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17.39 – giovedì 29 agosto 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Bilancio sociale ITEA: situazione sempre più critica. Serve una svolta, Il bilancio sociale di ITEA 2023, in linea con i precedenti, descrive una situazione in costante peggioramento, drammatica da sempre più punti di vista.

Continua il peggioramento del numero di unità abitative effettivamente locate (si passa dall’86,6% del 2022 all’86% del 2023) e degli alloggi di risulta che continuano a cumularsi (da 1036 del 2022 a 1132 del 2023, quando nel 2018, prima dell’era Fugatti, erano 519!), nonostante la restituzione annua media sia costante da anni (attorno ai 400 appartamenti).

Un dato preoccupante, che denunciamo da tempo, è che nel contesto socio economico completamente mutato di oggi, con costi degli affitti sempre più alti e salari più bassi della media italiana e i più bassi del nordest, le domande di alloggio (passate in un anno da 2726 a 2812) e di contributo integrativo all’affitto (da 3591 esplose a 3855) continuano ad aumentare.

Peccato che poi la risposta sull’assegnazione di alloggi rimanga minimale (si pensi che ne sono stati riqualificati solo 337, meno che nel 2023, quando furono 351) e che i comuni debbano intervenire per coprire le domande di contributo all’affitto rimaste escluse o per integrare le quote insufficienti. Un disastro sociale che questa Giunta continua a non voler vedere. Non basta infatti stanziare risorse per “bandi booster” se poi gli appalti non si è in grado di farli partire o approvare un piano strategico triennale ITEA che prevede un numero di riqualificazioni annue che non recupererà mai la quantità di alloggi di risulta che si sono cumulati. Serve un po’ di ambizione in più.

Ma il dato più drammatico di quest’anno è un altro: come è possibile che un istituto di edilizia popolare aumenti in un anno le entrate da canoni – quasi tutti sociali – di quasi 2 milioni, passando da 16,6 milioni a 18,4 (11% in più)?! La stessa ITEA stima proprio in un 11% la perdita del beneficio economico dell’abitare nell’edilizia residenziale pubblica dal 2022 al 2023: si è ridotto di tantissimo il risparmio di spesa sul maggiore canone che gli inquilini dovrebbero altrimenti versare qualora prendessero in locazione un alloggio sul libero mercato, che sarebbe poi la funzione dell’edilizia pubblica. Un controsenso in questa fase storica di difficoltà delle famiglie!

È evidente che gli aumenti dei canoni sociali legati agli aumenti ISTAT, e quindi all’inflazione esorbitante di questi anni, alla mancata indicizzazione ICEF, all’applicazione punitiva del canone di mercato quando scatta il provvedimento di revoca (e sappiamo che molte morosità sono incolpevoli causa “bollette impazzite” delle quali va accertata ancora la responsabilità) e a una quota marginale di riqualificazioni energetiche che porta a rideterminazione dei canoni hanno contribuito a questo importante aumento dei canoni di locazione, davvero fuori scala per l’edilizia popolare.

Altro dato che riflette le difficoltà della popolazione che abita negli appartamenti ITEA, legata soprattutto alla vicenda “bollette pazze”, è l’esplosione dei solleciti di pagamento e delle rateizzazioni: i primi passati da 1954 a 2611 e le seconde da 647 a 1696. Un quadro davvero allarmante, al quale si aggiungeranno le maxi rateizzazioni autorizzate dall’assessore Marchiori, ancor prima di aver definito le ragioni degli aumenti delle bollette energetiche ingiustificati. Una cosa ingiustificabile e della quale continuiamo a chiedere conto.

In sostanza un disastro, che non si risolve certo con l’iniezione di un po’ di risorse e la programmazione di soli 104 nuovi alloggi (quelli della Nava e di viale dei Tigli ancora in progettazione dopo anni annorum), in chissà quanti anni. Serve una governance che riesca a dare centralità alla missione sociale di ITEA, che chiarisca la vicenda “bollette pazze”, che riesca a mettere a terra un numero adeguato di interventi di riqualificazione rivedendo il piano strategico e rendendolo decennale con una pianificazione di nuovi alloggi adeguata alle richieste. Così l’edilizia pubblica non può continuare e sta venendo meno alla sua funzione. L’assessore Marchiori convochi un Comitato sulla condizione abitativa per dar conto di questo bilancio e addivenire a soluzioni in tempi brevi.

 

*

Paolo Zanella
consigliere provinciale del PD del Trentino

 

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