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ANCONA «I vari ruoli che ricopro non generano un conflitto di interessi. La legge non impedisce di avere più incarichi». Andrea Santori, presidente della Svem, membro della giunta della Camera di commercio, nel board del Confidi Uni.Co. e titolare della Santori Pellami racconta la sua verità sul crocevia di interessi al centro del quale si trova da anni, «senza aver mai approfittato delle mie posizioni». Nella sede dorica di Sviluppo Europa Marche srl, srotola sul tavolo conti e dati della sua azienda, «per garantire la massima trasparenza». Una spiegazione legata all’inchiesta portata avanti dal nostro giornale negli ultimi due mesi sul sistema di potere inevitabilmente generato dal numero di ruoli accumulati nel tempo.

La rinuncia

L’ultimo inanellato è quello di presidente della Svem, società a cui la Regione ha affidato la delicata partita dei fondi europei. «Ma i soldi della Svem non li diamo noi, ci occupiamo dell’assistenza tecnica – il distinguo iniziale di Santori – arriviamo solo a conclusione del progetto per vedere se corrisponde ai criteri del bando». Una verifica che viene fatta, insomma, «a valle e non a monte». La Santori Pellami ha partecipato a tre bandi finanziati con il Por-Fesr: il primo nel 2019 per una concessione di 5mila euro, il secondo nel 2020 per 85.328 euro e l’ultimo nel 2023 per un contributo massimo di 102.744 euro. In quest’ultimo caso, però, «abbiamo rinunciato perché la Santori Pellami era già in una fase di crisi, anche per trasparenza dei ruoli che occupo. E ho ritenuto di avviare la composizione negoziata». La rinuncia è datata 17 luglio 2024. Quanto al bando del 2020, invece, il saldo da 34.287 euro della concessione è caduto a dicembre 2022, quando Santori era già presidente della Svem, dunque «il controllo è stato fatto dalla Regione che ha indicato una società esterna».

I tavoli

C’è poi la partita dei bandi per l’internazionalizzazione della Camera di commercio, che la Santori Pellami si aggiudica a cadenza quasi regolare: «Si partecipa con il click day – la spiegazione di Santori – dal 2019 ad oggi sono stati assegnati circa 10 milioni di euro e anche noi abbiamo partecipato. In alcuni casi siamo stati scartati. Abbiamo percepito in totale circa 46mila euro per eventi fieristici per i quali spendiamo anche 150mila euro all’anno». Di bando in bando, arriviamo poi al filone degli aiuti pubblici e agevolazioni: dal 2017 ad oggi, la Santori Pellami ha intercettato una cifra pari a 6.860.000 euro, come verificabile consultando il Registro nazionale degli aiuti di Stato. Le due tranche più alte – da 1.371.388 euro e da 1.218.998 euro, entrambe del 2020 – rientrano nel calderone degli aiuti alle imprese concessi dal Governo nazionale per risollevarsi dallo tsunami Covid, ma l’elenco va avanti per sei pagine. «Non erano sovvenzioni – argomenta – ma contro-garanzie usate dalle banche per il medio credito soprattutto nel periodo della pandemia. Erano trasferimenti da debiti a breve termine a medio-lungo termine. Garanzie statali per reggere il mercato». Dulcis in fundo, il contributo in conto interessi da 19.780 euro erogato dal Confidi Uni.Co. in favore della Santori Pellami il 20 febbraio 2024, finanziato attraverso il Fesr 2021/2027: «È stato valutato da una commissione esterna – ricostruisce la vicenda Santori – parliamo di poco più di 19mila euro su un volume di 236 milioni elargiti nel 2024 con i vari Confidi. Hanno partecipato circa 2mila aziende».

Questione di opportunità

Ricapitolando: la Santori Pellami ha partecipato a bandi e ricevuto contributi da fondi europei, Camera di commercio e Confidi, con Santori seduto in tutte le stanze dei bottoni. La domanda è: i suoi ruoli si possono tradurre, anche solo potenzialmente, in un vantaggio competitivo? La risposta di Santori è netta: «No». Il corollario: «I vari ruoli che ricopro non generano un conflitto di interessi: come potrei agevolare un mio amico? Non scelgo io se dare soldi o no». E ancora: «Le cose le ho fatte senza prendere un euro». Per la presidenza della Svem il compenso è di appena 20mila euro l’anno. «Neanche sapevo cosa fosse questa società. Ero in Portogallo quando mi hanno chiamato per chiedermi se volevo fare il presidente della Svem». La risposta alla richiesta è stata: sì, lo voglio. E così un altro incarico si è aggiunto alla collezione. Questione di opportunità.



 

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