Un assessore per due poltrone: “Una presenza legittima e opportuna”. Gianni Galdenzi, dirigente comunale firmatario delle determine di assegnazione dei contributi nei confronti della Pescheria, interviene sul caso sollevato dal Carlino che vede Daniele Vimini nella doppia veste di assessore alla Cultura nonché vice-sindaco e presidente della Fondazione Pescheria. L’anomalia sollevata dal Carlino riguarda il fatto che la mano destra di Daniele Vimini presidente chiede sistematicamente soldi alla mano sinistra del Vimini assessore, sollevando il Comune “dall’onere di qualsiasi indagine nel merito”. E negli ultimi due anni, con questa modalità, la Pescheria si è trovata a gestire 4 milioni di euro tra contributi già erogati o da erogare da parte del Comune, del Ministero della Cultura e della Regione. La Fondazione Pescheria e l’assessorato alla cultura non rispondono direttamente per spiegare l’opportunità politica di questa situazione, lo fa invece il dirigente del servizio cultura Gianni Galdenzi: “Si può affermare, senza tema di smentita, che il Comune esercita sulla Fondazione, attraverso i suoi uffici, tutte le verifiche in merito ai contributi erogati alla Fondazione, in forma analitica mediante rendicontazione delle singole spese sostenute”. Il dirigente Galdenzi, nella sua nota, specifica anche la natura dell’errore che abbiamo individuato in una richiesta di soldi da parte della Pescheria nei confronti del Comune sottoscritta dallo stesso presidente Daniele Vimini. Nel documento datato 15 marzo 2024, a causa di un copia-incolla disattento, nell’oggetto si chiedono 500mila in virtù della determina 540 del 6 marzo 2024, nella dichiarazione successiva, cioè nel corpo del testo, compare la cifra di 117mila e 600 euro in base alla determina 105 del 26 gennaio 2024 che corrisponde ad una richiesta di soldi che invece è del 13 febbraio 2024.
“Nello specifico del contributo di cui si parla nell’articolo – specifica Galdenzi -, oltre al Comune anche la Regione effettuerà le opportune verifiche come del resto avviene con i trasferimenti provenienti dal Ministero della Cultura. Nell’oggetto dell’istanza la Fondazione indica correttamente la somma richiesta (500.000€). Per un mero refuso – nella seconda parte dell’istanza è indicata la richiesta di un anticipo di 117.600€ somma riconducibile ad una diversa Determinazione di impegno di questo Ente a favore di Fondazione Pescheria. Si tratta pertanto, di mero errore formale, facilmente riconoscibile, che non dà adito a fraintendimenti e non inficia la sostanza della richiesta”.
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