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13.44 – venerdì 6 settembre 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Cresce sempre di più la rabbia di infermieri, ostetriche, assistenti sanitarie, terapisti della riabilitazione psichiatrica e di tutti i professionisti dell’Azienda sanitaria e delle Apsp, la situazione è sempre più insostenibile, per gli elevatissimi carichi di lavoro e l’inadeguato recupero psico-fisico, si saltano i riposi e si accumulano ferie residue, a fronte di stipendi nettamente inferiori alla media europea.

Il periodo estivo, con l’esigenza di usufruire le ferie estive, ha messo ancora di più a nudo la cronica carenza di professionisti sanitari, che devono ora sopperire sempre più anche alla mancanza di figure di supporto come l’Oss e sono gravati da un elevato carico burocratico-amministrativo.

Le università faticano a raccogliere nuove iscrizioni di professionisti sanitari, in particolare la professione infermieristica non è più attrattiva in termini di riconoscimento economico ed in particolare i nostri giovani chiedono una maggior conciliazione vita lavoro ed il miglioramento di istituti contrattuali come il part-time e la tutela materno infantile, ormai la qualità della vita privata in sanità è ai minimi termini.

I dati sono allarmanti, a Trento 140 candidati per la laurea infermieristica su 200 posti disponibili, a Bolzano si sono presentati in 82 alla selezione su 150 posti, i dati sono in calo anche a livello nazionale.
Negli anni sono aumentate le dimissioni volontarie e nei prossimi 10 anni circa 2000 infermieri trentini, molti figli della generazione baby-boom, andranno in pensione.

Negli ultimi quattro anni, a livello nazionale oltre 23mila infermieri hanno deciso di dimettersi dal loro impiego a tempo indeterminato in un ospedale pubblico italiano per andare a lavorare all’estero o per cambiare totalmente vita e settore lavorativo. È quanto rivela un’indagine del Nursing Up, il sindacato nazionale infermieri, secondo una stima relativa al periodo 2023-2024. E la Provincia di Trento cosa ha intenzione di fare? Da noi tutto va bene?
L’assunzione di nuovo personale tramite le procedure concorsuali va a rilento ed ai professionisti sanitari dei comparti trentini sono negate indennità invece riconosciute ai medici da anni, come quella legata all’esclusività oppure opportunità come la libera professione intramoenia, i dipendenti provinciali inoltre godono di trattamenti previdenziali privilegiati rispetto ai dipendenti della sanità trentina, trattata come la cenerentola da questa provincia.

I professionisti sanitari sono sempre più anziani e con limitazioni legate alla salute, l’età media è di circa 50 anni e con l’allungamento dell’età pensionabile si pongono ulteriori problemi nell’organizzazione del lavoro, occorre pertanto avviare un percorso di tutela della salute sul lavoro per tutti i lavoratori over 55, a partire da quelli sanitari. Ci è inoltre negato dal punto di vista legislativo il riconoscimento delle mansioni usuranti, sono anni che le chiediamo, ora siamo pure penalizzati economicamente dal punto di vista pensionistico!

La qualità e la sicurezza delle cure devono essere poste al centro del dibattito politico, la popolazione invecchierà sempre più e di conseguenza i pazienti non autosufficienti aumenteranno esponenzialmente, è urgente istituire un tavolo provinciale in assessorato con il sindacato per affrontare tutti i nodi dell’emergenza, destinata ad aggravarsi. Non servono provvedimenti “spot” ma un grande progetto di rilancio della sanità pubblica, individuando tutta una serie di azioni contrattuali e legislative che dovranno essere celermente agite.

Il contratto di lavoro deve essere riformato, è obsoleto ed anacronistico, noi chiediamo una categoria in più per tutti i sanitari, per armonizzarli ai dipendenti provinciali aventi pari formazione, occorre inoltre implementare il riconoscimento economico di competenze, responsabilità e disagio.

Noi vogliamo essere coinvolti e portare il nostro contributo costruttivo, in qualità di sindacato che rappresenta il maggior numero di sanitari del comparto. Diciamo basta alla politica degli annunci e tagli di nastro, senza personale si inaugureranno solo cattedrali nel deserto. Dalle nostre istituzioni ci aspettiamo azioni concrete per affrontare una situazione che si preannuncia gravissima e che rischia di compromettere nei prossimi anni la qualità delle cure nei confronti dei cittadini trentini. Quella dell’infermiere è una professione bellissima e svolta dai nostri colleghi con passione, viene abbandonata per le difficili condizioni di lavoro e lo scarso riconoscimento economico e sociale, su questi ambiti bisognerà lavorare per migliorarli!

 

*

Cesare Hoffer
Nursing up Trento

 

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