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(AGENPARL) – Roma, 12 Settembre 2024

(AGENPARL) – gio 12 settembre 2024 **Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano**
Comunicato del 12/09/2024, ore 16:23
Nota ai media!
————–
I lavori del plenum vengono trasmessi in diretta sulla homepage http://www.consiglio-bz.org e sul canale YouTube del Consiglio provinciale. Su quest’ultimo è possibile interrompere lo streaming per rivedere i passaggi precedenti, in caso di interesse a specifici interventi. Alla pagina web http://www.consiglio-bz.org/it/filmati-delle-sedute-del-consiglio è disponibile invece, di norma dal giorno successivo alle riprese, una riproduzione strutturata delle stesse, con la possibilità di cercare e selezionare la discussione su un determinato atto e gli interventi dei singoli consiglieri/delle singole consigliere.
Consiglio
Lavori Consiglio: Alto Adige Pass con funzione parcheggio, RAI autonoma locale, assistenza alla prima infanzia
**Mozioni di Süd-Tiroler Freiheit e Team K. Il tempo riservato all’opposizione è terminato. La seduta continua con la trattazione delle proposte della maggioranza. **
I lavori del Consiglio provinciale di Bolzano sono ripresi nel pomeriggio di oggi con la trattazione della Integrare nell’Alto Adige Pass la funzione “parcheggio”! (presentata dai conss. Zimmerhofer, Rabensteiner, Knoll e Atz Tammerle il 02/01/2024), con la quale Bernhard Zimmerhofer (Süd-Tiroler Freiheit) chiedeva di (1) esaminare la possibilità di integrare nel sistema dell’Alto Adige Pass tutti i parcheggi pubblici a pagamento della provincia di Bolzano collegati alla rete del trasporto pubblico, (2) in caso di esito positivo, applicare le agevolazioni economiche dell’Alto Adige Pass anche alle tariffe dei parcheggi. Il proponente ha spiegato che ci sono già progetti piloti in alcuni Comuni, e che il parcheggio del centro mobilità di Brunico è già accessibile in questo modo, e ricordato la concorrenza del sistema Telepass, che vorrebbe aumentare la propria offerta. Per il futuro sarebbe interessante una proposta per tutto il Tirolo storico.
Madeleine Rohrer (Gruppo verde) si è detta favorevole a un pass unico per tutti i parcheggi e servizi, come car sharing, taxi e funivie, e ha appoggiato il punto (1). Anche le bici dovrebbero avere un equo trattamento relativamente ai parcheggi, le cui tariffe devono restare strumento di manovra.
Paul Köllensperger (Team K) ha approvato la mozione, il park  drive c’è a Bressanone, Brunico e Marlengo e va esteso a tutti i parcheggi collegati ai mezzi pubblici.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit), co-firmatario, ha ritenuto importante motivare all’uso dei mezzi pubblici per andare al lavoro in modo molto complicato, cosa che per Scena non è: sarebbe opportuno un parcheggio pubblico a Maia Bassa, tuttavia a tariffe ridotte, altrimenti conviene proseguire in auto.
Jürgen Wirth Anderlan (JWA Wirth Anderlan) ha sostenuto la mozione, auspicando che venga inserito lo stesso sistema che c’è sui bus, “perché da 4 giorni viaggio gratuitamente”.
Thomas Widmann (Für Südtirol mit Widmann) ha ritenuto positivo prevedere un parcheggio gratuito per chi viene dalle valli, ha quindi sostenuto la mozione.
