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TRENTO. L’Itea diffonde i numeri della situazione per gli alloggi sociali, numeri che il consigliere provinciale del Pd Paolo Zanella commenta caustico: “Il bilancio sociale di Itea 2023, in linea con i precedenti, descrive una situazione in costante peggioramento, drammatica da sempre più punti di vista”.

Ma ecco i dati diffusi dall Spa provinciale. Al 31 dicembre 2023 gli alloggi destinati alla locazione gestiti da Itea spa sono 10.644, mentre le unità immobiliari non abitative sono 6.156. La società, inoltre, gestisce per conto di terzi (come Provincia di Trento, Comuni e Stato) altre 615 unità immobiliari. Ad oggi circa l’86% degli alloggi gestiti da Itea risulta locato.

Ci sono 166 alloggi di prossima consegna, 1.132 alloggi in ristrutturazione da risulta, 9 alloggi trattenuti per usi diversi, 141 alloggi in cessione, in fase di sgombero e in valutazione e 67 alloggi sospesi per riconsegna o riconsegnati all’ente proprietario per lavori di manutenzione a proprio carico.

La percentuale maggiore degli alloggi Itea (a prescindere dal fatto che siano stati o meno ristrutturati) è stata costruita tra il 1971 e il 1985 (30,5%). Un 23,3% è stato costruito tra il 1900 e il 1970, un 23,7% tra il 1986 e il 2000 e un 21,1% tra il 2001 e il 2022.

La maggior parte delle abitazioni in gestione da Itea si trovano a Trento (6.871), in Vallagarina (4.262, di cui 2.926 a Rovereto) e nella Comunità Alto Garda e Ledro (2.139). Itea ha anche 117 alloggi potenziali, strutture cioè che per essere usate necessitano di una ristrutturazione integrale.

Sempre al 31 dicembre 2023 erano 9.129 le famiglie che risiedevano in alloggi Itea. La media dei componenti dei nuclei familiari è di 2,42 persone, ma la presenza di famiglie composte da più di 5 componenti è del 13% (rispetto al dato del 5% provinciale). I nuclei monofamiliari si attestano al 38% (uguale al dato provinciale), quelle con due componenti al 27%: rispetto al 2022 scendono i nuclei monofamiliari (erano il 39% nel 2022) e salgono quelli con due componenti (erano il 26% nel 2022). Il 38% degli assegnatari di alloggi di edilizia residenziale pubblica ha più di 65 anni, un 37% ne ha tra i 50 e i 65, mentre il 2% degli inquilini intestatari sono under 30.

Prendendo in considerazione l’età dell’intero inquilinato (quindi non solo gli intestatari) emerge come il 40% abbia un’età inferiore ai 35 anni (il 21% è minorenne), mentre gli over 65 sono il 21% e le persone tra i 50 e i 65 anni sono il 23%. Il 93% degli assegnatari è cittadino della comunità europea: di questi il 91% è italiano. Solo il 7% degli assegnatari sono cittadini extracomunitari. 

Per tornare alle critiche di Zanella, il consigliere indica fra l’altro “il peggioramento del numero di unità abitative locate, passate dall’86,6% del 2022 all’86% del 2023. Poi, Zanella punta l’attenzione su un altro dato: “Nel contesto socio economico completamente mutato di oggi, con costi degli affitti sempre più alti e salari più bassi della media italiana e i più bassi del Nordest le domande di alloggio (passate in un anno da 2726 a 2812) e di contributo integrativo all’affitto (da 3591 esplose a 3855) continuano ad aumentare.

Peccato che poi la risposta sull’assegnazione di alloggi rimanga minimale (si pensi che ne sono stati riqualificati solo 337, meno che nel 2022, quando furono 351) e che i comuni debbano intervenire per coprire le domande di contributo all’affitto rimaste escluse o per integrare le quote insufficienti”.

Il dato più drammatico, sottolinea ancora il consigliere provinciale del Partito democratico del Trentino, sarebbe però un altro: “Come è possibile che un istituto di edilizia popolare aumenti in un anno le entrate da canoniquasi tutti sociali – di quasi 2 milioni, passando da 16,6 milioni a 18,4 (11% in più)?! La stessa Itea stima proprio in un 11% la perdita del beneficio economico dell’abitare nell’edilizia residenziale pubblica dal 2022 al 2023: si è ridotto di tantissimo il risparmio di spesa sul maggiore canone che gli inquilini dovrebbero altrimenti versare qualora prendessero in locazione un alloggio sul libero mercato, che sarebbe poi la funzione dell’edilizia pubblica. Un controsenso in questa fase storica di difficoltà delle famiglie”.

Secondo Zanella un “altro dato che riflette le difficoltà della popolazione che abita negli appartamenti Itea, legata soprattutto alla vicenda ‘bollette pazze’, è l’esplosione dei solleciti di pagamento e delle rateizzazioni: i primi passati da 1954 a 2611 e le seconde da 647 a 1696. Un quadro davvero allarmante, al quale si aggiungeranno le maxi rateizzazioni autorizzate dall’assessore Marchiori, ancor prima di aver definito le ragioni degli aumenti delle bollette energetiche ingiustificati”.

Non basterebbero per il consigliere dem i 104 nuovi alloggi promessi dalla giunta provinciale. “L’assessore Marchiori convochi un Comitato sulla condizione abitativa per dar conto di questo bilancio e addivenire a soluzioni in tempi brevi”, conclude Zanella.



 

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