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Libri più cari. Un “salasso” per comprare libri e materiale scolastico. Come ogni anno, la fine dell’estate riporta in auge la ‘solita’ polemica del caro prezzi sui testi scolastici (dalle medie in su) e su tutto il materiale che serve per frequentare la scuola, dai quaderni agli astucci, passando per diario e immancabile zaino. Ma è vero che ci sono degli aumenti? A sentire il sindacato Sil Confesercenti, non è così. E, anzi, chiedono di smetterla di “speculare sui librai” e di “mettere alla gogna librerie e cartolerie“. Gli aumenti nei prezzi dei libri di testo non supererebbero, assicura il sindacato Sil in una nota, il 3%. Vanno dall’1,8 al 3,5%, scrive Sil. E in ogni caso ci sono alcune voci che non possono essere considerate per tutti gli anni: i dizionari, ad esempio, vengono comprati solo all’inizio del ciclo scolastico e non ogni anno. Così come il materiale scolastico a partire dagli zaini. Federconsumatori, però, forte dell’indagine del suo osservatorio, a proposito dei libri scolastici parla di rincari addirittura del 18%, con una spesa media, per alunno, pari a 591,44 euro per i testi obbligatori e 2 dizionari. La spesa per il ‘corredo’, poi, ovvero tutto il necessario per la scuola, per Federconsumatori ammonta invece a 647 euro in media a ragazzo.

Spesa oltre 1200 euro a studente tra libri e corredo

Secondo il monitoraggio effettuato dall’Onf-Osservatorio Nazionale Federconsumatori, anche quest’anno i prodotti dedicati alla scuola subiscono notevoli aumenti: i costi del materiale scolastico registrano un rincaro medio del +6,6% rispetto al 2023. Complessivamente la spesa per il corredo scolastico (più i ‘ricambi’) ammonterà quest’anno a circa 647 euro per ciascun alunno. Le voci più care si confermano quelle relative allo zaino, specialmente se si sceglie la versione trolley, per evitare di portare sulle spalle pesi eccessivi, oppure la versione hi-tech, con tanto di power bank integrato, per poter ricaricare i propri dispositivi.

Quest’anno, inoltre, l’analisi dell’Onf ha preso in considerazione non solo il costo dei prodotti presso la Gdo e presso le cartolibrerie, ma anche online, dal momento che tale modalità di acquisto, ormai, è sempre più diffusa e consente, in molti casi, di risparmiare tempo e risorse. Mediamente, infatti, acquistando tali prodotti online si risparmia il 20% rispetto all’acquisto presso le cartolibrerie e il 2% rispetto all’acquisto presso la Gdo.
Qualunque sia la modalità di acquisto prescelta, quella per la scuola si conferma una voce di spesa estremamente onerosa per le famiglie: ecco perché molti ricorreranno al riutilizzo del materiale degli anni passati (zaini e astucci), allo scambio/regalo di prodotti anche attraverso gruppi online e sui social network, nonché ai testi scolastici usati.

Quasi 600 euro a studente per i libri di scuola

I libri di testo sono un tasto particolarmente dolente, come ogni anno: per ogni studente in media si spenderanno 591,44 euro per i testi obbligatori e 2 dizionari. La variazione rispetto al 2023 è del +18%. Vi è da notare, quest’anno, che aumentano notevolmente i costi relativi ai testi delle scuole superiori di secondo grado, mentre segnano una discesa quelli relativi alle medie. I costi indicati sono relativi ai libri nuovi. Acquistando i libri usati, invece, si risparmia oltre il 28%. Le spese sono particolarmente alte per gli alunni delle classi prime, nel dettaglio: uno studente di prima media spenderà mediamente per i libri di testo e 2 dizionari 461,81 euro (con un calo del -5,4% rispetto allo scorso anno) e a tali spese vanno aggiunti 647,00 euro per il corredo scolastico ed i ricambi durante l’intero anno, per un totale di 1.108,81 euro; un ragazzo di prima liceo spenderà per i libri di testo e 4 dizionari 715,30 euro (+3% rispetto allo scorso anno) e 647,00 euro per il corredo scolastico ed i ricambi, per un totale di ben 1.362,30 euro.
Importi che risultano proibitivi per molte famiglie, a cui si aggiungono i costi ancor più onerosi da sostenere per l’acquisto di un pc, dei programmi e dei dispositivi necessari per un utilizzo didattico di tale strumento, divenuto ormai indispensabile.

