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Il risparmio medio per una rata di mutuo variabile si aggira intorno ai 18 euro 

Con il taglio dello 0,25% dei tassi d’interesse, la Banca centrale europea conferma la tendenza avviata a inizio giugno, con una sforbiciata dal 3,75% al 3,50%

Si tratta di un’inversione di marcia molto attesa dai consumatori, dopo gli aumenti costanti iniziati a luglio 2022 per contrastare l’inflazione.

La strategia della Bce per domare l’inflazione 

I prezzi europei, dallo 0,9% del gennaio 2021, erano infatti arrivati all 8,6% a giugno 2022, spinti dalla crisi delle metarie prime scatenata dal Covid e dalla guerra in Ucraina. Il tasso Bce sui depositi era rimasto fisso a -0,5%. L’intervento dell’istituto di Francoforte, che ha iniziato ad alzare il tasso fino al 4,5%, ha riportato i prezzi dal picco del 10,6% dell’ottobre 2022, al 2,4% nell’aprile del 2024. L’inflazione viene considerata fisiologica se si attesta al 2% e questo obiettivo, secondo la Bce, è a portata di mano. 

L’aumento dei tassi di interesse è quindi una misura che tende a ridurre i consumi delle persone e gli investimenti delle imprese per “raffreddare l’economia”, riportando l’inflazione sotto controllo. 

I riflessi sui mutui incidono su 3,5 milioni di famiglie

I tassi di interesse decisi dalla Bce influenzano direttamente l’Euribor, vale a dire il tasso al quale le banche si scambiano denaro tra loro e, indirettamente, tutti i diversi tassi di interesse che incidono sulla vita delle persone.

Fra questi a impattare maggiormente è il costo dei mutui per l’acquisto dell’abitazione, e delle imprese. 

In particolare, le famiglie che stanno pagando un mutuo per l’acquisto di una casa in Italia sono 3 milioni e mezzo. Da alcuni mesi, le banche, in previsione di un ritorno a una politica monetaria meno restrittiva da parte dell’Eurotower, hanno anticipato la prevista riduzione dei tassi, e la discesa potrebbe proseguire nei prossimi mesi. Di conseguenza, ci sono già vantaggi significativi per le famiglie, sia per comprare casa sia per acquistare automobili o elettrodomestici.

Il calo dei tassi: il risparmio per il mutuo di una casa 

I tassi sui mutui sono già diminuiti a una media del 3,44%, rispetto a livelli medi superiori al 5% del 2023, e potrebbero scendere ulteriormente al 3,20%: secondo una simulazione della Fabi, la riduzione può comportare, nel caso di un prestito immobiliare di 25 anni da 200.000 euro, un risparmio complessivo di oltre 70.000 euro (-19,3%). 

Facile.it ha calcolato che, con una sforbiciata di 25 punti base e il relativo calo dell’Euribor, il beneficio per la rata di un mutuo medio variabile è di circa 18 euro. 

Finanziamenti auto ed elettrodomestici: quanto si risparmia?

I tassi sul credito al consumo sono scesi a una media dell’8,58%, dopo picchi superiori al 14%, e potrebbero calare ancora all’8,25%: ciò significa che un’automobile da 25.000 euro, comprata interamente a rate con un finanziamento di 10 anni, costerà oltre 11.000 euro in meno (-23%) rispetto al 2023. 

Per una lavatrice da 750 euro, con un credito di 5 anni, il risparmio sarà di 161 euro (-14,6%). 

Mutuo a tasso fisso e variabile: cosa cambia

I fortunati che hanno stipulato un mutuo prima degli aumenti, optando per un tasso fisso, ovviamente non hanno cambiamenti: le rate rimangono invariate fino al termine del rimborso. 

I più penalizzati sono stati i sottoscrittori di mutui a tasso variabile: più convenienti al momento della stipula, sono cresciuti fino al 78%. Chi all’inizio pagava una rata di 500 euro al mese si è ritrovato a doverne versare fino a 890. È molto probabile che, alla luce delle decisioni prese dal 6 giugno in poi, le rate dei vecchi mutui a tasso variabile possano iniziare una progressiva discesa, anche se è difficile, al momento, indicare una traiettoria precisa.

Quanto costa stipulare un mutuo in questo momento

Negli ultimi mesi, le banche hanno iniziato una progressiva riduzione dei tassi praticati alle famiglie, con il tasso medio fisso che è sceso al 3,44% a luglio scorso, e che adesso potrebbe scendere al 3,20%. La riduzione è stata meno accentuata sui mutui a tasso variabile, con la media stabile attorno al 4%.

Nel corso del 2023, i nuovi mutui a tasso variabile erano arrivati anche oltre il 6% dallo 0,6% di fine 2021, oggi la media è pari al 3,67%: ciò significa che per un prestito da 150.000 euro della durata di 20 anni la rata mensile è di 1.180 euro, ben 515 euro in più (+77,4%) rispetto a quella che si sarebbe ottenuta due anni fa, ovvero 665 euro. A fine 2021 il tasso d’interesse medio era dell’8,1%; alla luce della decisione del 14 settembre, quando il costo del denaro ha toccato quota 4,5%, è arrivato fino al 14,55%. Nel corso del 2023 la media è scesa all’8,58% e potrebbe calare a breve fino all’8,25%. 

Minori vantaggi sui depositi 

I vantaggi sui depositi e i risparmi custoditi in banca invece si riducono. Con il taglio del costo del denaro, è probabile che i tassi di interesse sui conti correnti e su altri prodotti di risparmio vedano una diminuzione.

Molti istituti finanziari si sono già adeguati, stringendo sugli alti tassi d’interesse di qualche mese fa. Alcuni conti deposito ancora a dicembre 2023 offrivano un tasso d’interesse lordo del 4%; adesso si fermano intorno al 3%. I risparmiatori dunque dovranno riconsiderare le loro opzioni per cercare un prodotto più conveniente. 

 

 

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