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L’economia che cresce più di altri paesi europei, l’occupazione in aumento, l’export a gonfie vele. Gli indicatori economici sono un segnale di fiducia per il governo. E rafforzano la convinzione che le scelte fatte in questi due anni vadano nella giusta direzione. Per questo la stesura del menu della manovra si sta concentrando, oltre che sull’alleggerimento delle tasse, anche sulle misure a sostegno di chi assume e crea lavoro.

“Il merito grosso” dei risultati economici dell’Italia “è delle imprese, del sistema produttivo, dei lavoratori, della loro determinazione, dei loro sacrifici, della loro creatività. Il governo tenta di aiutarli restituendo un’autorevolezza e una credibilità all’Italia, nel mondo, restituendo una stabilità a questa nazione, soprattutto in chi deve prendere le decisioni, perché nessuno vuole investire in una nazione nella quale può cambiare tutto ogni giorno e cambia tutto ogni giorno, ci vuole continuità anche per avere investimenti, e con politiche economiche serie”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, ospite di ‘4 di Sera’, su Rete4. “”Noi avevamo poche risorse, le abbiamo concentrate su poche cose veramente importanti. Basta con i bonus a pioggia, basta con i soldi gettati dalla finestra – ha aggiunto – Per noi era importante aiutare le imprese che assumevano, aiutare le imprese che assumono, aiutare i salari dei laboratori, i redditi delle famiglie, la salute dei cittadini”.

“I dati economici e macroeconomici sono obiettivamente la cosa che mi conforta di più. Noi siamo stati abituati per molti anni a un’Italia che era sempre un po’ fanalino di coda nelle classifiche europee e macroeconomiche. Non è più questa la situazione oggi: noi vediamo un’Italia che cresce, secondo le stime della Commissione europea, più di quanto cresca l’Eurozona, più della Francia e più della Germania”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, ospite di ‘4 di Sera’, su Rete4. “Penso che siano molto importanti i dati sull’occupazione – ha aggiunto -: noi abbiamo adesso il tasso di disoccupazione più basso dal 2008 e il numero di occupati più alto da quando Garibaldi ha unificato l’Italia. Crescono i contratti a tempo indeterminato, quindi contratti stabili, e diminuisce la precarietà, cresce il lavoro femminile. Siamo quest’anno nell’export la quarta nazione al mondo per esportazioni, altra cosa che non era mai successa”.

Difficile, dunque, che si rinunci a confermare la maxi-deduzione per le imprese che assumono, in scadenza a fine anno. Mentre si starebbe lavorando a rimodulare i fringe benefit, con l’ipotesi di un tetto unico per tutti a 1.500-2mila euro. Per definire quello che entrerà davvero nella legge di bilancio per il 2025, si attende però di avere un quadro più certo sulle risorse a disposizione. Che al momento appaiono risicate, rispetto all’obiettivo finale: l’impatto stimato, dice il sottosegretario all’Economia Federico Freni, “sarà di 25 miliardi”.

La premier parla poi dell’impegno del governo sulle pensioni minime”Pensioni minime è una delle nostre priorità, in generale le pensioni basse. In questi due anni noi abbiamo lavorato per una rivalutazione piena di tutte le pensioni che arrivavano fino a 2.270 euro, garantendo che fossero adeguate pienamente al costo della vita, ma abbiamo fatto una rivalutazione al 120% per le pensioni minime, che sono cresciute in modo significativo. L’abbiamo fatto facendo crescere di meno le pensioni che erano molto alte, un’opera secondo me equa, che continueremo a fare perché sicuramente queste persone sono quelle che hanno maggiore bisogno di aiuto da parte dello Stato” ha detto a ‘4 di Sera’, su Rete4.

L’assegno unico. “Non solo io non ho alcuna intenzione di abolire l’assegno unico, tutt’altro, lo sto difendendo, il governo lo sta difendendo. Noi l’abbiamo aumentato, 3 miliardi in più sull’assegno unico in questi anni, riguarda 6 milioni di famiglie. Che cosa accade adesso? La Commissione europea ci apre una procedura di infrazione perché dice che noi dobbiamo dare l’assegno unico anche a tutti gli immigrati che ci stanno in Italia, anche quando hanno figli che sono residenti all’estero. Questa previsione, insieme a una serie di altre cose che chiede la Commissione europea, rischia di rendere l’assegno unico insostenibile” precisa Meloni.. “Perché il Pd, che con Zingaretti ha detto di essere d’accordo con la Commissione europea, non ci dà invece una mano a batterci per difendere questa misura che è fondamentale per le famiglie italiane e che il governo italiano continuerà a confermare e a difendere? – ha aggiunto Meloni – Invece di fare la propaganda sulle notizie inventate da certa stampa…”.

La premier Giorgia Meloni vuole concentrare tutte le risorse disponibili “nel sostegno alle imprese che assumono e per rafforzare il potere di acquisto delle famiglie e dei lavoratori”. Taglio del cuneo e Irpef a tre aliquote sono già garantite. Se si riusciranno a tagliare le aliquote anche al ceto medio dipende da come andrà il concordato preventivo biennale. Sembra sicura l’estensione alle autonome dello sgravio per le lavoratrici madri. Si punta poi a confermare i fringe benefit, che oggi hanno due diverse soglie di esenzione, (mille euro per tutti e 2mila per i lavoratori con figli): l’ipotesi, spiegano fonti parlamentari, è uniformarle. Difficile poi che non venga prorogata la maxi-deduzione al 120% (maggiorata al 130% per giovani, donne, e beneficiari del Reddito) per le aziende che assumono a tempo indeterminato. Appare invece in salita il dossier pensioni, con la Lega spinge per Quota 41, su cui frena però FI che insiste per alzare le minime. Il nodo coperture intanto agita le opposizioni, che temono una stagione di tagli. “Siamo molto preoccupati per i conti”, dice il presidente dei senatori Dem Francesco Boccia, che chiede al governo di riferire in Parlamento.

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