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“L’Italia sta crescendo più di altre nazioni europee, nonostante il rallentamento dell’economia mondiale e la delicata situazione internazionale”, dichiara Meloni sui social esultando per la conferma della crescita del Pil italiano dello 0,2% nel secondo trimestre dell’anno. Per alcuni invece si tratta solo del solito “show propagandistico utile a sviare dalle difficoltà del governo in materia di politiche economiche e industriali”, perché il Paese è prossimo alla stagnazione come indicano altri dati macroeconomici, dal rallentamento dei consumi all’aumento delle imprese in crisi, per non parlare poi del discorso debito. Ma andiamo per ordine.

Meloni: “L’Italia sta crescendo più di altre nazioni europee”

Nel secondo trimestre del 2024 il prodotto interno lordo italiano è cresciuto dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,9% nei confronti del secondo trimestre del 2023, afferma l’Istat confermando le stime preliminari diffuse il 30 luglio scorso. “L’Italia sta crescendo più di altre nazioni europee, nonostante il rallentamento dell’economia mondiale e la delicata situazione internazionale”, esulta Meloni sui social parlando di dati macroeconomici positivi che rappresentano un “segnale di grande fiducia”, “dal Pil all’occupazione, dall’export agli investimenti”, ricordando che proprio in questi giorni è stato diffuso il tasso di disoccupazione attestatosi al 6,5%, il più basso dal 2008.

“La stagione dei soldi gettati dalla finestra e dei bonus è finita e non tornerà fin quando ci saremo noi al governo – aggiunge la presidente del Consiglio -. Tutte le risorse disponibili devono continuare a essere concentrate nel sostegno alle imprese che assumono e che creano posti di lavoro e per rafforzare il potere di acquisto delle famiglie e dei lavoratori”.

Unc: “Un dato allarmante, il Paese è fermo”

In tanti però non si spiegano tutto questo entusiasmo per un’Italia che cresce “solo dello zero virgola”. Un +0,2% del Pil nel secondo trimestre dell’anno è un “dato allarmante. Il Paese è fermo” tuona Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori (Unc). A preoccupare sono soprattutto “i consumi finali nazionali che non crescono sul trimestre precedente e addirittura scendono dello 0,1% sul secondo trimestre 2023. Insomma, i consumi, che rappresentano il 60% del Pil, forniscono un contributo nullo alla crescita”.

Secondo Dona il “decollo dei prezzi del 2022 pesa ancora come un macigno sulle tasche degli italiani”, proprio per questo “urge una manovra che concentri le poche risorse disponibili ad aiutare le famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese, colpite più di tutte le altre dal caro vita”.

“Siamo prossimi alla stagnazione”

Sui social invece c’è chi guarda ad altri dati macroeconomici, non proprio positivi. Numeri “prossimi alla stagnazione” che cozzano con quanto dice la premier. Come l’aumento delle imprese in crisi del +15% rispetto all’anno precedente, che sa di “un’avvisaglia di crisi recessiva”, ma soprattutto la revisione al ribasso della crescita del Pil per il 2024. L’Istat ha rivisto le stime allo 0,6% dallo 0,7% indicato a luglio mentre il governo punta ancora allo 0,9%.

Ma c’è anche chi sostiene che “la crescita dell’Italia, sì superiore dello zero virgola a quella di altri paesi, esiste solo grazie all’aumento del debito”, riferendosi al Pnrr. “In pratica Meloni sta comprando crescita a debito per i prossimi 5 anni”, chiosa Michele Geraci, responsabile affari esteri e commercio internazionale di Movimento indipendenza (vedi foto sotto).

Post Michele Geraci su pil Italia 2° trimestre 2024 - X

Siamo di fronte al solito “show propagandistico utile a sviare dalle difficoltà del governo in materia di politiche economiche e industriali” dichiara Peppe De Cristofaro di Alleanza Verdi e Sinistra sostenendo che “la distanza tra il governo e il Paese reale è diventata abissale”.

Poi incalza: “La Meloni parla di successi ma il potere di acquisto delle famiglie e dei lavoratori non è cresciuto, anzi è diminuito falcidiato dall’inflazione e dall’aumento dei prezzi”, scommettendo sul fatto che per trovare le risorse necessarie per la prossima legge di bilancio “il duo Meloni Giorgetti colpirà sempre gli stessi”, “invece di andare a prendere i soldi da quei settori che hanno beneficiato della crisi facendo extra profitti enormi, o dall’enorme l’evasione che affligge il nostro Paese”.

 

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