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Una delle immagini simbolo di Amatrice distrutta dal sisma scattata il 24 agosto del 2016 – Ansa

Quattro terremoti in poco più di cinque mesi, dal 24 agosto 2016 al 18 gennaio 2017, devastarono parti del Centro Italia, creando un cratere di 8mila metri quadrati tra Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria e interessando 138 Comuni. A otto anni di distanza, in concomitanza con l’anniversario del sisma per commemorare le 299 vittime, in particolare registrate ad Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto, è tempo dell’ennesimo bilancio sulla ricostruzione. Nell’ultimo «anno e mezzo un cambio di passo è registrato e documentato», dice il commissario straordinario Guido Castelli ma «credo che il primo dovere delle istituzioni sia fare memoria delle vittime e delle famiglie che hanno perso i loro cari e i loro beni. E chiedere scusa per i ritardi accumulati in troppe false partenze».

È arrivato il momento che la ricostruzione acceleri anche nei borghi più colpiti. Il «cambio di passo impresso in tanta parte del cratere – è l’auspicio del commissario – deve concretizzarsi anche nei borghi che per primi hanno subito la distruzione: Amatrice, Accumoli, Arquata. Un obiettivo che grazie alla coesione e alla collaborazione con le Regioni, l’Ufficio speciale per la ricostruzione (Usr) e i Comuni, oggi è possibile».

C’è inoltre il supporto dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) per una ricostruzione di qualità. «Controlli preventivi per oltre mille procedure di affidamento, per un valore superiore a 1,6 miliardi di euro – ricorda l’Anac –. Quasi 4mila pareri forniti, con un numero esiguo di contenziosi». Azione che «ha costituito un efficace presidio di legalità e trasparenza, evitando episodi di corruzione e azzerando quasi il contenzioso, senza sottrarre tempo prezioso alla ricostruzione, anzi accelerando i tempi di realizzazione, superando timori preventivi di amministrazioni chiamate a eseguire le gare d’appalto».

Secondo il Rapporto sulla ricostruzione, al 31 luglio 2024, sono state 31.786 le richieste di contributo per immobili residenziali o produttivi privati danneggiati, per un importo di 14,5 miliardi di euro. Le richieste approvate dagli Usr sono 20.429 (il 64% del totale) con concessione di quasi 9 miliardi di euro e 4,8 miliardi liquidati. A testimoniare un’accelerazione, spiega la Struttura commissariale, le quasi 9mila richieste presentate tra il 31 luglio 2022 e il 31 luglio del 2024, per quasi 7 miliardi. Più della metà riguardano Comuni delle Marche (57%); il 17% riguardano l’Abruzzo, il 15% l’Umbria, l’11% il Lazio.

Al 31 luglio scorso, a fronte dei 20.379 cantieri autorizzati, quelli conclusi erano 11.364 con una percentuale di interventi chiusi del 62% in Abruzzo, del 59% in Umbria e nelle Marche e del 48% in Lazio. Salgono anche le erogazioni di Cassa depositi e prestiti a imprese impegnate nella ricostruzione privata: dal 25 luglio al 12 agosto scorsi, 76 milioni di euro, +31,3% rispetto allo stesso periodo del 2023. Per la ricostruzione pubblica, al 31 maggio scorso, era stato avviato il 95% delle opere (66% in progettazione). Nel 2024, 11.182 i nuclei familiari che hanno fatto ancora ricorso all’assistenza abitativa (12.319 nel 2023). Progressi che però non bastano, secondo il sindaco di Arquata, Michele Franchi: «Qualche risultato comincia a vedersi nella ricostruzione ma c’è ancora tanto da fare e c’è da imprimere una velocità maggiore perché fin qui è stato tutto molto, troppo, lento». Nella notte, alle 3.36, l’ora della prima scossa, Arquata ha ricordato le vittime del disastroso sisma che nel borgo dell’Ascolano furono 52.



 

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