L’ass. Daniel Alfreider ha chiarito che con l’Alto Adige Pass c’è già da qualche mese la possibilitá di parcheggiare nei parcheggi digitalizzati – Rohrer dovrebbe ben conoscere la situazione a Merano. Nei comuni di Bressanone e Brunico è stato possibile digitalizzare i parcheggi, a Merano ci si sta lavorando intensamente e si intende incentivare il sistema. Anche per il punto (2) il sistema c’è già, quindi la mozione è superflua. Bernhard Zimmerhofer si è rammaricato della proposta: ci sono progetti pilota, ma la mozione intendeva ampliare il sistema a tutta la provincia. La mozione è stata messa in votazione per parti separate: le premesse e il punto (1) sono stati approvati, le prime con 16 sí e 15 no, il secondo con 17 sí e 15 no, il punto (2) È stato respinto con 12 sí e 20 no. con
Lo stesso Bernhard Zimmerhofer (Süd-Tiroler Freiheit) ha presentato poi la La Rai deve risparmiare: approfittiamone! (presentata dai conss. Zimmerhofer, Rabensteiner, Knoll e Atz Tammerle il 02/01/2024), con cui chiedeva (1) di sollecitare la Giunta provinciale ad appurare se sussistano tutte le condizioni giuridiche, tecniche e finanziarie per istituire un’emittente radiotelevisiva per la provincia di Bolzano, che sia autonoma sotto ogni punto di vista, e in caso di esito positivo, a provvedere alla sua istituzione, (2) di sollecitare la Giunta provinciale ad individuare tutte le possibilità di collaborazione tecnica e logistica con gli operatori pubblici locali già esistenti al fine di lavorare in sinergia e risparmiare sui costi. La Rai, ha detto il proponente, ha chiuso il 2023 con quasi 560 milioni di euro di debiti:  si dovrebbe cogliere l’occasione per avviare la sua acquisizione e la conseguente trasformazione in un’emittente locale indipendente. Ha quindi riferito di un incontro con i rappresentanti RAI nel corso del quale si è parlato anche dei problemi finanziari, e ricordato i 20 milioni che la Provincia paga annualmente sulla base dell’accordo di Milano, nonché le difficoltá che riguardano il personale, con rapporti di lavoro precari e sempre meno garanzie, e il centralismo di Roma.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha rilevato l’importanza per una minoranza di un medium nella propria lingua, e definito “un grande successo” la conquista di un’emittente propria tedesca. L’edificio RAI a Bolzano si trova in condizioni vergognose, e il budget non può essere gestito in autonomia.
Alex Ploner (Team K) ha ricordato la propria esperienza nel settore mediatico a partire da Südtirol Heute nel 1996; ha quindi dato ragione ai proponenti su vari punti. Bisogna anche vedere come i colleghi RAI possono usare i soldi pubblici: ci sono difficoltà, e va promossa la qualità. Ha ricordato i debiti del Bayerischen Rundfunk, in confronto ai quali quelli della RAI non sono nulla; aggiungendo che fare TV è molto costoso, e questo contrasta con l’obiettivo di risparmiare creando una propria emittente. Il primo punto non si può approvare, il secondo sì: ci si asterrà.
Il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha chiarito che l’attività di RAI Südtirol non viene finanziata dalla Provincia ma dallo Stato; sulla base dell’Accordo di Milano i 20 milioni e sono garantiti, a fronte di ulteriori tagli; le norme d’attuazione definiscono anche il minutaggio da produrre, e questo viene controllato: viene prodottopüiù del minimo previsto. IL problema è che la RAI è organizzata in modo centralistico, e il budget non può essere gestito a livello locale, anche se negli ultimi anni si è riusciti ad avere più margine. I consumatori oggi si informano più online che via radio o TV, e quindi la RAI è presente di più anche online. Se la proposta intende influenzare la popolazione con contenuti che piacciono di più non va bene, se invece ha l’obiettivo di migliorare la qualità è condivisibile, ma non c’è la competenza in questo settore: quanto proposto non è possibile, si puó invece puntare ad avere una maggiore voce in capitolo per quanto riguarda i mezzi finanziari, sulla scia di quanto fatto finora. È stata fatta anche la proposta di una nuova sede nell’areale ferroviario, senza regalare nulla ma per consentire anche agli spettatori di presenziare alle trasmissioni: lo Stato però deve metterci i finanziamenti. L’obiettivo della mozione è in parte condivisibile, ma non si possono lanciare segnali sbagliati. Bernhard Zimmerhofer ha evidenziato che non si possono gestire autonomamente i 20 milioni, e che la sua proposta mirava a migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti, non a influire sui contenuti. Messa in votazione, la mozione è stata respinta: le premesse con 6 sì, 26 no e 1 astensione, il punto (1) con 6 sí, 26 no e 1 astensione, il punto (2) con 7 sí, 22 no e 5 astensioni.
