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Una Porsche sequestrata

di Gianluca Ginella

Truffa sul superbonus, sei misure cautelari nelle Marche e otto in tutto le persone denunciate, a vario titolo. In manette l’indagato principale, Salvatore Perricciolo, calabrese residente nel Fermano (recentemente già arrestato per scontare una pena relativa a una condanna in via definitiva per fatti di droga). Agli arresti domiciliari un ingegnere. Sequestri per oltre cinque milioni di euro in varie province tra cui Macerata, di cui tre per crediti fiscali inesistenti. L’indagine è stata condotta dalla Guardia di finanza di Ancona. I provvedimenti cautelari sono stati spiccati dal Gip del tribunale di Fermo.

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Nel provvedimento è stata disposta la custodia in carcere per Salvatore Perricciolo e gli arresti domiciliari per un professionista e quattro misure dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti degli altri 4 indagati. A eseguire la misura il Gico della Guardia di finanza.

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Salvatore Perricciolo

La vicenda, stando alle indagini condotte dai finanzieri, riguarda una presunta frode nel settore dei superbonus edilizia (sisma-bonus ed eco-bonus) che sarebbe stata perpetrata tramite fittizie intestazioni societarie e fatture per operazioni inesistenti. Sempre secondo gli inquirenti i proventi illeciti sarebbero poi stati autoriciclati nell’acquisto di immobili e beni di valore.

Per Perricciolo il Gip di Fermo ha disposto la misura cautelare in carcere. Il 44enne, residente a Montegranaro e legato pure a Civitanova, lo scorso 20 agosto, dopo mesi di latitanza, era stato arrestato in Slovenia. Era ricercato perché deve scontare circa 15 anni per una sentenza passata in giudicato. Dopo l’estradizione si trova nel carcere di Padova dove ieri gli è stata notificata la misura cautelare. Perricciolo è assistito dagli avvocati Gabriele Cofanelli e Anna Indiveri. Nei prossimi giorni ci sarà l’interrogatorio di garanzia.

Per gli inquirenti avrebbe costituito due imprese edili (intestate a prestanome) e con fatture per operazioni inesistenti avrebbe ottenuto contributi dallo Stato per lavori di efficientamento energetico e sismico. Lavori che non sarebbero stati realizzati o sarebbero stati realizzati in parte con conseguente cessione dei crediti fittizi, anche grazie alle false attestazioni di professionisti abilitati.

E qui entra in gioco un altro indagato, l’ingegnere Davide Cesarini, 57 anni, di Osimo, residente a Porto Sant’Elpidio che è finito agli arresti domiciliari (è assistito dall’avvocato Renato Coltorti). Per la Guardia di finanza il professionista avrebbe presentato all’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) le necessarie asseverazioni, con informazioni false o attestazioni non veritiere sulla congruità delle spese. Il professionista era subentrato in questo meccanismo illecito dopo che un suo collega, per gli inquirenti al servizio del sodalizio criminale, era stato coinvolto per lo stesso tipo di condotta in un’analoga indagine di un’altra procura.

Misura cautelare dell’obbligo di firma per altri 4 indagati. Uno è un consulente del lavoro, incaricato di apporre i visti di conformità in relazione ai crediti ceduti e di trasmettere telematicamente i modelli di cessione del credito all’Agenzia delle Entrate. Gli altri tre sono ritenuti sodali di Perricciolo.

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La frode fiscale avrebbe generato crediti inesistenti per 3 milioni di euro, alcuni dei quali già ceduti a soggetti terzi o già oggetto di indebita compensazione per il pagamento di tributi dovuti, indicano gli inquirenti, per i quali erano anche state inviate, in alcuni casi, insolite richieste di annullamento.

Il Gip ha disposto un sequestro preventivo per oltre 5 milioni di euro, dei quali 3 milioni di crediti inesistenti e 2 milioni pari al presunto profitto dei reati contestati agli indagati. Il sequestro dei beni (formalmente intestati a prestanome e a società, ma di fatto nella disponibilità di Perricciolo, sempre secondo gli inquirenti) sono stati eseguiti in provincia di Fermo, Ancona, Macerata, Ascoli, Teramo e Catanzaro. In queste province sono state sequestrate dodici unità immobiliari. Sigilli anche ad auto di lusso (fra cui alcune Porsche) e a conti correnti.

 

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