Utilizza la funzionalità di ricerca interna #finsubito.

Agevolazioni - Finanziamenti - Ricerca immobili

Puoi trovare una risposta alle tue domande.

 

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito
#finsubito news video
#finsubitoaste
01_post_Lazio
Abruzzo
Agevolazioni
Agevolazioni #finsubito
Alghero aste
Cagliari aste
Chieti
Emilia Romagna aste
Firenze aste
Italia aste
L'Aquila
Lazio aste
Lombardia aste
News aste
Olbia aste
Post dalla rete
Roma aste
Sardegna aste
Sassari aste
Toscana aste
Zes agevolazioni
   


Tempo di lettura: 2 minuti

La notizia della scomparsa

Ieri sera mi ha telefonato un mio ex compagno di università. “Hai sentito? È morto Surdich, il ‘Mitico Surdich’.”

Così lo chiamavamo tra i corridoi di Via Balbi, durante quegli anni in cui per parlare con un professore dovevi rispettare scrupolosamente gli orari di ricevimento.

A volte, arrivavi e trovavi un laconico cartello sulla porta chiusa: “Oggi il prof. Surdich non riceve”.

E tu, che eri venuto in treno da Savona, in quella sorta di carri bestiame che ora sono solo un po’ più nuovi e con l’aria condizionata, restavi sospeso in attesa del primo treno di ritorno. Tutto rimandato alla settimana successiva.

Un uomo dal sorriso dolce

Luigi Surdich era un uomo dal sorriso dolce, uno studioso preparato, attento e curioso.

Possedeva il raro dono dell’ascolto, una qualità non comune tra i grandi professori universitari, spesso dediti ad autocelebrazioni ed intenti a mostrare urbi et orbi le loro qualità.

Il “Mitico Surdich”, il cui merito e bravura erano indiscutibili, aveva anche un talento speciale: saper trasmettere ai suoi studenti la passione per la letteratura e per gli autori che trattava durante i suoi corsi.

Il mio amore per Giorgio Caproni è nato così, ascoltando le sue lezioni.

Vi racconto un aneddoto

Dieci anni dopo la mia laurea ho avuto l’occasione di uno dei primi incontri con Surdich e ancora ricordo con particolare affetto un aneddoto che ho potuto condividere personalmente con lui.

Durante il periodo universitario, dovendo sostenere l’esame monografico di letteratura italiana quell’anno dedicato a Caproni, per una serie di contrattempi mi ritrovai a leggere il libro scritto da Surdich, “Giorgio Caproni. Un ritratto” soltanto qualche ora prima dell’esame.

Evidenziatore alla mano, tanta concentrazione, un pizzico di ansia e mi sono accomodata sugli scalini di Via Balbi totalmente immersa nei racconti di Surdich su Caproni.

Esami e momenti di paura

L’esame andò benissimo, ma ricordo ancora oggi un momento di autentico panico.

Quando Surdich mi porse la raccolta poetica di Caproni e mi invitò ad aprire il libro a caso, provai un brivido di paura.

Dovetti leggere e commentare ad alta voce la poesia “I campi” tratta da “Il muro della terra”.

” Avanti! Ancòra avanti!”

urlai.

Il vetturale

si voltò.

” Signore,”

mi fece. ” Più avanti

non ci sono che i campi.”

Mai letta prima di quel momento. Mentre declamavo quei versi, cercavo di immaginare una loro interpretazione plausibile e proposi un commento personale, lontano dalla lettura classica del poeta livornese.

Surdich rimase piacevolmente colpito e mi congedò con il massimo dei voti e i suoi complimenti.

Ecco, quel giorno il mio amore per Giorgio Caproni divenne eterno e totale.

Un amore che devo al mio caro professore Surdich e che ancora mi accompagna.

La proposta per la tesi

Dopo quell’esame, tornai dal professore con la proposta per la mia tesi.

Lo trovai inizialmente perplesso, temendo che la mia ricerca sperimentale, che affidava l’interpretazione dell’intera opera caproniana a me, potesse essere troppo ardua e distante dagli standard del tempo.

Mi presentai nel suo ufficio per tre settimane consecutive per spiegargli il mio progetto.

