Nei porti tedeschi potrebbero riprendere gli scioperi con serie conseguenze sui trasporti logistici marittimi
I trasporti logistici marittimi verso l’Europa potrebbero essere ostacolati dalla ripresa, sempre più probabile, degli scioperi nei porti tedeschi. Dopo un’estate di prezzi altissimi per i noleggi dei container e di continui pericoli causati dall’instabilità geopolitica, potrebbero quindi nascere altri problemi per le merci in arrivo verso alcuni dei porti più grandi dell’UE.
Il sindacato Ver.di aveva già cominciato le mobilitazioni a giugno ma le trattative che le parti sociali avevano avviato con le società che gestiscono gli scali di Amburgo, Brema, Brake, Emden, Wilhelmshaven e Bremerhaven sono fallite a causa delle offerte ritenute insufficienti. L’associazione delle aziende portuali Zds ha quindi deciso di ritirarsi dalla discussione e il prossimo passo potrebbe essere proprio lo sciopero.
Sul tavolo ci sono i rinnovi dei contratti di circa 11.500 lavoratori dei porti, in particolare degli addetti ai container. Zds ha proposto un aumento orario di poco meno di un euro e un contributo netto di mille euro per bilanciare gli effetti dell’inflazione a partire dal gennaio del 2025, con un sostanziale alleggerimento dei turni e un miglioramento delle ferie. In alternativa ci sarebbe una seconda proposta priva di questi ultimi benefit ma con aumenti più significativi.
Anche con un miglioramento di queste offerte iniziali, il sindacato ha comunque riscontrato una perdita del potere d’acquisto dei suoi rappresentati e quindi ha rifiutato le offerte. Sarebbe quindi pronta una mobilitazione molto significativa, che potrebbe paralizzare i porti tedeschi nel Mare del Nord.
Tra questi c’è anche la “Porta sul Mondo”, il porto di Amburgo, costruito sul fiume Elba. Si tratta del più importante scalo merci tedesco, il terzo in Europa dopo Anversa e Rotterdam. Un suo blocco potrebbe condizionare l’arrivo di molte merci e causare a catena un aumento dello stresso sugli altri scali dell’area.
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