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Le celebrazioni per Basaglia al meeting di Rimini: lo stato della salute mentale in Italia

Martedì scorso, si è tenuto al Meeting di Rimini (che terminerà domenica 25 agosto) una tavola rotonda sul tema della Salute Mentale, dal titolo “Disagio mentale e compassione”. Hanno partecipato, all’incontro, Gigi De Palo, direttore generale della Fondazione Angelini, Fabrizio Starace, presidente della Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica, Michele Zanetti, già presidente della Provincia di Trieste e promotore insieme a Franco Basaglia della legge 180 e Marco Bertoli, direttore del Dipartimento Dipendenze e Salute Mentale dell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale.

I temi trattati, tutti molto interessanti, avevano come punto comune l’obiettivo di celebrare la figura di Franco Basaglia, del quale ricorre, quest’anno, il centenario della nascita.

L’incontro ha visto anche, in qualità di ospite d’onore, la partecipazione, attraverso un video messaggio, di Devora Kestel, direttrice del Dipartimento di Salute Mentale e abuso di sostanze all’OMS di Ginevra.

“Franco Basaglia non si è limitato a denunciare la violenza dei manicomi – racconta la Kestel durante il suo intervento – ma ha lavorato attivamente per porvi fine. La sua lotta per la chiusura dei manicomi e per la promozione della salute mentale comunitaria ha aperto una nuova era, non solo in Italia ma nel mondo intero. Eppure, siamo ancora lontani dal raggiungere il suo obiettivo finale. Oggi, a più di 30 anni dalla sua morte, continuiamo a vedere violazioni dei diritti umani nei contesti più vari: case, scuole, luoghi di lavoro e, purtroppo, ancora nei servizi di salute mentale”.

I manicomi nel Novecento erano regolati dalle norme sancite dalla sanità provinciale e gestiti da psichiatri e infermieri. Essi si ergevano in periferia, rispettando un’antica usanza secondo la quale il terrificante, il mostruoso, ovvero il malato di mente doveva essere nascosto agli occhi delle persone “sane”.

Nelle istituzioni psichiatriche all’epoca esistenti erano normalmente usate le seguenti pratiche: elettroshock, lobotomie, docce gelate, camicie di forza e letti di contenzione. Per questo, il manicomio appariva a Basaglia come la somma espressione di una logica sociale volta all’annientamento dell’altro, poiché diverso/malato e per questo deve essere nascosto, celato, dimenticato. Basaglia, dunque, inizia a sollevare la questione manicomiale facendo notare gli efferati metodi adottati e a sostenere sia importante restituire l’individualità e la dignità ai pazienti, che dovrebbero essere riconosciuti prima come esseri umani e poi come delle persone da riabilitare.

A dargli una mano, tra gli altri, ci fu Michele Zanetti, allora presidente della Provincia di Trieste che ricorda la figura dell’illustre psichiatra.

“Per superare la diffidenza soprattutto del personale infermieristico interno all’ospedale psichiatrico – racconta Zanetti – lui arrivando disse: “Ditemi qual è il caso più grave che avete per le mani”. E il caso più grave era di una persona che aveva molti problemi di sofferenza psichica, che veniva legata ai letti, alla contenzione fisica, che veniva praticata purtroppo, ma non durante il mio periodo, prima. Erano stati praticati sia l’uso dell’elettroshock, che anche l’intervento chirurgico al cervello, la lobotomia, ecco. Questa persona, quando veniva legata, riusciva con le dita a entrare nel materasso, a estrarre le molle del materasso e le ingoiava. C’era poi il ricovero, l’intervento chirurgico e così via. Basaglia attivò il suo impegno nei confronti di questa persona che, dopo non molto tempo, divenne il responsabile del bar interno dell’ospedale, senza più nessun segno di particolare sofferenza o smania che poteva essere temuto”.

Durante il suo racconto su Basaglia e sulla riforma psichiatrica, Zanetti esprime anche amarezza per quanto poco e male abbia fatto la classe politica sul tema della salute mentale in questi quarant’anni.

“Noi abbiamo, ahimè, una classe politica, senza fare distinzioni di partito, che si dimostra di fatto incapace e incompetente. – dichiara Zanetti –  Non reagisce, probabilmente non si prepara nemmeno; ormai credo che molti assumano delle responsabilità politico-amministrative senza prepararsi neanche un pochino alle funzioni che dovrebbero espletare o alla materia che dovrebbero amministrare”.

Una amara considerazione avallata anche dai dati che ha riportato Fabrizio Starace, presidente della Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica.

“Il primo punto nodale riguarda quello del finanziamento, – dichiara Starace – quello delle risorse che non sono solo economiche; il sistema si è avvantaggiato di un primo ventennio di applicazione della legge 180 in cui le risorse erano disponibili in quanto riconvertite da quelle impegnate fino ad allora negli ospedali psichiatrici. Sia il personale sia i fondi venivano gradualmente e progressivamente riorientati verso il territorio. Questo ha fatto sì da determinare una grande stagione in cui si sono arricchiti i territori di servizi, di personale, di attività… Ma da allora in poi, il combinato disposto di una serie di elementi normativi, primo fra tutti quello determinato dal terzo o quarto governo Berlusconi, col ministro Tremonti, che introdusse il blocco delle assunzioni, prima per un periodo determinato, poi rilanciato nel 2010 con la legge finanziaria del 2010, e successivamente rinnovato indipendentemente dal colore dei governi che si sono succeduti fino ai giorni nostri, con una breve interruzione soltanto nel periodo della pandemia. Bene, questo ha corroso il capitale fondamentale su cui marciano le attività per la salute mentale, che è il capitale umano. Pensate che all’inizio di questo secolo il personale in carico ai servizi di salute mentale era di oltre 31.000 unità. Oggi, nel 2024, siamo a circa un migliaio di unità di personale in meno, ma rispetto a 25 anni fa abbiamo forse duplicato o triplicato l’utenza che si rivolge a noi”.

Per farla breve, si è trattato di una tavola rotonda molto interessante, ricca di contenuti e che per poterla guardare e ascoltare attentamente basta cliccare sul seguente link: video

 

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