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in Giurisprudenza Penale Web, 2024, 9 – ISSN 2499-846X

Alla soglia dei venticinque anni dall’entrata in vigore è ancora tempo di modifiche per il D.lgs. 74/2000, dopo oltre dieci interventi legislativi nel corso del tempo, in prevalenza frutto di disposizioni (nelle forme della decretazione di urgenza) per la stabilità finanziaria ed il rilancio economico.

Tra questi, due le riforme per la “revisione del sistema sanzionatorio”: quella di cui al D.lgs. 5 agosto 2015, n. 128 e, da ultimo, l’introduzione delle modifiche ad opera del D.lgs. 14 giugno 2024, n. 87, attraverso cui il Parlamento ha ritenuto di esaurire la delega contenuta nella legge 9 agosto 2023, n. 111, nell’ambito della quale, pertanto, devono ricercarsi le coordinate delle scelte operate.

L’implementazione dell’apporto di risorse erariali è, con evidenza, il tema cruciale di ogni riforma fiscale (con annessi, stentorei, proclami dell’esecutivo di turno). Si tratta di questione notoriamente critica nel e del tessuto sociale del nostro Paese, al centro di continui richiami da parte dei vertici delle istituzioni nel costante tentativo di centrare il sentire comune su di una diversa e più ampia prospettiva di coesione sociale che passi, prima di tutto, dalla fattiva applicazione dei princìpi contenuti nell’art. 53 della Carta costituzionale.

Premesso che ogni riforma crea, per l’interprete, anche l’opportunità di tracciare un bilancio sullo stato dell’arte, nondimeno, il differente (e inedito) scenario dell’economia globale emerso dopo l’avvento della stagione pandemica renderebbe almeno in parte infruttuoso indugiare nella verifica di possibili linee di (dis)contuinuità tra la delega conferita dal Parlamento nel 2014 e quella del 2023.

D’altro canto, deve subito rilevarsi che l’intervento dell’attuale Legislatore non assume i tratti di una palingenesi del diritto penale tributario (a differenza di quanto accaduto con la precedente revisione del sistema sanzionatorio, vengono modificati essenzialmente soltanto i cc.dd. reati riscossivi, ossia omessi versamenti e indebita compensazione). Piuttosto, come si proverà a considerare, la novella si caratterizza, nella sostanza, per una mirata e significativa rivisitazione del “riflesso penale” dell’assolvimento, da parte del contribuente, dei previsti obblighi erariali, con un impatto particolarmente mirato sulle cause di non punibilità sugli effetti che lo stesso pagamento produce nel caso in cui l’A.G. penale ritenga di disporre il sequestro e la successiva confisca del profitto di reato.

Come citare il contributo in una bibliografia:
T. Sabbatini, La riforma dei reati tributari: appunti sul D.lgs. 87/2024, in Giurisprudenza Penale Web, 2024, 9

 

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