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Continua il cantiere per la Legge di Bilancio 2025: L’esecutivo entro il 20 settembre 2024 dovrà inviare a Bruxelles il Piano strutturale di bilancio (Psb) per definire quelli che saranno gli obiettivi programmatici pluriennali e i confini entro cui muoversi con la Legge di Bilancio di fine anno. Il Ministro dell’Economia vorrebbe presentarlo al Consiglio dei Ministri per metà settembre. Il Piano, poi, sarà giudicato dalla commissione Ue. Questo è uno dei motivi che spinge Giorgetti a limitare le uscite previste dalla Legge di Bilancio 2025.

Prima di definire quello che sarà presente in manovra, però, è necessario capire prima quante saranno le risorse a disposizione visto che solo per le misure ipotizzate dovrebbero servire circa 25 miliardi di euro. Con la stesura del Piano strutturale, in ogni caso, si avrà qualche elemento in più per valutare tutti gli interventi che il Governo sta studiando per la manovra.

La Legge di Bilancio 2025 e il debito pubblico

La parola d’ordine in questi anni sarà ridurre il debito pubblico. Essendo troppo elevato, costituisce un fattore di vulnerabilità per l’Italia e proprio per questo il percorso di risanamento che si sta percorrendo mira a ridurlo. Questo ha delle conseguenze sugli interventi che si possono o non possono fare con la Legge di Bilancio 2025: quelli in disavanzo, appare chiaro, saranno molto limitati. Se si riesce nel piano ambizioso, però, di ridurre il debito pubblico, sicuramente si avrà l’opportunità di disegnare un futuro più roseo per il nostro Paese.

Il contesto in cui si collocano i lavori per la Legge di Bilancio 2025 è quello in cui è stato presentato anche il Rapporto annuale sulla politica di bilancio dell’Authority dei conti pubblici: l’Italia è chiamata ad aggiustare il tiro riducendo il Pil di almeno 0,5/0,6 punti l’anno, il che comporta una spesa di circa 10 miliardi. Da considerare che questa correzione era già stata prevista nel Def, ma comunque resta un fattore di vulnerabilità visto che limita gli interventi in disavanzo che si possono effettuare con la manovra. Vediamo quelle che sono, per ora, le misure che si stanno valutando di inserire nel testo della legge finanziaria del prossimo anno.

Legge di Bilancio 2025, il governo trema in vista del 20 settembre. I conti non tornano

Taglio al cuneo fiscale

La riconferma del taglio al cuneo fiscale è l’unica certezza che si ha sulla prossima Legge di Bilancio che vedrà 10,8 miliardi, dei 18 stimati, destinati proprio al rinnovo della misura. L’Upb però lancia un allarme sulla riconferma della decontribuzione per le soglie di reddito di 25.000 e 35.000 euro: si genera una distorsione per chi supera i 35.000 euro lordi l’anno con una perdita di 1.100 euro circa nel corso dei 12 mesi.

Finché la decontribuzione resta una misura temporanea la distorsione non dovrebbe creare preoccupazione, ma se dovesse diventare un intervento strutturale andrebbe ad assumere il carattere di trappola. Da un lato, infatti, ci sarebbe un disincentivo a lavorare di più (straordinari o aumenti di stipendio) diventando uno spauracchio anche laddove sia necessario trovare un accordo per il rinnovo contrattuale.

Riduzione tasse ceto medio

Una delle misure che è fortemente voluta dalla maggioranza è la riduzione delle tasse per il ceto medio con l’abbassamento dell’aliquota Irpef prevista per i redditi da 28.000 a 50.000 euro dall’attuale 35% al 33% e con un contestuale ampliamento dello scaglione fino a 60.000 euro.

La misura richiede, però, fondi che al momento non ci sono e che si dovrebbero reperire tramite il concordato preventivo biennale (il cui esito sarà noto solo dopo il 31 ottobre).

Bonus mamma in busta paga

L’obiettivo di questo Governo, da sempre dichiarato, è quello di incentivare la natalità per contrastare il calo demografico del nostro Paese. Una misura introdotta lo scorso anno proprio con questo scopo è il bonus mamme in busta paga, uno sgravio totale dei contributi (per un tetto massimo di 3.000 euro l’anno) dovuti dalle lavoratrici dipendenti con almeno 3 figli e prevista fino al 31 dicembre 2026. La misura è stata prevista, ma solo per il 2024, anche per le mamme con due figli.

L’intenzione è quella, fondi permettendo, di prorogare la decontribuzione per le mamme con due figli anche per il prossimo anno ed estendere il beneficio anche alle lavoratrici autonome.

Bonus mamme 2025 spetta anche alle autonome?

Le pensioni

Nella Legge di Bilancio di fine anno, solitamente, un capitolo è dedicato alle pensioni. Si tratta sempre di un argomento abbastanza spinoso visto che la priorità è data sempre alle spese indifferibili (come il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici).

Le risorse che rimangono a disposizione per il capitolo previdenziale sono sempre troppo poche per tradursi in un intervento che sia davvero di impatto.

Al momento si parla di un rinnovo di quota 103, Opzione donna e Ape sociale con delle restrizioni in più e di un allungamento della finestra di accesso alla pensione anticipata ordinaria. Ovviamente si tratta di ipotesi perché il confronto al riguardo è solo all’inizio.

Detassazione straordinari

Un’altra misura su cui si sta riflettendo per aumentare i salari dei lavoratori dipendenti è quella di tassare gli straordinari con una flat tax al 15% (una misura simile a quella introdotta per i medici).

La flat tax si applicherebbe solo al salario riferito alle ore che superano quelle previste dal contratto di lavoro: ogni 100 euro di retribuzione per gli straordinari, il dipendente dovrebbe versare solo il 15% di tasse con un guadagno di almeno l’8% (per chi ricade nel primo scaglione di reddito tassato al 23%, superiore per tutti gli altri).

Considerando che l’ora di straordinario è retribuita con una maggiorazione rispetto all’ora ordinaria, l’impatto di una norma del genere sui salari potrebbe essere interessante. Da sottolineare, però, che l’attuazione di questa misura (che ha costi importanti) dipende da diversi fattori.

Tetto unico ai fringe benefit

Nella Legge di Bilancio 2025 potrebbe essere inserita una rimodulazione dei fringe benefit, ovvero delle componenti della retribuzione che sono corrisposte al lavoratore dipendente sotto forma di servizi e beni (auto aziendale e cellulare sono un esempio) che l’azienda fornisce ai dipendenti.

La maggioranza a tal proposito sta valutando se inserire un tetto unico di esenzione fiscale per questi benefici da fissare tra i 1.500 e i 2.000 euro. L’ultima Legge di Bilancio aveva previsto una soglia di esenzione per questi beni e servizio di:

  • 1.000 euro per la generalità dei lavoratori;
  • 2.000 euro per quelli con figli a carico.

Prima di questo intervento della manovra 2024, in ogni caso era prevista una soglia esentasse di:

  • 258,23 per i lavoratori senza figli a carico;
  • 2.000 euro per chi aveva figli a carico.
Addio Tfr in azienda, cosa cambia con la legge di Bilancio 2025

 

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