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Avviare una piccola o media impresa in Europa presenta opportunità e sfide che variano notevolmente fra i vari Paesi. In un panorama economico in evoluzione, complice la pandemia di COVID-19 e la crisi energetica, sono emerse numerose iniziative e programmi di supporto per le PMI. Questo articolo esplorerà le nazioni europee più favorevoli per avviare un’impresa, analizzando i vantaggi e le condizioni di mercato che ogni Paese offre.

Panoramica generale delle PMI in Europa

L’Unione Europea è un vibrante ecosistema di piccole e medie imprese , con un totale stimato di 24,4 milioni nel 2023, secondo Statista. Queste costituiscono circa il 99,8% delle imprese attive nel continente, fornendo occupazione a quasi 85 milioni di persone. La presenza significativa delle PMI è fondamentale per l’economia europea, specialmente nelle città e nelle aree meno popolose, dove spesso rappresentano l’ago della bilancia nella creazione di posti di lavoro e innovazione.

Per facilitare l’avvio di attività commerciali, il World Bank Group ha sviluppato un indice chiamato Ease of Doing Business, che classifica i Paesi in base a dieci parametri fondamentali: facilità di avvio dell’attività, gestione dei permessi di costruzione, accesso all’elettricità, registrazione della proprietà, ottenimento di credito, tutela degli investitori, tassazione, commercio, enforcement dei contratti e risoluzione delle crisi aziendali. Questi parametri offrono una visione chiara delle difficoltà e delle agevolazioni a cui gli imprenditori possono andare incontro nei vari Paesi.

Irlanda: un paradiso per le tech start-up

La Repubblica d’Irlanda è considerata un’enclave favorevole per gli imprenditori, specialmente per quelli operanti nel settore digitale e tecnologico. La nazione è caratterizzata da un’alta diffusione di Internet e un utilizzo degli smartphone ai vertici europei. Secondo 1Office, il 90% della popolazione utilizza uno smartphone e il 92% ha accesso a Internet, creando un terreno fertile per l’innovazione.

L’associazione di Enterprise Ireland sostiene annualmente circa 200 startup, rendendo l’Irlanda un luogo sempre più attraente per gli investitori internazionali. Secondo il report Doing Business in the European Union 2020, diverse città irlandesi si posizionano in cima alla classifica per vari parametri di business. Cork, ad esempio, è nota per la rapidità nella stipula dei contratti e nella richiesta di elettricità. Dublino offre una simile efficienza amministrativa, mentre Waterford eccelle nel rilascio dei permessi di costruzione.

La facilità per gli imprenditori di aprire un’attività non è solo supportata dalla burocrazia snella, ma anche dal fatto che l’Irlanda è parte dell’Unione Europea e dell’Eurozona, facilitando i rapporti commerciali all’interno del mercato unico. Inoltre, l’aliquota d’imposta sulle società è una delle più basse d’Europa, fissata al 12,5%, rendendo questa nazione un’opzione appetibile per le aziende.

Bulgaria: costi contenuti e opportunità commerciali

Negli ultimi anni, la Bulgaria è emersa come un hub commerciale di rilievo per le imprese che desiderano espandere la loro attività nell’Europa dell’Est. La rapida registrazione di società, che può richiedere solo due settimane, è uno dei principali vantaggi per gli imprenditori. Con un’imposta sulle società fissata al 10%, uno dei tassi più competitivi in Europa, la Bulgaria offre un contesto favorevole a chi cerca opportunità commerciali a basso costo.

Un ulteriore vantaggio è il costo della vita relativamente contenuto e la disponibilità di manodopera altamente qualificata e multilingue. Anche se esistono sfide legate alla corruzione, il Paese beneficia di una posizione strategica che permette l’accesso a mercati come Grecia e Turchia.

La Bulgaria ha anche sviluppato una buona rete di registrazione a distanza delle imprese, rendendo più semplice per gli investitori esteri entrare nel mercato locale. Tuttavia, è fondamentale valutare attentamente quali settori sono più soggetti a problematiche burocratiche e corruzione, affinché si possa pianificare un’efficace strategia imprenditoriale.

Paesi Bassi: un ecosistema favorevole all’innovazione

I Paesi Bassi si confermano come una delle economie più forti dell’Unione Europea, con un PIL che supera i 918 miliardi di euro nel 2023. La nazione è apprezzata per la sua forza lavoro altamente qualificata e multiculturalismo, nonché per i solidi programmi governativi a sostegno dell’innovazione e dell’imprenditorialità.

Nonostante l’aliquota dell’imposta sulle società sia relativamente alta , gli imprenditori possono usufruire di incentivi come la franchigia per lavoratori stranieri e il regime di ruling del 30%, consentendo loro di abbattere i costi di tassazione su nuovi dipendenti. Il governo olandese incoraggia anche la ricerca e lo sviluppo, offrendo rimborsi per le aziende che investono in innovazione.

I settori della robotica e dell’intelligenza artificiale stanno vivendo particolare crescita, con molte start-up che scelgono Amsterdam come loro sede principale. L’accesso a un mercato europeo integrato e l’ambiente di business proattivo rende i Paesi Bassi attraenti per gli imprenditori internazionali.

Svezia: il faro delle startup tecnologiche

La Svezia è oggi riconosciuta come uno dei principali hub per le startup in Europa, vantando infrastrutture e una preparazione digitale di elevato livello. La nazione occupa il secondo posto nel Network Readiness Index 2020, che indica in quale misura un Paese è pronto a brillare nel panorama tecnologico globale.

Le aziende svedesi di spicco, quale Ericsson e Spotify, dimostrano l’importanza del settore tecnologico nel panorama imprenditoriale. Stoccolma è un punto di riferimento per le tecnologie emergenti e ha attirato un numero significativo di investimenti da internazionali nel campo delle tecnologie informatiche e servizi online.

L’equilibrio tra un ambiente di business favorevole, un governo stabile e bassi livelli di corruzione contribuiscono al clima di fiducia degli investitori. Le opportunità per l’industria della costruzione, essendo la Svezia la più grande economia scandinava, completano il quadro di un Paese in grado di sostenere l’innovazione e la crescita economica.

Regno Unito: un mercato dinamico per le nuove imprese

Nel Regno Unito, la cultura imprenditoriale è fiorente, con circa 360.000 nuove imprese che nascono ogni anno. La rapidità e l’efficienza nella registrazione di nuove attività, con richieste che vengono elaborate in sole 24 ore online, rendono il Paese un’opzione accessibile per nuovi imprenditori.

La forza lavoro altamente qualificata è una delle risorse chiave, con un alto numero di laureati tra gli adulti. Il Regno Unito offre anche incentivi fiscali durante le primissime fasi di vita delle aziende, supportando così gli imprenditori a navigare nei primi anni di attività.

Oltre a un solido sistema legale e fiscale, gli investitori possono trovare nel Regno Unito numerose opportunità di finanziamento, tra cui venture capital, crowdfunding e sovvenzioni, ampliando così la gamma di opzioni a disposizione per avviare e sviluppare le loro attività. Questo contesto rende il Regno Unito un luogo ideale per chi desidera investire in un mercato dinamico e in continua evoluzione.



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