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Cosa potrebbe succedere a diverse detrazioni fiscali. Le valutazioni del governo in vista della prossima Legge di Bilancio.

Detrazioni fiscali, quali potrebbero scomparire nel 2025 (codiciateco.it)

I lavori per la prossima manovra economica sono ormai iniziati, in questo primo scorcio del mese di settembre. Il governo appare impegnato alla ricerca delle risorse necessarie per finanziarie tutta una serie di provvedimenti presi lo scorso anno e messi in discussione, al punto di essere in bilico.

Le risorse disponibili infatti non permettono voli pindarici, si parla di una cifra pari a 20-25 miliardi di euro necessari per finanziari gli interventi introdotti. I margini di manovra infatti sono molto ristretti, considerando anche i paletti imposti dal nuovo Patto di stabilità e dal Piano settennale di rientro dal debito sottoscritti con l’Europa. Ma vediamo nel dettaglio le misure in discussione e sotto esame.

Detrazioni fiscali, quali potrebbero scomparire nel prossimo anno

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Detrazioni fiscali, quali saranno eliminate nel 2025 (codiciateco.it)

Alcune prestazioni, come gli sgravi contributivi e la riforma dell’IRPEF non dovrebbero essere toccati, anche se necessitano di risorse finanziarie notevoli. Si parla di quasi 15 miliardi di euro per i due interventi. Inoltre la Zona economica speciale per il Mezzogiorno (ZES unica per il MEzzogi) o la riforma delle pensioni con quota 41 in particolare, fortemente richiesta dalla Lega, sembra siano ribadite per il prossimo anno.

Ma allora come intervenire per recuperare le risorse finanziarie? Una strada che sembra essere percorribile per l’esecutivo è il taglio di alcune detrazioni fiscali, a partire da quelle per i redditi più alti. I primi tagli potrebbero riguardare anche gli sgravi più piccoli, ma che proprio per la loro dimensione ridotta, avrebbero un impatto economico limitato ai fini del risparmio ricercato.

Interventi più decisi sono previsti per le detrazioni per i redditi più alti, con risparmi previsti fino a due miliardi di euro. Potrebbero essere coinvolte le detrazioni fiscali relative a lavori di ristrutturazione edilizia, di efficientamento energetico, le detrazioni sui mutui di acquisto della prima casa, sulle spese sanitarie e su quelle legate all’istruzione. Una delle prime agevolazioni fiscali destinate a scomparire potrebbe essere proprio il bonus mobili ed elettrodomestici.

Si tratta dell’agevolazione prevista per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici destinati all’arredo di immobili in ristrutturazioni. Altro taglio potrebbe riguardare il cosiddetto bonus verde, l’agevolazione per i lavori che coinvolgono giardini, terrazze, spazi verdi condominiali e privati. Queste naturalmente sono solo le prime indiscrezioni. Complessivamente le detrazioni a favore dei redditi più alti ammontano a circa un miliardo e 600 milioni di euro, secondo i dati del Ministero dell’Economia e della Finanze.

Il quadro della situazione si avrà più tardi con la ripresa degli incontri e con la definizione di una prima agenda di lavori. La certezza è che alcune detrazioni saranno tagliate o riformulate per la necessità di conservare gli interventi fiscali e contributivi su scala più grande.

 

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