Maria Elisabeth Rieder (Team K) ha quindi presentato la Diritto ad avere un posto in una struttura che offre servizi di assistenza alla prima infanzia (presentata dai conss. Rieder, Köllensperger, Ploner F. e Ploner A. il 04/01/2024), con la quale chiedeva di impegnare la Giunta provinciale (1) a informare i Comuni sulle misure previste nel Piano d’azione per la parità di genere per quanto riguarda l’assistenza alla prima infanzia; (2) a impegnare i Comuni affinché rilevino regolarmente il fabbisogno di posti nelle strutture per la prima infanzia; (3) a raccogliere regolarmente i dati sul numero di posti disponibili nelle varie strutture di assistenza alla prima infanzia assieme al numero di bambine e bambini iscritti nelle liste d’attesa dei singoli Comuni, per aiutare i Comuni con lunghe liste d’attesa nella creazione di ulteriori posti; (4) ad applicare le previste riduzioni di finanziamento ai Comuni che non forniscono posti in servizi per la prima infanzia; (5) a sancire il diritto ad avere un posto in una struttura per la prima infanzia. La proponente ha evidenziato l’importanza di questi interventi per la parità di genere e rilevato che frequentemente c’è un rimpallo di responsabilità tra Provincia e Comuni. Ha ricordato poi l’affermazione dell’ass. Pamer secondo cui per i bambini della provincia doveva essere trovato un posto.
Brigitte Foppa (Gruppo verde) ha riferito che il tema era stato trattato spesso anche nella scorsa legislatura, e aggiunto che nel proprio comune, Montagna, era stata identificata come prioritá la realizzazione di un asilo nido, ma era stato perso tanto tempo. Il tempo stringe e le famiglie sono in difficoltà: va sancito il diritto al posto di assistenza alla prima infanzia. Il piano Aequitas, ha aggiunto, è stato presentato ma non approvato.
Waltraud Deeg (SVP) ha ricordato che nel 2009 c’erano 40 strutture di assistenza alla prima infanzia, ora sono 125: quindi è stato fatto molto, anche se molto è ancora da fare. Fondamentali sono la legge per la promozione della famiglia, le linee guida in quest’ambito, che riguardano in primis la qualità di assistenza alla prima infanzia, con strutture create dai Comuni e finanziate dalla Provincia. Quando lei ricevette la competenza nel 2014 non c’era neanche l’Agenzia per la famiglia, quindi si è partiti da zero, visitando tutti i 116 Comuni, per garantire alle donne la possibilità di scegliere. Anche per chi decide di stare a casa sono stati aumentati i contributi. Nel 2007 è stato introdotto in Germania il diritto all’assistenza alla prima infanzia, ma questo non ha creato un posto in più, mentre con delibera del 2016 in provincia è stata incentivata la creazione di un numero maggiore di posti.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit), premettendo che c’è bisogno dei servizi alla prima infanzia, ha invitato a riflettere su come garantire la libertà di scegliere, che a oggi non è data per motivi economici, e a chiedersi se i Comuni sono in grado di gestire tutto da soli – anche il mondo economico dovrebbe contribuire, visto che desidera un rapido rientro delle donne nel circuito lavorativo. Ha quindi chiesto voto separato del punto 4: ci possono essere Comuni senza fabbisogno oppure che collaborano con altri Comuni, in questi casi una riduzione di finanziamento non è corretta.
