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di Giuseppe Gaetano, editor in chief

+18,1% annuo per le richieste di prestiti finalizzati, +25,4% per i prestiti personali, +16,2% per il buy now pay later, +13,8% perfino i mutui.

Nonostante il grosso del taglio ai tassi di interesse debba ancora essere praticato, stando ai dati Experian a luglio in Italia c’è stato un vero e proprio boom in ogni categoria del credito al consumo e, nel complesso, i finanziamenti online – erogati digitalmente agli utenti – sono aumentati del 40% rispetto allo stesso mese del 2023.

Ma secondo l’ultimo Barometro CRIF su fonte Eurisc, già a giugno il trend si era invertito, segnando +3,5% nella domanda contro il -1,9% di media dell’intero 1° semestre 2024. In dettaglio, da gennaio a giugno i prestiti personali sarebbero cresciuti sia in richieste (+7,9%) che importi (12.007 euro, +1,1%) mentre i finalizzati (-9,6%%) solo negli importi (6.748 euro, +13,9%). Sempre in media, la classe preferita – per entrambe le tipologie di prodotto – risulta sotto 5.000 euro, con piani di rimborso superiori a 5 anni specie per i personali; a giugno, invece, la somma media erogata balza improvvisamente a 9.300 euro (+8,7%).
CRIF è dunque fiduciosa che la “politica monetaria europea torni ad essere espansiva” e ottimista sulla “congiuntura di stabilità ritrovata che spingerà a programmare nuovi progetti di spesa e, di conseguenza, a richiedere nuovi finanziamenti”.

Anche Segugio.it rileva, nella prima metà dell’anno, un andamento positivo dei prestiti personali (+12,07%, 10.984 euro) e anche delle cessioni del quinto (+21,2% t/t), che nel 2023 avevano subìto una leggera flessione (come emerso pure dai recenti rapporti Bankitalia sulle economie regionali). Tuttavia il comparatore segnala pure una continua crescita dei prestiti finalizzati (+14,36% a/a, 8.294 euro), trainati da automotive e telefonia, nonostante il 7,90% toccato a maggio dal loro tasso di riferimento (contro il 5,36% della CQ).
Incoerenze tra report, incluso il calo dell’importo medio, già emerse in passato: dovute a problemi nell’esatta definizione della categoria di prodotti? Può darsi, visto che spesso la clientela tende a “scambiarli” vivendoli come alternative per procurarsi liquidità (non a caso aumentano le richieste di prestiti personali per spese mediche, matrimoni e vacanze). Resta il fatto che, sebbene il costo del denaro sia ancora alto e non ci sia la prospettiva che cali così rapidamente, il credito al consumo si conferma un pilastro dei progetti dei cittadini: una leva per realizzare i propri desideri.

Anche perché – rispetto ai mutui – prestiti e CQ risentono in modo relativamente limitato delle oscillazioni degli interessi: basti pensare che all’aumento di 450 punti base – attuato dalla Bce a partire da luglio 2022 – sono corrisposti al massimo 160 pb nei prestiti finalizzati, 260 nei personali e 290 nelle CQ (con un picco a dicembre 2023 nel segmento pensionati). Ipotizzando – come suggeriscono numerosi scenari – 3 tagli da 25 cent nei prossimi 12 mesi, è molto probabile che nella seconda metà del 2025 il tasso di personali e finalizzati arrivi rispettivamente poco sopra il 7 e l’8%, mentre quello delle CQ potrebbe situarsi attorno al 6,5% per dipendenti privati e pensionati e al 4,5-5% per i lavoratori pubblici.
A livello territoriale, al Sud crescono i prodotti a minor rischio col 40% delle richieste di prestiti finalizzati e CQ per statali e pensionati (nelle regioni del Nord prevale per i privati). Da notare il -6,1% registrato dai prestiti personali erogati per lavori di ristrutturazione, destinati ad essere scalzati dalla concorrenza dei più convenienti mutui green. Per la ricerca, infine, merito della tenuta e dell’abbozzo di ripartenza del business è anche del crescente attivismo della Z Generation: sebbene la fascia adulta resti maggioritaria, la popolazione di giovani 18-28enni sembra conquistata dai prestiti finalizzati e soprattutto dall’emergente mercato Bnpl. Questo è diventato campo di sperimentazione del digital lending, che punta alla massima semplificazione e velocizzazione del processo di sottoscrizione ed erogazione, come consente appunto il finanziamento e la rateizzazione del costo del bene al momento stesso del suo acquisto.

Una recente analisi del Cetif dell’università Cattolica di Milano, riguardante le moderne tecnologie su cui stanno accelerando banche e intermediari, sostiene che quanto maturato nel Bnpl si estenderà presto ai prodotti più tradizionali. Non solo identità e firma digitale remota, ormai ampiamente utilizzati per le tipologie retail più semplici come la CQ: data analytics, algoritmi di machine learning e IA generativa consentono di sviluppare credit scoring sempre più automatici e accurati, prevedere rischi di insolvenza o ritardi nei pagamenti (con soluzioni di ristrutturazione del singolo debito) e implementare strumenti consulenziali come la “pre-approvazione del prestito”.
Questi modelli – spiegano i ricercatori – sono in grado di identificare pattern e correlazioni che sfuggirebbero agli analisti umani” analizzando una mole impressionante di informazioni: “storia creditizia, transazioni finanziarie, comportamenti di spesa e persino attività sui social media, per determinare la probabilità che un cliente rimborsi”. Inoltre, “profili altamente personalizzati” permettono di “offrire prodotti e servizi creditizi maggiormente targhettizzati, migliorando l’efficacia delle strategie di marketing”. Insomma, se il giro d’affari rallenta, la ricerca digitale non si ferma e promette di accontentare tutti: esperienza più soddisfacente per i consumatori, pratica più sicura e fidelizzante per l’istituzione finanziaria; con entrambe le parti a beneficiare dell’abbattimento dei tempi.

Certamente, nel lungo termine, le performanti modalità del “credito telematico” calamiteranno le nuove generazioni di utenti online sostenendo il mercato: se n’è parlato proprio quest’estate, nei tanti talk del Leadership Forum Summer di Roma. Spetterà invece ai prossimi bollettini mensili di Via Nazionale spiegare se la piccola ripresa registrata a luglio è l’inizio di una vera ripartenza, o una banale oscillazione di assestamento.

Bruno Giannattasio (Banca d’Italia): “La centralità del Credito al consumo nel sostegno delle Famiglie e la necessità di Trasparenza e attenzione ai Costi”

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