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Cocktail di incentivi alle imprese italiane che hanno investito e che intendono investire in Africa. L’intero intervento agevolativo (finanziamenti agevolati e cofinanziamenti a fondo perduto fino al 20% della spesa e ad un massimo di 200.000 euro) può essere concesso fino ad un importo pari al 35% dei ricavi medi degli ultimi due bilanci dell’impresa, come previsto dalla circolare della Simest 1/394/2024 (Potenziamento mercati africani). Oltre alle spese finanziabili per il rafforzamento patrimoniale anche in Italia delle imprese beneficiarie, sono ammissibili agli incentivi le spese per la formazione, per le consulenze, per viaggi e soggiorni di personale africano a scopo di per assunzione. Per concorrere alla ripartizione dei 200 milioni di euro messi a disposizione dal Fondo rotativo della legge 394/1981 occorre dimostrare di aver effettuato esportazioni verso il Paesi africani nella misura dal 2 al 10% del fatturato (percentuale variabile in base ad un articolato mix di requisiti, come quello di aver istituito o meno nel continente una sede commerciale o produttiva da almeno 6 mesi).

Imprese beneficiarie

Ai fini dell’ammissibilità all’intervento agevolativo l’impresa richiedente deve:

a) avere un fatturato export pari ad almeno il 5% come risultante dall’ultimo bilancio e inoltre:

a.1) essere presente in almeno un Paese africano secondo le seguenti modalità:

a.1.1) sede commerciale o produttiva attiva da almeno 6 mesi antecedenti alla data di presentazione della domanda;

oppure

a.1.2) sede commerciale o produttiva attiva da meno di 6 mesi o non attiva alla data della domanda;

oppure

a.2) realizzare esportazioni di beni e servizi verso uno o più Paesi africani in misura non inferiore al 2% del fatturato come da asseverazione di un revisore contabile;

oppure,

a.3) realizzare importazioni di materie prime strategiche e di altri prodotti dai Paesi africani in misura non inferiore al 2% del fatturato, come da asseverazione rilasciata da un revisore;

oppure

b) avere almeno il 10% di fatturato totale, come risultante dall’ultimo bilancio e da specifici contratti commerciali stipulati in data antecedente alla presentazione della domanda, verso una o più imprese italiane che hanno un fatturato export pari ad almeno il 5% e che alternativamente:

i) hanno una stabile presenza in almeno un Paese africano;

ii) realizzano esportazioni per non meno del 2% del proprio fatturato;

iii) realizzano importazioni per non meno del 2% del proprio fatturato.

Spese ammissibili

Sono finanziabili le spese per investimenti volti a rafforzare la propria solidità patrimoniale, anche in Italia, con l’acquisto o riconversione di beni strumentali; tecnologie hardware e software; realizzazione e/o ammodernamento di modelli organizzativi e gestionali in ottica digitale, inserimento in un Paese Africano tramite l’acquisto di una nuova struttura/fabbricato anche produttiva (o il potenziamento di una struttura esistente), spese per la sostenibilità ambientale e sociale, anche in Italia.

Tali spese non devono superare il 60% dell’intero intervento.

Possono inoltre essere finanziate le spese per la formazione professionale di personale africano, per consulenze professionali, per l’affitto e l’allestimento di strutture (es. ufficio, showroom, ecc.), per viaggi e soggiorni in Italia di personale africano per assunzione, per spese promozionali, certificazioni, ecc.

Tali spese non devono superare il 40% dell’intero intervento.

Incentivi

L’entità massima dell’intervento agevolativo è pari al minore tra a) e b):

a) il 35% dei ricavi medi risultanti dagli ultimi due bilanci (voce A1 del c/e);

b) gli importi indicati di seguito:

• per la micro impresa: euro 500.000;

• per pmi, pmi innovative e start up innovative: euro 2.500.000;

• per altre imprese: euro 5.000.000.

L’intervento agevolativo complessivo che l’impresa può richiedere consiste in:

• un finanziamento a tasso agevolato a 6 anni;

• una quota di cofinanziamento (contributo a fondo perduto):

a) fino al 20% dell’intervento agevolativo e fino a euro 200.000 per le imprese del Mezzogiorno;

b) fino al 10% dell’intervento agevolativo e fino a euro 100.000 se la sede operativa è in una regione diversa.

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