Utilizza la funzionalità di ricerca interna #finsubito.

Agevolazioni - Finanziamenti - Ricerca immobili

Puoi trovare una risposta alle tue domande.

 

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito
#finsubito news video
#finsubitoaste
01_post_Lazio
Abruzzo
Agevolazioni
Agevolazioni #finsubito
Alghero aste
Cagliari aste
Chieti
Emilia Romagna aste
Firenze aste
Italia aste
L'Aquila
Lazio aste
Lombardia aste
News aste
Olbia aste
Post dalla rete
Roma aste
Sardegna aste
Sassari aste
Toscana aste
Zes agevolazioni
   


La Corte dei conti della Toscana ha sollevato un’eccezione di costituzionalità dopo il ricorso di un ex dirigente scolastico

Il blocco della rivalutazione delle pensioni, stabilito dalla legge di Bilancio 2023, finisce sul tavolo della Corte costituzionale. La Corte dei conti della Toscana, in composizione monocratica, chiamata a decidere sul ricorso di un ex dirigente scolastico, ha sollevato un’eccezione di costituzionalità.

Il ricorso di un ex dirigente scolastico fiorentino

A dare la notizia è proprio l’ex dirigente scolastico fiorentino, Marco Panti, oggi in pensione, il cui ricorso ha portato alla decisione del giudice contabile di trasmettere gli atti alla Consulta per una questione di legittimità costituzionale dell’articolo della legge di «Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025», con riferimento agli articoli 3, 23, 36 e 38 della Costituzione. Panti aveva presentato ricorso per ottenere la perequazione integrale del trattamento pensionistico negli anni 2022, 2023, 2024, previa remissione degli atti del giudizio alla Corte costituzionale, in quanto essendo titolare di un trattamento pensionistico «pari a 5.708,11 lordi mensili, quindi superiore a dieci volte il minimo Inps», subiva «gli effetti negativi dei limiti alla perequazione automatica previsti dalla legge di bilancio 2023».




















































Cosa dice l’ordinanza della Corte dei conti

La Corte dei conti toscana nell’ordinanza spiega che : «La penalizzazione dei titolari di trattamenti pensionistici più elevati lede non solo l’aspettativa economica ma anche la stessa dignità del lavoratore in quiescenza» in «tale prospettiva la pensione più alta alla media non risulta considerata dal legislatore come il meritato riconoscimento per il maggiore impegno e capacità dimostrati durante la vita economicamente attiva, ma alla stregua di un mero privilegio, sacrificabile anche in un’asserita ottica dell’equità intergenerazionale». Il giudice contabile aggiunge che: «La particolare dignità dell’attività lavorativa come contributo al progresso della società implica la necessità di valorizzare i principi della proporzionalità della retribuzione ‘alla quantità e qualità del suo lavoro’ (art.36 Cost.) e la funzione propriamente previdenziale dei trattamenti pensionistici (art. 38 Cost.), rendendo necessario mantenere la proporzionalità anche nei confronti dei lavoratori in quiescenza, non solo per assicurare al soggetto un trattamento economico commisurato all’attività lavorativa svolta ma per tutelare la stessa dignità del lavoratore che non può essere sminuita nel periodo successivo al collocamento in pensione».

La revisione delle rivalutazioni e il ricorso della Uil 

Con la Manovra 2023 il governo Meloni ha rivisto il meccanismo di indicizzazione delle pensioni, tagliando la rivalutazione per gli importi più alti. L’aumento rimaneva del 7,3% per le pensioni fino a 4 volte il minimo. Calava, invece, per le pensioni oltre quella soglia: 6,2% per gli assegni fino a 5 volte il minimo (pari a circa 1.600 euro netti), 3,8% tra 5 e 6 volte il minimo. Contro il taglio della rivalutazione anche la Uil pensionati aveva deciso di fare ricorso. «La rivalutazione non è un aumento, ma lo strumento principale per conservare nel tempo il valore delle pensioni – aveva spiegato il sindacato a luglio del 2023 – .La Legge di bilancio 2023, invece, alle pensioni di importo superiore a 4 volte il Trattamento minimo taglia la rivalutazione con percentuali che vanno dal 15% al 68%. Questo comporta perdite significative sugli importi delle pensioni. Una pensione netta di circa 2.500 euro mensili, ad esempio, perde circa 1.500 euro nel solo 2023». A margine dell’udienza iniziale del primo dei 5 ricorsi contro il taglio, il 5 aprile, il segretario della Uilp Carmelo Barbagallo aveva dichiarato: «Finalmente comincia l’iter giudiziale che ci auguriamo porti a una pronuncia della Corte Costituzionale». Pronuncia che potrebbe arrivare prima del previsto dopo la decisione della Corte dei Conti della Toscana di sollevare un’eccezione di costituzionalità.


Scarica la nuova app L’Economia per un’esperienza personalizzata e senza pubblicità

Grazie all’intelligenza artificiale gli articoli e i consigli degli esperti del Corriere della Sera rispondono ai tuoi dubbi su Casa, Fisco, Risparmio, Pensioni e non solo; oltre alle news in tempo reale, le migliori firme e tutto quello che ti può essere più utile per una vita più semplice e informata.

8 settembre 2024 ( modifica il 8 settembre 2024 | 10:42)

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Informativa sui diritti di autore

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni:  la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.

Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?

Clicca qui

 

 

 

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui

La rete #dessonews è un aggregatore di news e replica gli articoli senza fini di lucro ma con finalità di critica, discussione od insegnamento,

come previsto dall’art. 70 legge sul diritto d’autore e art. 41 della costituzione Italiana. Al termine di ciascun articolo è indicata la provenienza dell’articolo.

Il presente sito contiene link ad altri siti Internet, che non sono sotto il controllo di #adessonews; la pubblicazione dei suddetti link sul presente sito non comporta l’approvazione o l’avallo da parte di #adessonews dei relativi siti e dei loro contenuti; né implica alcuna forma di garanzia da parte di quest’ultima.

L’utente, quindi, riconosce che #adessonews non è responsabile, a titolo meramente esemplificativo, della veridicità, correttezza, completezza, del rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e/o industriale, della legalità e/o di alcun altro aspetto dei suddetti siti Internet, né risponde della loro eventuale contrarietà all’ordine pubblico, al buon costume e/o comunque alla morale. #adessonews, pertanto, non si assume alcuna responsabilità per i link ad altri siti Internet e/o per i contenuti presenti sul sito e/o nei suddetti siti.

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui