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Cosa sono i PEBA? Sono obbligatori? A chi compete la redazione dei piani? Come si progettano?

Il PEBA (Piano Eliminazione Barriere Architettoniche) è lo strumento che consente ai Comuni e agli enti pubblici di monitorare, progettare e pianificare gli interventi finalizzati al superamento delle barriere architettoniche negli edifici e negli spazi urbani.

Leggi la guida per saperne di più e scopri le ultime novità sul tema!

La soluzione più avanzata per la progettazione di un PEBA digitale e georeferenziato è offerta dall’integrazione del BIM con il GIS.

aggiornamento

Tavolo tecnico al MIT per monitorare lo stato di attuazione dei PEBA

Presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si è insediato il Tavolo tecnico per definire lo stato di attuazione dei Piani per l’eliminazione delle barriere architettoniche (PEBA).

L’obiettivo è migliorarne l’applicazione, proponendo ai ministri promotori linee guida aggiornate e soluzioni normative omogenee sul territorio nazionale, rivendendo norme molto datate e promuovendo una progettazione universale sia per gli spazi pubblici che per gli spazi privati.

Un contributo importante è arrivato dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri con l’invio di un primo documento di sintesi della normativa vigente in materia di barriere architettoniche.

Cosa sono i PEBA

I PEBA sono piani finalizzati all’abbattimento delle barriere architettoniche negli spazi pubblici e negli edifici pubblici già esistenti.

Introdotti dall’articolo 32, comma 21, della legge 46/81 e integrati con l’articolo 24, comma 9, della legge 104/1992 (che ne ha esteso l’ambito agli spazi urbani con i Piani di accessibilità urbana – PAU), i PEBA sono strumenti di monitoraggio, pianificazione e programmazione degli interventi volti a garantire:

  • l’accessibilità e la visitabilità degli edifici pubblici;
  • l’accessibilità degli spazi urbani pubblici costruiti o naturali;
  • la fruizione dei trasporti da parte di tutti.

L’obiettivo di un PEBA è, quindi, quello di garantire alle persone con disabilità il raggiungimento del massimo grado di mobilità nell’ambiente abitato e di fruibilità degli edifici, secondo criteri di pianificazione, di prevenzione e di buona progettazione.

Cosa contiene il PEBA?

Il PEBA rileva e classifica tutte le barriere architettoniche presenti in un’area circoscritta; può riguardare edifici pubblici o porzioni di spazi pubblici urbani (strade, piazze, parchi, giardini, elementi arredo urbano).

Il piano individua le proposte progettuali di massima per l’eliminazione delle barriere presenti e fornisce la stima dei costi.

I PEBA non sono solo uno strumento di monitoraggio, ma anche di pianificazione e coordinamento sugli interventi per l’accessibilità poiché comportano una previsione del tipo di soluzione da apportare per ciascuna barriera rilevata, i relativi costi, la priorità di intervento.

Il PEBA deve quindi indicare in modo semplice ed univoco:

  • qual è la criticità da eliminare e dove si trova;
  • la soluzione tipo che il progetto esecutivo deve prevedere;
  • il costo richiesto per risolvere ogni criticità.

Il PEBA fornisce lo strumento di indirizzo per:

  • la programmazione degli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche in base alle priorità prima definite e in considerazione delle risorse economiche disponibili;
  • la definizione delle priorità d’intervento.

Il PEBA viene attuato con il programma triennale dei lavori pubblici, i piani manutentivi di spazi e percorsi pubblici, l’attuazione di accordi operativi e progetti privati; uno degli strumenti più efficaci per perseguire gli obiettivi del PEBA a lungo termine è il Regolamento Edilizio Comunale (REC).

I PEBA sono obbligatori?

La legge 41/86 e la Legge 104/92 hanno in sostanza introdotto l’obbligo, per le “Amministrazioni competenti”, di dotarsi di un PEBA, senza tuttavia fornire indicazioni utili per la sua redazione e per i suoi contenuti, ma prevedendo sanzioni per gli enti inadempienti.

Sono obbligati a dotarsi di un PEBA tutti gli enti che detengono un patrimonio edilizio e infrastrutturale pubblico che ospita servizi pubblici, spazi pubblici e luoghi di lavoro.

Sono i Ministeri e le Regioni a fornire linee guida e documenti di indirizzo per la redazione dei PEBA e ad incentivare i Comuni alla progettazione dei Piani per l’eliminazione delle barriere architettoniche destinando le apposite risorse del “Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità”.

A titolo di esempio, proponiamo le linee guida fornite dalle Regioni Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna.

Chi redige il PEBA?

Il PEBA è uno strumento interdisciplinare che integra diverse competenze e ha forte attinenza sia con gli aspetti della pianificazione del territorio che con quelli dei lavori pubblici e della gestione del patrimonio comunale.

È pertanto consigliato in molti documenti di indirizzo emanati dalle regioni di creare un gruppo di lavoro interdisciplinare costituito da tecnici afferenti a aree differenti e con competenze specialistiche.

Laddove tali competenze siano rinvenibili tra il personale, il Piano può senz’altro essere elaborato all’interno del Comune.

In caso contrario è opportuno affidare l’incarico di redazione del PEBA a un professionista esterno, fermo restando che anche in tale ipotesi è comunque necessario individuare un referente di progetto all’interno dell’Amministrazione.

Come si redige un PEBA?

La redazione di un PEBA si sviluppa in 4 diverse fasi:

  • analisi preliminare dello stato di fatto, del contesto territoriale e delle esigenze attraverso l’ascolto di cittadini e portatori di interesse;
  • definizione delle soluzioni progettuali, progettazione degli interventi;
  • stima dei costi;
  • programmazione degli interventi.

Dopo la sua approvazione, il PEBA ha di norma validità decennale, e può essere aggiornato e integrato in base all’attuazione degli interventi programmati.

I PEBA dei luoghi di interesse culturale finanziati dal PNRR

Il Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche nei luoghi della cultura si differenzia dai PEBA per ambiti urbani ed edilizi ordinari.

Il riferimento normativo è la Circolare della Direzione Generale Musei n. 26 del 25 luglio 2018 “Linee guida per la redazione del piano di eliminazione delle barriere architettoniche nei musei, complessi monumentali, aree e parchi archeologici”.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con l’intervento previsto dalla Missione 1 – Componente 3 – Investimento 1.2, mira a rimuovere le barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi per consentire un più ampio accesso e partecipazione alla cultura.

La misura prevede di diverse linee d’intervento, tra cui:

  • la redazione del Piano Strategico per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (P.E.B.A.), senso – percettive, culturali e cognitive nei musei, complessi monumentali, aree e parchi archeologici, archivi e biblioteche;
  • la realizzazione degli interventi necessari indicati all’interno del P.E.B.A. per rendere i luoghi di cultura italiani fruibili al maggior numero di persone.

Genova: un esempio di eccellenza nell’implementazione dei PEBA

Genova è il primo comune ad avere un PEBA totalmente digitale georeferenziato e accessibile a tutti i cittadini.

Il PEBA di Genova analizza l’accessibilità motoria e sensoriale del territorio comunale, fornendo una mappa dettagliata delle barriere architettoniche presenti.

Grazie al PEBA digitale e georerenziato, Genova ha definito itinerari tematici accessibili che includono arte, cultura, istruzione, tempo libero e commercio garantendo livelli di accessibilità differenziati per monumenti, musei e altre attrazioni.

Consulta le mappe

 

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