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«Ci sono pochi soldi? Basta con i bonus a pioggia, basta con i soldi gettati dalla finestra. Abbastanza facile». Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ribadito ieri al Forum Ambrosetti di Cernobbio la linea di politica economica del governo in vista della sessione di bilancio. «Le priorità che danno il moltiplicatore maggiore per me erano aziende che assumono, salari, difesa del potere d’acquisto delle famiglie, la salute dei cittadini e la natalità, problema che dobbiamo affrontare. Noi abbiamo messo le risorse, poche, su questo. Ha funzionato? Pare che un po’ funzioni e quindi io penso che banalmente vada seguita questa strategia», ha spiegato. «Faremo mille proiezioni da qui a quando presentiamo la legge di Bilancio. Io stessa chiedo al ministro Giorgetti di studiare» diverse ipotesi «perché le cose serie si fanno così: prima le studi, vedi che cosa producono e poi decidi quali sono le priorità», ha aggiunto.

I punti di partenza inducono ad avere fiducia. Qualche giorno fa dal Tesoro era filtrata l’intenzione di corroborare il Piano strutturale di bilancio con un deficit/Pil al 2,9% nel 2026, rispettando in un biennio la regola aurea del Patto di Stabilità. Ieri a Cernobbio il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, ha sottolineato che «le stime sul 2024 saranno una conferma di quello che avevamo detto nel Def» ovvero un Pil «dell’1%», ha raccontato ai giornalisti. Il varo del Piano è atteso a breve in modo che il Parlamento possa discuterlo prima dell’invio a Bruxelles entro il termine del 20 settembre. Freni ha poi evidenziato che «la linea» del governo è «consentire al risparmio retail di partecipare al debito» e «quindi, non fatico a immaginare che ci sarà anche l’anno prossimo» una nuova emissione di Btp Valore.

Le priorità indicate dal premier Meloni consentono di ipotizzare le misure della prossima manovra da 25 miliardi. In primis, il rinnovo del taglio del cuneo del quale beneficiano i redditi bassi, seguono la riproposizione degli sconti Irpef con l’idea di allargarli alla riduzione dell’aliquota intermedia fino a 60mila euro di redditi e la rimodulazione dell’assegno unico, che cambierà nome. Prevista anche l’estensione del bonus mamme anche alle professioniste. Confermate le maggiori risorse per la sanità e il rinnovo dei contratti pubblici. Meloni ha anche rassicurato sul prosieguo delle misure Industria 5.0. «Digitalizzazione e transizione restano temi rilevanti per il governo, l’intenzione è quella di portare avanti la misura, ribadendo che la transizione va rivista senza nessun passo indietro sul tema della decarbonizzazione». Si tratta di affermazioni che hanno riscosso particolare consenso in platea, segno che il feeling con il mondo produttivo non è venuto meno.

E anche il rapporto con l’Europa non appare problematico come lo è stato per alcuni esecutivi del recente passato. «Il metodo del confronto con i governi» sulle leggi di Bilancio «è molto utile. Con l’Italia i miei uffici e gli uffici del Mef stanno dialogando in queste settimane in modo molto positivo», ha detto il commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni.

L’Italia, ha aggiunto riferendosi al quadro macroeconomico, «è nella media delle diverse cifre europee, un po’ meglio sull’inflazione, comunque il miglioramento relativo c’è anche sui temi occupazionali. La crescita è limitata, ma non siamo in una fase di stagnazione come, purtroppo, altre grandi economie europee».

 

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