manovra sembra quello di rinnovare l’esonero contributivo destinato alle mamme lavoratrici estendendolo, compatibilmente con le risorse, anche alle lavoratrici autonome. «Il lavoro delle donne si basa sulla incentivazione alla genitorialità. Stiamo cercando di agire in questa direzione», ha spiegato il ministro del lavoro Marina Calderone, che sulle pensioni ha lanciato anche l’idea di agevolare la previdenza integrativa. In legge di bilancio potrebbe esserci una norma ad hoc, ha detto la ministra del Lavoro, dicendosi personalmente d’accordo su un nuovo semestre di silenzio-assenso per il trasferimento del Tfr sui fondi pensione. Intanto le associazioni delle famiglie plaudono alla proposta di Giorgetti. «Oggi in Italia viviamo una situazione di iniquità perché non si pagano le tasse in base alla composizione famigliare e al reddito ma solo in base al reddito e quindi è iniquo il fatto che una famiglia con più figli paghi le stesse tasse di una famiglia composta da una sola persona», ha commentato Gigi De Palo, presidente della fondazione per la Natalità e ideatore degli Stati Generali della Natalità.



 

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