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Di poco sotto la media nazionale, ferma al 95,8%. L’Abruzzo si colloca a metà classifica, secondo l’ultimo report di Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie e l’energia, per numero di cantieri del Super ecobonus 110% portati a termine. Esattamente 14.780 gli edifici ristrutturati al 31 luglio 2024, con il 93,4% dei cantieri conclusi e un totale degli investimenti pari a 4 miliardi 180milioni 312mila euro. «Il Superbonus ha dato i suoi risultati anche in Abruzzo, con le imprese che sono riuscite a concludere buona parte dei lavori. Ma c’è ancora una residuale difficoltà dovuta al repentino cambiamento in corsa», spiega il presidente Ance Abruzzo, Enrico Ricci, «sia per quanto riguarda il blocco dello sconto in fattura che il conseguente irrigidimento delle banche. Un combinato disposto che ha in parte prodotto la sospensione delle attività».
ECCO I NUMERI
Come ogni inizio mese, l’Enea ha fornito il report che fotografa benefìci e criticità del Superbonus, lo strumento pensato per migliorare l’efficienza energetica e riqualificare il patrimonio edilizio, introdotto dal governo Conte 2. Secondo i dati dell’Enea, a livello nazionale sono circa mezzo milione gli edifici ristrutturati per un totale di 117 miliardi di investimenti ammessi a detrazione. In Abruzzo l’efficientamento e la messa in sicurezza ha riguardato circa 15mila immobili, di cui un terzo sono condomini. Per la precisione 5.427, con un investimento medio di 578mila 305 euro. In questo caso i cantieri conclusi rappresentano il 91,9%. Gli edifici unifamiliari oggetto di lavori sono stati, invece, 7.085 per un investimento medio di 115mila 901 euro e il 98,2% di lavori conclusi. 2.268 le unità funzionalmente indipendenti ammesse ai lavori del Super ecobonus 110%, per un investimento medio di 7.305 euro. Qui i cantieri terminati rappresentano il 98,5%.
LA VOCE DI ANCE
Commentando le percentuali diffuse dall’Enea, il presidente Ricci parla di «risultato positivo: il tessuto produttivo abruzzese ha saputo cogliere l’opportunità scaturita dal Superbonus, con un buon impatto anche sulla riqualificazione edilizia e sull’aumento del valore del patrimonio ristrutturato oltre che, ovviamente, sulla sicurezza degli immobili. Poi, c’è stata una brusca interruzione del flusso determinata dal cambio normativo in corsa che ha causato non poche difficoltà alle imprese». Il problema è riconducibile ai crediti non riscossi che le aziende edili hanno in pancia. «Crediti che le imprese hanno difficoltà a smaltire, pur essendo già contrattualizzati con le banche, ma di fatto bloccati. È questa la coda residua del Superbonus», evidenzia Ricci, «uno stato di fatto che ha prodotto un momento di impasse e tensione economica all’interno di molte imprese». Quasi archiviato il Superbonus, che l’attuale governo Meloni, sulla base di valutazioni di cassa ha ridotto al 70%, rendendolo fruibile solo per i condomini e gli edifici da due a quattro unità immobiliari, si apre la strada del futuro dell’edilizia. Per gli interventi sugli edifici danneggiati dai terremoti del 2009 e del 2016-2017 il governo ha approvato una deroga che consente al cratere dell’Aquila e a quello del Centro Italia, di restare fuori dalle restrizioni del Superbonus, destinando a queste aree rispettivamente 70 milioni e 330 milioni di euro.
RIQUALIFICAZIONE EDILIZIA
Non gettare la spugna. È la richiesta dell’Ance Abruzzo, che sollecita il governo «a continuare sulla strada intrapresa per la messa a norma degli edifici, che è anche garanzia di sicurezza. Archiviato il Superbonus come era stato pensato inizialmente», spiega Ricci, «è auspicabile che vanga varata una norma, con aliquote agevolate diverse e più basse rispetto al passato, che consenta di proseguire nella politica di adeguamento e riqualificazione edilizia, con un evidente vantaggio per i proprietari degli immobili, il mondo edile e la collettività tutta». Il tutto tenendo conto delle disponibilità di cassa. «L’idea potrebbe essere quella, per non sforare nei bilanci», aggiunge il presidente Ance Abruzzo, «di mettere a disposizione un fondo annuale, con una programmazione preventiva, anche su prenotazione dei lavori, in modo da non andare oltre le somme disponibili». A partire dal 1° gennaio 2024 il Superbonus ha subito una contrazione passando dal 90% al 70%, tranne come detto per le zone compite dal sisma. Un ulteriore adeguamento si avrà nel 2025, con una riduzione dell’aliquota al 65%. Le detrazioni relative al bonus fiscale variano in base al periodo in cui si è sostenuta la spesa, in particolare per condomini e persone fisiche si applica: il 110% per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022; il 90% per le spese dell’anno 2023; il 70% per il 2024 e il il 65% per il 2025. Per quest’anno rimarrà in vigore l’Ecobonus standard, un’agevolazione che offre vantaggi significativi, soprattutto per i lavori condominiali, con un’aliquota massima di detrazione del 75%.
©RIPRODUZIONE RISERVATA



 

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