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diRoberta Polese

Femminicidio ad Abano Terme, la 37enne moldava aveva avuto due figlie da Erik Zorzi, il compagno camionista in carcere accusato di omicidio. Gelosia, soprusi: cercava da tempo di allontanarsi. Lui aveva bloccato ogni tentativo

Prima di essere uccisa per mano del suo ex Erik Zorzi, Nicoleta Rotaru aveva vissuto un inferno fatto di manipolazioni, controllo e gelosia. La donna di 37 anni, moldava d’origine, laureata e in procinto di ottenere un impiego a tempo indeterminato, aveva avuto con il suo assassino, il camionista Erik Zorzi, due figlie di 8 e 13 anni. La famiglia abitava ad Abano Terme in un condominio di quattro appartamenti che apparteneva alla famiglia di lui. Da anni la donna stava cercando di allontanarsi dall’uomo dal quale si era separata due anni fa, ma che ancora occupava la sua vita a suon di insulti e violenze. 

L’esperienza in politica: «Capimmo che lui la controllava»

Anche quando Nicoleta aveva deciso di impegnarsi in politica lui si era messo di traverso. Lo ricorda anche Michele Di Bari, che nel 2017 aveva fondato la lista CambiAbano in vista delle elezioni amministrative nel comune di Abano Terme, che proprio in quel periodo stava cercando di riemergere dalle paludi fatte di tangenti e corruzione che avevano portato in cella l’allora sindaco Luca Claudio. Di Bari aveva fondato una lista indipendente, fatta di tanti giovani che avevano voglia di proporsi e dare un contributo alla cittadina termale. «Non fu facile per Nicoleta quel periodo, avevamo capito che lui la controllava e che era un uomo violento, ma non avremmo mai immaginato che sarebbe arrivato a tanto – dice oggi Michele Di Bari, sconvolto dalla notizia che fin dalle prime ore del mattino ha gettato nello sconforto tutta la comunità aponense -. Ricordo che al termine di una riunione lui si presentò da me stringendomi forte la mano e guardandomi negli occhi disse “spero che quello che fate porti da qualche parte perché Nicoleta passa molte ore fuori casa”. Era la prima volta che lo vedevo, avevo capito subito che non era molto contento dell’impegno della moglie – spiega – gli risposi che come vedeva eravamo tutti lì in un luogo pubblico a impegnarci in quello che credevamo». Nicoleta non è riuscita a reggere a quella ossessione: «A un certo punto durante la campagna elettorale Nicoleta venne da me a dirmi che non se la sentiva più di continuare perché aveva problemi a casa – aggiunge ancora Di Bari – io avevo capito perfettamente a cosa si riferiva, le ho detto che non potevo toglierla dalla lista, perché ormai le votazioni erano vicine, ma le ho detto che non doveva preoccuparsi di nulla, e che se aveva bisogno noi saremmo stati con lei».




















































La revoca delle foto

Nicoleta chiuse quindi quel tentativo di esperienza politica per non innescare le liti con il marito, liti che i carabinieri conoscevano bene, perché nell’arco degli anni sono andati decine di volte a casa di Zorzi chiamati dai vicini allarmati dalle urla, trovando Nicoleta terrorizzata e impotente di fronte ai soprusi del marito. Zorzi tornerà anche più avanti a farsi sentire con Di Bari: «Mi chiamò al cellulare durante la campagna elettorale per dirmi di togliere immediatamente le foto di sua moglie dai social, avevamo fatto dei video promozionali dove c’era anche lei e stavano andando molto bene, io mi sono arrabbiato con lui gli ho detto di cancellare il mio numero e non farsi più sentire, e che se Nicoleta voleva essere tolta dai social, allora avrebbe dovuto chiamarmi lei, dopo poco mi è arrivata la stessa richiesta da parte di Nicoleta allora abbiamo cancellato le sue foto dai social, non volevamo che le provocassero problemi con lui».

Il sindaco: «Vicinanza alla famiglia»

La morte di Nicoleta alza ancora una volta il velo sull’azione di controllo e manipolazione messa in atto da uomini violenti e incapaci di accettare l’autodeteminazione di donne decise a lasciarli. «Siamo increduli e sotto choc per questo femminicidio. Il primo caso ad Abano Terme – dice il sindaco Federico Barbierato -. Da alcuni anni e’ attivo lo sportello antiviolenza che aiuta le donne che si trovano in difficoltà e che possono ottenere ascolto e consulenza gratuita in modo assolutamente riservato. Alle figlie e ai familiari della vittima la nostra vicinanza e il nostro impegno dei servizi sociali prontamente attivati».

24 agosto 2024 ( modifica il 24 agosto 2024 | 16:24)

 

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