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Da quando i bonus edilizi si sono fatti strada nella
quotidianità dei cantieri, sono stati molti gli “scontri” tra
realtà e normativa. Spesso, infatti, le leggi e i decreti hanno
cambiato le carte in tavola, il più delle volte prevedendo
adempimenti da mettere in atto entro specifiche date ravvicinate,
così da mandare in tilt il settore, imponendo di velocizzare di
molto i lavori per non perdere i benefici fiscali prospettati.

Lo stesso continua ad accadere anche oggi, poiché il 31 dicembre
2024 rappresenta l’ultimo giorno di vita sia dell’Ecobonus che del
Sismabonus. E non solo, perché nella stessa data l’attuale aliquota
del Superbonus al 70% crollerà al 65%, mentre dal 1° gennaio 2026
anche la maxi-detrazione edilizia uscirà del tutto di scena.

Per i committenti dei lavori che siano persone fisiche tali
scadenze non rappresentano un grosso problema – se ben gestite –
poiché ad essi si applica il criterio di cassa, e sono agevolabili
con i bonus le spese sostenute entro le date richiamate, anche se
il giorno in cui i lavori potranno dirsi conclusi arriva
successivamente. Lo stesso non può invece dirsi per i soggetti
d’impresa che intendano realizzare interventi edilizi agevolabili
su immobili di loro proprietà, poiché per essi vale invece il
criterio di competenza, in base al quale le spese non si
considerano sostenute fino a quando le opere commissionate non
vengono accettate e dunque, in sintesi, non sono concluse. Ma anche
le persone fisiche subiscono parzialmente gli effetti negativi di
queste strette tempistiche, dato che per ottenere legittimamente i
bonus, anche se le spese sono state già anticipate per tempo,
servirà comunque concludere i lavori entro la scadenza del titolo
abilitativo, solitamente valido per 3 anni.

Molti, allora, si trovano o si troveranno presto nella
situazione di dover “velocizzare” il tutto, ma farlo può esporre ad
alcuni rischi, primo tra tutti un crollo della qualità dei lavori.
Tuttavia, possono essere valutate alcune scelte di tipo tecnico che
sono in grado di ottimizzare, almeno in parte, lo sprint finale
senza sacrificare né la qualità né i bonus edilizi.

Le finiture sono cruciali

Quando ci si trova nella fase di progettazione di un intervento
edilizio, soprattutto quando quest’ultimo è molto ampio, i dettagli
relativi alle finiture sono prevedibilmente quelli meno
approfonditi. Data la fretta che i bonus edilizi hanno imposto e
continuano a imporre, come si accennava, nei capitolati dei
progetti allegati ai contratti d’appalto sono spesso indicate
soluzioni tecniche “standardizzate”.

Tuttavia, quando poi ci si trova in piena fase di esecuzione dei
lavori, non è detto che la realizzazione di tali finiture standard
porti fortuna. Queste sono infatti solitamente legate a modalità
operative tipiche dell’edilizia tradizionale, e dunque non sempre
compatibili con la fretta che caratterizza il mondo dell’edilizia
agevolata.

Chi si trova con lavori in corso e nutre – comprensibilmente –
qualche preoccupazione in merito alla possibilità di riuscire
nell’impresa di terminare i lavori entro un tempo massimo, può
allora trarre qualche utilità dal rivedere i capitolati, così da
interrogarsi sulla natura di talune soluzioni tecniche. Queste,
infatti, possono essere sostituite con altre più performanti,
magari leggermente più costose, ma tali da consentire di far
rientrare intere categorie di opere nell’alveo delle agevolazioni,
con ovvi risparmi economici.



 

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