Computer e altro materiale digitale

Dallo studio effettuato dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori emerge, infatti, che tra computer, webcam, microfono, antivirus, programmi base una famiglia, dovendosi dotare di tali dispositivi, arriva a spendere, come minimo, 413,44 euro (considerando per antivirus e programmi i costi su base annua), con un rincaro del +5% rispetto al 2023. Mediamente i prodotti tecnologici utili alla didattica, rispetto allo scorso anno, registrano un aumento medio del +8,5%. A questo va aggiunta la spesa per la connessione a internet. Acquistando prodotti tecnologici rigenerati, come emerge da uno studio della Federconsumatori, si risparmia circa il 38%. Sono costi tanto elevati da incidere, inevitabilmente, sul diritto allo studio dei ragazzi.

Bonus

Per aiutare le famiglie ad affrontare tali spese esistono diverse misure, a livello comunale e regionale, che prevedono buoni, agevolazioni o gratuità dei testi scolastici per le famiglie con basso reddito. Misure sicuramente positive, ma non ancora non sufficienti a dare un aiuto concreto alle famiglie in difficoltà, specialmente alla luce della grave situazione economica che le famiglie stanno vivendo a causa dei forti aumenti che si continuano a registrare.

Sil Confesercenti: aumento prezzi testi non oltre il 3%, basta speculazioni contro i librai

“Negli ultimi giorni sono state diffuse notizie riguardo al costo delle dotazioni per l’inizio dell’anno scolastico molto lontane dalle realtà: si parla di aumenti quantificabili nel 15%, quando gli aumenti si collocano mediamente attorno al 3%, in un range che va dall’ 1,8% al 3,5%. E a dirlo non siamo noi: è sufficiente confrontare il prezzo dei singoli testi presenti nei cataloghi degli editori sia nel 2023 che nel 2024 per riscontrare l’effettivo aumento del prezzo dei libri di testo”. Così Antonio Terzi, presidente Sil Confesercenti.

“Purtroppo, come avviene da anni- continua- queste ricostruzioni non rappresentano certo una fotografia reale della situazione: spesso vengono conteggiati anche gli aumenti anche della cancelleria di base. Ma pur mettendo insieme i due dati – gli aumenti della cancelleria sono nell’ordine del 4-5% e sono legati principalmente ad articoli griffati – siamo comunque ben lontani dal 15% in più sul 2023 fatto circolare in questi giorni”.

“Va anche spiegato- dice ancora il presidente Sil Confesercenti- che nelle classi di capocorso si spende di più mentre nelle classi successive molto meno e che sul corredo scolastico incidono le scelte degli acquirenti: ammesso che esistano, non certo in cartolibreria, zaini da 210 euro o diari da 35 euro, articoli inseriti in queste rilevazioni, non possono essere considerati in un’analisi sugli acquisti medi delle famiglie. Far passare picchi massimi di spesa come medie ingenera solo allarmismi esagerati e orienta in maniera errata le scelte d’acquisto. Non va dimenticato anche che articoli come i dizionari svolgono la loro utilità per l’intero ciclo scolastico e non vengono di certo acquistati ogni anno. Come Sil riteniamo significativo il fatto che l’Istat evidenzi come spese per l’istruzione rappresentino solo lo 0,9% del totale delle spese annuali delle famiglie italiane”.

“Quello che dispiace maggiormente- sottolinea poi- è che ad essere messe alla gogna, in relazione agli aumenti, sono sempre librerie e cartolibrerie: in realtà, come abbiamo più volte spiegato, i librai non fissano i prezzi dei libri né possono, con il margine risicatissimo loro riservato, farsi carico di riduzioni o sconti significativi, mentre per quanto concerne il materiale sono in grado di soddisfare le richieste per ogni fascia di utenti, garantendo prezzi base”. “Come Sindacato, infine, teniamo a ribadire che la filiera del libro tutto l’anno – e non solo tra agosto e settembre – chiede alle istituzioni di intervenire con sostegni alle famiglie, nel rispetto delle esigenze e del diritto al lavoro della categoria che rappresenta. I librai da sempre sono con le famiglie, perché senza acquirenti i nostri esercizi non avrebbero senso di esistere” conclude Terzi. – Fonte Agenzia Dire www.dire.it –

 

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