Alla fine, in piedi alla porta, mi disse: “Schiesaro, portami il primo capitolo la prossima settimana e poi vediamo”.

Dopo aver letto le prime pagine, Surdich emise il suo verdetto: “Schiesaro, procedi. È un progetto interessante e ambizioso.”

“Giorgio Caproni: dalla percezione sensoriale del mondo all’estrema solitudine interiore” fu il titolo della mia tesi, resa possibile anche dalla sua guida esperta e dalla sua passione contagiosa per il grande poeta.

Un altro aneddoto: il giorno della laurea

Ricordo il giorno della laurea con immutato piacere: il “Mitico Surdich” era come sempre autorevole, ma comprensivo ed accogliente.

Andò tutto a meraviglia, fatto salvo per un dettaglio da chiarire sulla votazione finale.

Mi avvicinai con un certo timore a Surdich che mi rassicurò: “Schiesaro, ma con lode naturalmente!”

In quanto alla pubblicazione della tesi, lasciai perdere, salvo poi proporla in altri ambiti.

Ero felice quel giorno, non solo per la laurea ed il voto, ma perché il “Mitico Surdich” aveva firmato quella che sarebbe rimasta una giornata per me indimenticabile.

Ci siamo poi sentiti e rivisti nel corso degli anni, condividendo il tempo trascorso e gli studi su Caproni.

Ricordo una bella occasione in cui Surdich mi presentò Silvana Caproni, figlia del poeta: fu per me un’emozione incontrarla e scambiare qualche battuta su suo padre.

La corrispondenza epistolare Surdich – Caproni

Durante vari incontri successivi, Surdich mi parlò della sua corrispondenza con Caproni, rivelando un interesse profondo e autentico per la poesia del poeta livornese, un aspetto che io conservo come il suo maggiore contributo allo studio.

Ci furono anche occasioni durante le quali manifestai apertamente a Surdich il mio dispiacere per come veniva gestita la conservazione e la promozione dell’opera caproniana.

Compresi a malincuore l’inutilità delle mie osservazioni perchè, per quanto anche da lui condivise, non presentavano margine di cambiamento.

La mia gratitudine per il professor Surdich non muterà con il tempo.

La sua dedizione nel trasmettere l’amore per Caproni ha lasciato un’impronta indelebile nel mio percorso e in quello di molti altri studenti che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e apprezzarlo.

Il compito del professore, almeno di professori come Luigi Surdich, è simile a quello del poeta come lo intendeva Giorgio Caproni:

“Il poeta è un minatore. È poeta colui che riesce a calarsi più a fondo in quelle che il grande Machado definiva las secretas galerìas del alma, e lì attingere quei nodi di luce che, sotto gli strati superficiali diversissimi da individuo a individuo, sono comuni a tutti anche se non tutti ne hanno coscienza”.

Surdich sapeva ascoltare e comprendere i suoi allievi: in quarant’anni di insegnamento all’Università di Genova ha avuto un impatto profondo su quanti oggi lo piangono con affetto.

Me lo immagino avvolto dalla nebbia caproniana, con tutti i suoi libri accanto, intento a esplorare il nuovo “luogo non giurisdizionale”.

Sarà lì, con il suo “bagaglietto” a cercare di comprendere questo “oltre dell’oltre dell’oltre” di cui tante volte abbiamo parlato.

Ho voluto e voglio davvero molto bene a Luigi Surdich: un bene che non svanirà nel tempo e al quale aggiungo il mio grazie più profondo per avermi permesso di condividere con lui l’amore per Caproni e la sua poesia.

È il momento di congedarsi, caro professore. Addio “Mitico Surdich”!

Congedo del viaggiatore cerimonioso

Amici, credo che sia
meglio per me cominciare
a tirar giù la valigia.
Anche se non so bene l’ora
d’arrivo, e neppure
conosca quali stazioni
precedano la mia,
sicuri segni mi dicono,
da quanto m’è giunto all’orecchio
di questi luoghi, ch’io
vi dovrò presto lasciare.

