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In settimana gli indici azionari globali sono rimasti sostanzialmente stabili con le azioni statunitensi che hanno registrato piccoli guadagni. Nonostante le deludenti previsioni di vendita di Nvidia, gli indici rivolgono ora la loro attenzione ai dati macroeconomici, adesso che la stagione degli utili è ufficialmente terminata. In realtà, il rapporto trimestrale di Nvidia – la parte più attesa della stagione degli utili del settore tecnologico – ha soddisfatto e superato le stime degli analisti su quasi tutti gli indicatori. Sempre nell’ultima settimana il mercato monetario mostra rendimenti dei titoli del Tesoro a 10 anni in aumento seppure scommettano su tagli dei tassi di 100 punti base entro la fine dell’anno. Per ora permane l’incertezza se la Federal Reserve allenterà la politica di un quarto di punto a settembre o effettuerà un taglio più ampio di 50 punti base. In sintesi permane ancora l’incertezza sull’intensità della riduzione dei tassi. Nel frattempo, l’economia statunitense cresce più del previsto nel secondo trimestre, dimostrando che la domanda sta resistendo. “L’economia non sembra cadere nel precipizio come affermavano alcuni analisti a inizio agosto e, nel mercato attuale, le buone notizie sono buone”. Il fatto che, allo stesso tempo, la Federal Reserve possa abbassare i tassi di interesse a partire da settembre mentre l’inflazione continua a rallentare, potrebbe quindi fornire un ulteriore sollievo ai settori che più hanno sofferto per gli alti costi di finanziamento. Anche l’inflazione nell’area euro uscita venerdì conferma questa traiettoria mostrando dati più bassi degli ultimi tre anni, rafforzando quindi le ragioni per un secondo taglio da parte della BCE, questo mese.

Mercato azionario

Il rilascio degli utili di Nvidia di mercoledì è stato il catalizzatore del mercato più significativo della settimana. L’azienda è un motore estremamente importante dei rendimenti di mercato, basti pensare che ha recentemente generato il maggior contributo ai rendimenti settimanali dell’indice S&P 500 in almeno un quarto di secolo. I ricavi del terzo trimestre sono stati circa di 32,5 miliardi di dollari, ha detto mercoledì la società, il che sembrerebbe una vittoria se si considera che gli analisti avevano previsto in media 31,9 miliardi di dollari. Ma alcuni analisti avevano alzato l’asticella a 37,9 miliardi di dollari e il dato di mercoledì ha generato la preoccupazione che la crescita della società possa in futuro essere non così “brillante” come in passato. E questo, insieme agli ostacoli nella produzione del suo attesissimo chip Blackwell, ha pesato sulle azioni della società nelle fasi finali delle negoziazioni. Quello che dobbiamo constatare è che le sue previsioni di vendita, come avviene oggi, saranno anche nel futuro un barometro per capire le direzioni di mercato. S&P 500 e Nasdaq chiudono entrambi sopra la pari ma fanno molto meglio gli indici europei per via di multipli più a sconto e prospettive migliori sul cambio con un Eurostoxx50 a +1,3% e il nostro indice Ftsemib a +2,1%.

Mercato Obbligazionario

Gli investitori sono sempre più convinti che la Federal Reserve taglierà rapidamente i tassi di interesse quest’anno e il prossimo. Un fattore chiave di questa percezione è il modo in cui i mercati hanno chiaramente dichiarato che i giochi sono finiti per l’inflazione, anche se l’indicatore dovesse rimanere sostanzialmente al di sopra del livello del 2% fissato dalla banca centrale. Nei mercati dei tassi, gli operatori stanno riflettendo sui commenti cauti del presidente della Federal Reserve Bank di Atlanta, Raphael Bostic che se da un lato ammette che  “Potrebbe essere il momento” di tagliare, dall’altro raffredda gli animi dicendo che sarebbe necessario avere ancora qualche rassicurazione dai prossimi dati macro per non avere poi soprese dal lato inflazione. Ricordiamo che solo la scorsa settimana invece il presidente della Fed Jerome Powell aveva affermato che “è giunto il momento” per i funzionari di allentare la politica monetaria. Guardano ai titoli del Tesoro  americani a 10 anni vediamo che i rendimenti  sono passati in un mese da + 4,21% ad un +3,80% e i rendimenti a breve a 2 anni fanno anche peggio per cui confermano per ora l’inizio dell’allentamento monetario. Anche in Europa l’inflazione tedesca è scesa ai livelli più bassi dal 2021 ed è un elemento a sostegno di un possibile taglio dei tassi il mese corrente.

Materie Prime

Il petrolio ha preso una pausa dopo i rialzi della precedente settimana, gli investitori rimangono nervosi a causa delle persistenti tensioni in Medio Oriente. Il prezzo del Wti rimane in chiusura venerdì  ancora sotto i 75 dollari il barile. L’oro ha registrato lievi rialzi nei primi tre giorni, ma chiede in settimana appena sopra i 2500 dollari l’oncia con un leggero calo. Alluminio, rame e zinco sono diminuiti a causa dell’aumento delle scorte cinesi, suggerendo una pressione al ribasso dal lato della domanda.

Mercato delle valute e Cryptos

Il dollar index ha avuto il peggior mese dell’anno sulla scia delle voci su una politica monetaria più accomodante da parte della Federal Reserve. In settimana il dollar index recupera un po’ di posizioni perse nel mese con un +1,04% fermandosi a 100 . Viceversa, il cambio Euro /dollaro corregge del 1,28% dopo però settimane di rialzi. Per le Crypto brutta settimana; mercoledì il Bitcoin è sceso sotto i 60.000 dollari, nell’ambito di un’ampia correzione di mercato che ha riguardato un forte calo del secondo token più grande, Ether. Il Bitcoin ha registrato il calo più marcato dalle turbolenze che hanno colpito i mercati globali all’inizio di agosto, perdendo oltre il 6% solo nella giornata di mercoledì. Il crollo del Bitcoin arriva nonostante una serie di afflussi negli ETF statunitensi; per la criptovaluta perfomance settimanale -10,82%.

Dott. Alessandro Pazzaglia, consulente finanziario indipendente, www.pazzagliapartners.it

 

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