Prestiti personali immediati

Mutui e prestiti aziendali

Utilizza la funzionalità di ricerca interna #finsubito.

Agevolazioni - Finanziamenti - Ricerca immobili

Puoi trovare una risposta alle tue domande.

 

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito
#finsubito news video
#finsubitoaste
01_post_Lazio
Abruzzo
Agevolazioni
Agevolazioni #finsubito
Alghero aste
Cagliari aste
Chieti
Emilia Romagna aste
Firenze aste
Italia aste
L'Aquila
Lazio aste
Lombardia aste
News aste
Olbia aste
Post dalla rete
Roma aste
Sardegna aste
Sassari aste
Toscana aste
Zes agevolazioni
   


Da Quota 103 a Quota 41, dalla flessibilità in uscita fino agli incentivi per restare al lavoro qualche anno in più. E poi ci sono l’Ape sociale e Opzione donna, strumenti che scadono a dicembre e il governo non ha ancora deciso se rinnovarli.

Sul tavolo c’è pure l’ipotesi di vincolare obbligatoriamente una parte del Tfr ai fondi pensione così come quella di alzare gli anni di contribuzione minima da 20 a 25. Il cantiere della previdenza è in alto mare, le proposte in campo sono tante e alcune in contraddizione tra loro. Con una spesa pensionistica pari al 16,3% del Pil, intorno ai 350 miliardi l’anno, il governo non può permettersi di sbagliare le decisioni da prendere con la manovra. Sullo sfondo, per fare cassa, il taglio della rivalutazione degli assegni alti. I partiti però rilanciano le loro battaglie e la mediazione politica ogni giorno che passa appare sempre più complicata.

Quote e incentivi

Il Carroccio punta le sue fiches su Quota 41 in versione light, con il ricalcolo contributivo dell’assegno. La premier Giorgia Meloni e il ministro Giancarlo Giorgetti hanno già bloccato la vecchia versione di Quota 41 perché scasserebbe i conti, ma la Lega ha bisogno di sventolare la bandierina elettorale del superamento della legge Fornero.

Quota 41 light – ovvero il pensionamento anticipato con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica – interessa anche i sindacati, tuttavia la Cgil ha già bocciato il ricalcolo contributivo perché imporrebbe un taglio dell’assegno tra il 15 e il 30%.

A fine anno scadono Quota 103, l’Ape sociale e Opzione donna. La prima è stata un flop: sono arrivate 7 mila richieste invece delle 17 mila stimate per uscire con 62 anni di età e 41 di contributi. Ha avuto più fortuna il “ bonus Maroni”, l’incentivo per i lavoratori con i requisiti di Quota 103 che decidono di restare al lavoro. Il bonus offre un aumento dello stipendio lordo del 9,19% nel privato e dell’8,80% nel pubblico grazie a uno sconto sulla trattenuta sui contributi. Ecco, l’incentivo per lavorare qualche anno in più è un meccanismo che al ministro Giorgetti piacerebbe replicare. È un provvedimento già previsto per i medici e potrebbe essere riservato ad altre categorie.

Anche l’Ape sociale e Opzione donna sono a fine corsa. Il governo sta riflettendo se prorogare questi due strumenti nel 2025, ma la platea si è notevolmente ristretta dopo i paletti inseriti nella manovra dello scorso anno.

Il Tfr ai fondi

Obbligare i lavoratori a destinare una quota del 25% del Tfr alla previdenza complementare. La norma è stata messa sul tavolo dalla Lega con l’intento di rafforzare le pensioni future. Per ovviare alle carriere discontinue dei giovani il progetto è quello di sommare all’assegno maturato con i contributi versati una parte del trattamento di fine rapporto che i lavoratori accantonano mensilmente.

Ma è proprio questo obbligo che suscita perplessità perché il Tfr è un elemento della retribuzione il cui pagamento viene differito alla fine del contratto, e accantonarlo in azienda o, appunto, su un fondo pensione è una libera scelta della persona. Sembrerebbe poco praticabile una misura che vincola per legge una parte dello stipendio. Infatti, la ministra del Lavoro Marina Calderone è favorevole a una nuova fase di sei mesi di “silenzio-assenso” per i nuovi assunti. Questo significa che il Tfr viene trasferito ai fondi se il lavoratore non ha espressamente richiesto di tenerlo in azienda.

Le finestre

Tra le idee messe sul piatto, l’allungamento delle finestre temporali per l’accesso alla pensione: oggi è possibile lasciare il lavoro con 42 anni e 10 mesi di contributi gli uomini, 41 anni e dieci mesi le donne. La finestra è di tre mesi dal momento in cui si maturano i requisiti. L’opzione a cui pensano i tecnici è portarla a sei o sette mesi, la Lega è contraria tanto che Claudio Durigon ha attaccato direttamente la Ragioneria.

Il contributivo

Chi ha iniziato a versare i contributi nel ’96 può andare in pensione con un assegno tutto contributivo a 67 anni e 20 di contributi. Per ottenere l’anticipo a 64 anni ci vuole un minimo di importo versato. Il governo ha però complicato le cose con la manovra dello scorso anno alzando il livello minimo di contributi versati da 2,8 l’assegno sociale a 3 volte: si passa da 1.310 euro lordi mensili a 1.600. Anche il Cnel sta lavorando a una proposta di flessibilità strutturale che vede almeno 25 anni di contributi.

Le minime

Nel 2024 il trattamento minimo di pensione sale a 599 euro grazie al recupero dell’inflazione. La legge di bilancio dello scorso anno ha stabilito un incremento ulteriore del 2,7% per le pensioni più basse innalzando l’importo a 615 euro al mese. Forza Italia punta a mantenere questa rivalutazione aggiuntiva anche per il 2025 e se possibile aumentarla qualora ci fossero risorse da spendere.

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Informativa sui diritti di autore

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni:  la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.

Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?

Clicca qui

 

 

 

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui

La rete #dessonews è un aggregatore di news e replica gli articoli senza fini di lucro ma con finalità di critica, discussione od insegnamento,

come previsto dall’art. 70 legge sul diritto d’autore e art. 41 della costituzione Italiana. Al termine di ciascun articolo è indicata la provenienza dell’articolo.

Il presente sito contiene link ad altri siti Internet, che non sono sotto il controllo di #adessonews; la pubblicazione dei suddetti link sul presente sito non comporta l’approvazione o l’avallo da parte di #adessonews dei relativi siti e dei loro contenuti; né implica alcuna forma di garanzia da parte di quest’ultima.

L’utente, quindi, riconosce che #adessonews non è responsabile, a titolo meramente esemplificativo, della veridicità, correttezza, completezza, del rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e/o industriale, della legalità e/o di alcun altro aspetto dei suddetti siti Internet, né risponde della loro eventuale contrarietà all’ordine pubblico, al buon costume e/o comunque alla morale. #adessonews, pertanto, non si assume alcuna responsabilità per i link ad altri siti Internet e/o per i contenuti presenti sul sito e/o nei suddetti siti.

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui