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Ultim’ora news 2 settembre ore 20


«I legislatori devono resistere alla tentazione di ammorbidire la regolamentazione delle banche». Lo ha sottolineato ieri la presidente della Vigilanza Bce Claudia Buch in audizione al Parlamento Ue. «Una vigilanza e una regolamentazione forti producono un doppio dividendo: le banche meglio capitalizzate sono una fonte di finanziamento più stabile per l’economia reale e sono più competitive», ha aggiunto.

Le norme di Basilea 3+

Buch ha fatto riferimento in particolare alla necessità di introdurre Basilea 3+ in modo «rapido e fedele in tutte le giurisdizioni». In seguito al ritardo degli Usa, l’Ue ha posticipato di un anno (cioè al 2026) la parte della disciplina dedicata alle regole di mercato (si veda MF-Milano Finanza del 20 giugno). Secondo Buch il rinvio in Europa non era necessario perché l’avvio anticipato rispetto agli Usa «non avrebbe fatto perdere terreno» agli istituti Ue in termini di competitività. In ogni caso, ha osservato, le norme di Basilea prevedono «un lungo periodo transitorio».

Riguardo invece alle regole per la gestione delle crisi bancarie (Cmdi), la presidente della Vigilanza Bce ha auspicato che il testo finale sia più vicino alla proposta iniziale della Commissione Ue. Come riportato su MF-Milano Finanza del 18 giugno, il Consiglio Ue ha concesso più margini per usare i fondi di tutela dei depositi nazionali (Dgs), come il Fitd italiano, mentre ha posto condizioni stringenti per l’impiego del fondo europeo (Srf, Single Resolution Fund). Così ci sarà più libertà per gestire le crisi bancarie con i Dgs, ma nello stesso tempo sarà più complicato accedere alle risorse comuni europee.

La garanzia sui depositi e i titoli di Stato delle banche

In ogni caso le proposte sulla Cmdi, su cui manca ancora l’intesa tra Parlamento e Consiglio, non porteranno a una vera garanzia comune europea sui depositi (Edis). Per Buch l’Edis resta «un pilastro dell’Unione bancaria». La presidente della Vigilanza Bce ha osservato che «i rischi sono diminuiti in modo significativo e sono stati stabiliti standard di vigilanza comuni. Questi prerequisiti per l’Edis sono ora soddisfatti e il suo avanzamento sarà importante per indebolire in modo credibile il legame avverso tra la stabilità delle banche e quella degli Stati».

Buch ha aggiunto che «è una buona notizia» che la connessione tra banche e governi sia «diminuita» per effetto della riduzione delle esposizioni degli istituti ai bond sovrani. Quanto invece a possibili modifiche alla regolamentazione dei titoli di Stato, l’ex vicepresidente della Bundesbank ha detto: «Non è una materia di mia competenza, ma si potrebbero valutare progressi in quest’area».

I rischi per le banche

Più in generale, Buch ha ribadito che le banche «hanno resistito» nonostante il difficile contesto economico degli ultimi anni, grazie anche alle misure di sostegno dei governi che hanno limitato l’aumento delle sofferenze. Rispetto al 2015, i non-performing loans sono scesi dal 7,5% dei prestiti al 2,3%, mentre il capitale è aumentato dal 12,7% al 15,7%.

In ogni caso secondo Buch «non si può essere compiacenti: il contesto macrofinanziario e geopolitico è cambiato in modo significativo. Le banche devono affrontare nuovi rischi e cambiamenti strutturali. Le perdite sui prestiti potrebbero aumentare». In particolare, per quanto riguarda i rischi geopolitici, le banche «devono utilizzare analisi di scenario e considerare le incertezze nella pianificazione patrimoniale». La presidente della Vigilanza Bce ha ricordato che anche per effetto delle pressioni dei supervisori le esposizioni bancarie in Russia si sono ridotte di oltre il 50%. Inoltre, secondo Buch, gli istituti europei dovrebbero usare parte dei profitti ottenuti negli ultimi anni per aumentare la resistenza agli attacchi cibernetici. (riproduzione riservata)

 

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