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(Montesanto S.a.s.) CORIGLIANO ROSSANO – È tra i principali artefici e promotori del successo straordinario che ormai da qualche anno continua a far registrare la declinazione calabrese del progetto nazionale Yes I Start Up, il percorso di accompagnamento all’auto-imprenditorialità, gratuito e, solo in Calabria, aperto a tutti e senza limiti d’età. Con oltre 3000 calabresi partecipanti ai corsi e quasi 200.000 mila ore di accompagnamento e nel mese di settembre prossima a tagliare il traguardo delle 1000 idee d’impresa finanziate ed avviate, la Calabria si conferma la regione più virtuosa in Italia ed in Europa rispetto all’autoimpiego giovanile. Questo risultato di cui andare fieri come regione è stato possibile grazie all’esemplare sinergia tra la Regione Calabria, l’Ente Nazionale per il Microcredito, la finanziaria regionale Fincalabra e i tanti soggetti attuatori calabresi impegnati nei percorsi di formazione e assistenza alla nascita di nuove imprese.

1000 IDEE D’IMPRESA FINANZIATE, RISULTATO DI CUI ANDARE FIERI
È con questa motivazione che nei giorni scorsi è stato tributato il Premio Calici d’Ausonia 2024 ad Antonello Rispoli, project manager di Yes I Start Up Calabria, nel corso della cerimonia ad hoc ospitata nell’Auditorium Alessandro Amarelli.

ANTONELLO RISPOLI PREMIATO ALL’AMARELLI. EVENTO MINISTERO CULTURA
Promosso sotto l’alto patrocinio del Ministero della Cultura (MIC), rappresentata dal capo segreteria Vito Maria D’Adamo e con il supporto di Rai Calabria che ne ha sposato il suo valore culturale, artistico, sociale, civile e divulgativo, l’Edizione 2024 del prestigioso Calici d’Ausonia, coordinata da Lenin Montesanto, comunicatore istituzionale di Amarelli, è stata tributata anche a Giorgio Franzese, presidente dei Giovani Industriali di Confindustria Cosenza; a Walter Pulignano della Ecoross Srl che eroga servizi nella gestione dei rifiuti per la trentennale esperienza; alla designer identitaria Luigia Granata; alla dirigente della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio della Provincia di Cosenza Paola Aurino ed a Saverio Madera, dirigente dell’Istituto d’Istruzione Superiore Majorana di Corigliano-Rossano.

A consegnare il Premio a Rispoli sono stati l’ideatore, organizzatore e patron dell’evento Antonio Maria D’Amico ed il Cavaliere del Lavoro nonché presidente istituzionale di Ausonia Pina Amarelli.

NULLA DI STRAORDINARIO, LA CALABRIA VUOLE ESSERE REGIONE NORMALE
Ben quattro regioni italiane – ha spiegato Rispoli nel suo intervento di ringraziamento e che ha concluso la cerimonia – hanno preso a modello la virtuosa esperienza della Calabria sull’accompagnamento all’autoimpiego, per trasferirne metodo e risultati sui loro territori.

RIUSCIRE A CREARE CONDIZIONI PER FARE IMPRESA, SE SOSTENIBILE
Ma cosa è stato fatto in Calabria di così esemplare? – ha scandito. Nulla di straordinario. È stato invece qualcosa di ordinario per una regione che vuole solo essere normale: riuscire cioè a creare le condizioni per far sì che le idee di imprese, se sostenibili, possano emergere, prendere forma e svilupparsi.

RUOLO FONDAMENTALE ENTE NAZIONALE PER IL MICROCREDITO
Ed è qui che – ha aggiunto – si è rivelato fondamentale il ruolo dell’Ente Nazionale per il Microcredito, agenzia governativa che attraverso la rete dei soggetti attuatori, ha accompagnato

ed accompagna gli aspiranti imprenditori a capire, in venti giornate di assistenza ed utilizzando strumenti classici dell’imprenditore, dal Business Model Canvas, al conto economico su 3 e 5 anni, se vi è sostenibilità d’impresa e se sì, passando allo step successivo, trovare cioè un finanziamento.

LA GRANDE ROTTURA: PARTIRE DALL’IDEA E NON DAL FINANZIAMENTO
La grande rottura di cui la Regione Calabria è stata promotrice e protagonista è stata far partire ogni aspirazione dall’idea di impresa e non dal finanziamento, step successivo.

GRANDE LEZIONE DEI CALABRESI: NON È STATO PREFERITO IL FONDO PERDUTO
E la grande lezione che ci hanno dato i calabresi – ha sottolineato – è che essi hanno utilizzato strumenti di finanziamento che non necessariamente prevedevano il fondo perduto: hanno utilizzato lo strumento di finanziamento più idoneo rispetto all’attività che volevano realizzare.

FINANZIAMENTO, RICHIESTO QUELLO CHE SERVIVA NON QUELLO CHE SI POTEVA AVERE
E questo – ha insistito – è un dato che possiamo spiegare con i numeri che ci aiutano a capire cosa c’è dietro che ci rende orgogliosi: pur in presenza di strumenti finanziari che arrivano a 60 mila euro di finanziamento, l’importo medio richiesto dai calabresi è stato di 41mila euro. Tradotto: è stato richiesto ciò che serviva e non quello che si poteva avere. E questo è un approccio completamente diverso rispetto al passato.

SU 1000 NEO IMPRESE, BEN 320 NON HANNO AVUTO UN EURO DI FONDO PERDUTO
Su questo aspetto, anche rispetto a strumenti finanziari attuali che privilegiano a nostro avviso un approccio di ritorno al passato prevedendo il 100% di fondo perduto, la Calabria ha fatto capire di preferire un’altra strada ed un altro approccio: non si fa impresa – e Amarelli con i suoi quasi 300 anni di storia ce lo insegna, ha chiosato – perché c’è un fondo perduto che copre tutto. Ultimo dato di cui andare orgogliosi tutti: su 1000 neo imprese, ben 320 di loro non hanno avuto un euro a fondo perduto, ma tutto a debito, con gli interessi pagati dalla Regione Calabria. Questi giovani imprenditori ogni giorno alzano la saracinesca e si pongono il problema di come restituire questo debito. Ed è questa – ha concluso Rispoli – la molla vera che li spinge ad essere resilienti e a portare avanti la loro impresa.

(comunicato stampa)

 

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