Franz Ploner (Team K) ha sottolineato l’importanza di un’assistenza capillare, soprattutto per favorire la conciliazione famiglia-lavoro. Importante è il diritto all’assistenza alla prima infanzia, che in Tirolo esiste per tutti i bambini dai 2 anni – con lo stanziamento di 50 milioni, perché dà la possibilità di progettare il futuro. Ha ricordato l’audizione in Consiglio nella scorsa legislatura, con testimonianze di esperti a favore dell’assistenza all’infanzia quale offerta qualitativa a lungo termine.
Renate Holzeisen (Vita), favorevole alle strutture alla prima infanzia, ha ricordato che in Tirolo rispetto alL’Alto Adige non c’è l’obbligo di vaccinazione per i bambini che le frequentano: in Alto Adige invece alcuni bambini vengono per questo esclusi, con una violazione del diritto di libera scelta per i genitori. Bisogna riflettere su come intervenire nei confronti di Roma.
Il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha ricordato di essersi occupato del tema come sindaco e presidente del Consorzio dei Comuni, e di aver proposto una percentuale di posti garantita. Da allora c’è stato un grande sviluppo. In germania, con diritto al posto sancito, c’è una carenza di posti più acuta: La Giunta ha fatto e investito molto negli ultimi anni, e non puó essere accusata di esitazione: questo si riflette anche nei bilanci dei Comuni, verso i quali sono andati maggiori trasferimenti. si tratta di un investimento nel futuro.
L’ass. Rosmarie Pamer ha ricordato la propria esperienza in Comune, aggiungendo che il tema è prioritario e in merito si lavora con i Comuni e con le aziende, che vogliono sostenere la conciliabilità insieme alle cooperative. Strutture e servizi di assistenza sono stati ampliati continuamente negli ultimi 10 anni, sia in termini di numero di posti che in quanto a capillarità. I servizi possono accogliere in media il 26% dei bambini tra gli 0 e i 3 anni, 10 anni fa erano il 10%, i contributi della Provincia sono triplicati. In diversi Comuni vengono create infrastrutture con i fondi del PNRR – 17 i progetti presentati per un totale di 11 milioni €. Si intende migliorare i criteri di qualità e di combinare assistenza all’infanzia e scuole dell’infanzia nei Comuni, la maggior parte dei quali è ben  consapevole dell’importanza di questi servizi. In quanto alle liste d’attesa, sono un po’ sfalsate perché i genitori fanno richiesta in più Comuni; ce ne sono 4 che non mettono a disposizione posti: l’assessora è in contatto per intervenire. In quanto al diritto di cui si è parlato, è un obiettivo politico che condivide: sono fondamentali molti fattori, in primis la carenza di personale, quindi bisogna dialogare e trovare insieme delle soluzioni. Maria Elisabeth Rieder ha evidenziato che la discussione aveva mostrato l’importanza della tematica, aggiungendo che deve essere garantita una vera libera scelta: questa si ha, è vero, con adeguate condizioni finanziarie della famiglia, ma anche garantendo la disponibilità di posti. Ha invitato a promuovere un adeguamento per le cooperative del terzo settore in modo che il personale non abbandoni per passare alle scuole dell’infanzia e ribadito la necessità di rilevare i dati, nonché che a volte un obbligo per i Comuni è necessario. Ha corretto il punto (4) aggiungendo la specifica “ai Comuni che, nonostante il rilevamento effettuato…”. La mozione è stata votata nominalmente e per parti separate e respinta: le premesse sono con 13 sí e 20 no, il punto (1) con 14 sí e 19 no, il (2) con 14 sì e 19 no, il (3) con 15 sì e 19 no, il (4) con  14 sì e 19 no, il (5) con 14 sì e 19 no.
Il tempo riservato all’opposizione è terminato. La seduta continua con la trattazione delle proposte della maggioranza.

**MC**
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