Vogliatemi perdonare
quel po’ di disturbo che reco.
Con voi sono stato lieto
dalla partenza, e molto
vi sono grato, credetemi,
per l’ottima compagnia.

Ancora vorrei conversare
a lungo con voi. Ma sia.
Il luogo del trasferimento
lo ignoro. Sento
però che vi dovrò ricordare
spesso, nella nuova sede,
mentre il mio occhio già vede
dal finestrino, oltre il fumo
umido del nebbione
che ci avvolge, rosso
il disco della mia stazione.

Chiedo congedo a voi
senza potervi nascondere,
lieve, una costernazione.
Era così bello parlare
insieme, seduti di fronte:
così bello confondere
i volti (fumare,
scambiandoci le sigarette),
e tutto quel raccontare
di noi (quell’inventare
facile, nel dire agli altri),
fino a poter confessare
quanto, anche messi alle strette,
mai avremmo osato un istante
(per sbaglio) confidare.

(Scusate. È una valigia pesante
anche se non contiene gran che:
tanto ch’io mi domando perché
l’ho recata, e quale
aiuto mi potrà dare
poi, quando l’avrò con me.
Ma pur la debbo portare,
non fosse che per seguire l’uso.
Lasciatemi, vi prego, passare.
Ecco. Ora ch’essa è
nel corridoio, mi sento
più sciolto. Vogliate scusare.)

Dicevo, ch’era bello stare
insieme. Chiacchierare.
Abbiamo avuto qualche
diverbio, è naturale.
Ci siamo – ed è normale
anche questo – odiati
su più d’un punto, e frenati
soltanto per cortesia.
Ma, cos’importa. Sia
come sia, torno
a dirvi, e di cuore, grazie
per l’ottima compagnia.

Congedo a lei, dottore,
e alla sua faconda dottrina.
Congedo a te, ragazzina
smilza, e al tuo lieve afrore
di ricreatorio e di prato
sul volto, la cui tinta
mite è sì lieve spinta.
Congedo, o militare
(o marinaio! In terra
come in cielo ed in mare)
alla pace e alla guerra.
Ed anche a lei, sacerdote,
congedo, che m’ha chiesto se io
(scherzava!) ho avuto in dote
di credere al vero Dio.

Congedo alla sapienza
e congedo all’amore.
Congedo anche alla religione.
Ormai sono a destinazione.

Ora che più forte sento
stridere il freno, vi lascio
davvero, amici. Addio.
Di questo, sono certo: io
son giunto alla disperazione
calma, senza sgomento.

Scendo. Buon proseguimento.

Luigi Surdich è sparito nell’“oltre dell’estrema solitudine” il 27 agosto 2024 lasciandoci tutti un po’ più soli…

Rosella Schiesaro©

Ti può interessare anche>In viaggio con Giorgio Caproni

Foto Credit: Copertina e Disegno Rosella Schiesaro ®

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Informativa sui diritti di autore

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni:  la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.

Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?

Clicca qui

 

 

 

Prestiti personali immediati

Mutui e prestiti aziendali

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui

La rete #dessonews è un aggregatore di news e replica gli articoli senza fini di lucro ma con finalità di critica, discussione od insegnamento,

come previsto dall’art. 70 legge sul diritto d’autore e art. 41 della costituzione Italiana. Al termine di ciascun articolo è indicata la provenienza dell’articolo.

Il presente sito contiene link ad altri siti Internet, che non sono sotto il controllo di #adessonews; la pubblicazione dei suddetti link sul presente sito non comporta l’approvazione o l’avallo da parte di #adessonews dei relativi siti e dei loro contenuti; né implica alcuna forma di garanzia da parte di quest’ultima.

L’utente, quindi, riconosce che #adessonews non è responsabile, a titolo meramente esemplificativo, della veridicità, correttezza, completezza, del rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e/o industriale, della legalità e/o di alcun altro aspetto dei suddetti siti Internet, né risponde della loro eventuale contrarietà all’ordine pubblico, al buon costume e/o comunque alla morale. #adessonews, pertanto, non si assume alcuna responsabilità per i link ad altri siti Internet e/o per i contenuti presenti sul sito e/o nei suddetti siti.

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui