Prestiti personali immediati

Mutui e prestiti aziendali

Utilizza la funzionalità di ricerca interna #finsubito.

Agevolazioni - Finanziamenti - Ricerca immobili

Puoi trovare una risposta alle tue domande.

 

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito
#finsubito news video
#finsubitoaste
01_post_Lazio
Abruzzo
Agevolazioni
Agevolazioni #finsubito
Alghero aste
Cagliari aste
Chieti
Emilia Romagna aste
Firenze aste
Italia aste
L'Aquila
Lazio aste
Lombardia aste
News aste
Olbia aste
Post dalla rete
Roma aste
Sardegna aste
Sassari aste
Toscana aste
Zes agevolazioni
   


ROMA. Più che un assalto, un flop. Lo scivolo di “Quota 103 – l’uscita anticipata dal lavoro con 62 anni di età e 41 anni di contributi versati – non convince i lavoratori.

Stando a quanto appreso dall’agenzia Ansa, le domande presentate all’Inps per accedere a un pensionamento prima della data effettiva grazie ai due requisiti previsti sono state circa 7 mila rispetto alle 17 mila stimate nella legge di Bilancio per l’anno in corso. Insomma, meno della metà di quelle attese. E non è detto che siano tutte accolte (si stima che potrebbero essere respinte circa il 20% di richieste).

A frenare le intenzioni di lasciare anzitempo il lavoro ci sarebbe lo scarso guadagno dell’anticipo a fronte di un alleggerimento, per molti non banale, dell’assegno pensionistico. Secondo le simulazioni, per effetto della varie finestre di uscita, i dipendenti privati che decidono di accedere a questa opzione conquistano un anno e mezzo in meno al lavoro mentre quelli pubblici un anno e quattro mesi.

Inoltre, dopo la stretta del ricalcolo contributivo dell’assegno imposta nel 2024, molti lavoratori avrebbero ricevuto un trattamento pensionistico sensibilmente più basso di quello maturato a oggi. Il ricalcolo completamente contributivo può non incidere tanto in caso di carriera piatta ma diventa penalizzante per chi ha avuto una rapida progressione con aumenti di retribuzione. Un “danno” che ha pesato di più sulla scelta di restare al lavoro.

La misura, dunque, potrebbe essere confermata e rifinanziata con uno stanziamento inferiore. Per coprire “Quota 103”, l’ultima legge di Bilancio aveva stanziato 149 milioni di euro per il 2024, 835 milioni nel 2025 e 355 nel 2026. Ma non è tutto.

Per quanti non aderiscono al pensionamento anticipato, pur avendo maturato i requisiti di “Quota 103”, scatta il “bonus Maroni. L’incentivo, che prende il nome dell’esponente leghista scomparso nel 2022, offre il diritto a una crescita dello stipendio pari al 9,19% dello stipendio lordo nel privato e 8,80% nel pubblico. Si tratta di un beneficio “semi-automatico”, perché il lavoratore deve fare formale richiesta al portale Inps o presso un patronato. Tecnicamente, il dipendente rinuncia a versare la sua parte di contributi previdenziali (di norma, trattenuta in busta paga) per fruirne direttamente a fine mese.

Per i lavoratori del settore privato che hanno scelto il bonus, gli accrediti in busta paga sono scattati dal 2 agosto e altri seguiranno al 1° settembre (nel caso di contributi versati in più gestioni previdenziali). Mentre per quelli del settore pubblico, le date degli accrediti fissate sono 2 ottobre e 1° novembre.

Il bonus, introdotto proprio per contenere la spesa pensionistica e disincentivare le uscite anticipate, non ha particolari costi per le casse pubbliche. I soldi dell’aumento percepito dal lavoratore, infatti, sono un mancato accredito sul suo montante contributivo (cosa che non lo rende conveniente per tutti). Ma, a titolo di esempio, un dipendente privato con uno stipendio di 2.800 euro lordi mensili guadagna circa 257 euro che, al netto delle tasse, entrerà direttamente nelle sue tasche (l’incentivo è più appetibile per chi ha un reddito annuale superiore ai 35 mila euro lordi).

Si calcola che l’anno scorso, il “bonus Maroni” ha avuto una platea potenziale di circa 45 mila beneficiari (tanti sono stati quelli che hanno scelto di continuare a svolgere l’attività lavorativa pur avendo i requisiti per andare in pensione con “Quota 103”).

Dalla contestatissima riforma delle pensioni attuata nel 2011 dal governo Monti per mettere in sicurezza i conti pubblici, i ritocchi per aumentare la flessibilità di accesso al pensionamento sono stati più di uno. Dal 2012 a oggi, le correzioni al sistema previdenziale rimodellato dall’allora ministro del Lavoro Elsa Fornero con l’innalzamento dell’età pensionabile hanno contato nove salvaguardie per “tutelare” circa 770 mila lavoratori (o esodati) dalle maglie delle nuove regole.

A partire dal 1° gennaio 2019, sono state introdotte la cosiddetta “Quota 100”, (intesa come somma tra 62 anni di età e 38 di contributi) e “Quota 102” (età anagrafica di 64 anni e anzianità contributiva di 38 anni). Sulla base del monitoraggio, sono usciti con “Quota 100” (il principale canale) 150.222 lavoratori nel 2019, 115.189 nel 2020 e 109.021 nel 2021 per un totale di 374.432 nuovi pensionati.

Oggi, però, l’uscita anticipata – una battaglia intestata soprattutto alla Lega e a Matteo Salvini – appare meno allettante di un tempo.

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Informativa sui diritti di autore

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni:  la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.

Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?

Clicca qui

 

 

 

Prestiti personali immediati

Mutui e prestiti aziendali

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui

La rete #dessonews è un aggregatore di news e replica gli articoli senza fini di lucro ma con finalità di critica, discussione od insegnamento,

come previsto dall’art. 70 legge sul diritto d’autore e art. 41 della costituzione Italiana. Al termine di ciascun articolo è indicata la provenienza dell’articolo.

Il presente sito contiene link ad altri siti Internet, che non sono sotto il controllo di #adessonews; la pubblicazione dei suddetti link sul presente sito non comporta l’approvazione o l’avallo da parte di #adessonews dei relativi siti e dei loro contenuti; né implica alcuna forma di garanzia da parte di quest’ultima.

L’utente, quindi, riconosce che #adessonews non è responsabile, a titolo meramente esemplificativo, della veridicità, correttezza, completezza, del rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e/o industriale, della legalità e/o di alcun altro aspetto dei suddetti siti Internet, né risponde della loro eventuale contrarietà all’ordine pubblico, al buon costume e/o comunque alla morale. #adessonews, pertanto, non si assume alcuna responsabilità per i link ad altri siti Internet e/o per i contenuti presenti sul sito e/o nei suddetti siti.

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui