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Per i danni generati con le infinite correzioni al Superbonus, CANDE (Class Action Nazionale Dell’Edilizia) porta la Presidenza del Consiglio in tribunale per responsabilità del terzo.

La lite tra committente e impresa è oramai una consuetudine, ma stavolta i legali di Cande la estendono al vero colpevole dei danni generati con le infinite correzioni al Superbonus, ovvero la Presidenza del Consiglio.

Sono servite due udienze ma poi il Tribunale di Vicenza 1a Sezione Civile, accoglie la richiesta dei difensori di Cande, e li autorizza a chiamare il terzo nell’udienza del 5 novembre 2024, col fine di tenere indenne il suo assistito, per il caso di soccombenza.

Un traguardo importante al quale l’Avv. Daniele Marra ideatore della manovra, commenta così: “La scelta del magistrato è stata quella di condividere pienamente due tesi difensive. La prima è rappresentata dal fatto che la ditta appaltatrice può essere garantita anche dal Legislatore italiano che, con i provvedimenti di urgenza come quelli che hanno via via compromesso la cessione del credito e lo sconto in fattura, ha inciso direttamente su rapporti privati e tra privati, rendendo più oneroso un appalto edile. Lo Stato può essere parte in causa.

La seconda è quella di aver avallato una vera e propria lesione del credito di una ditta edile visto che la lite è stata ampliata ai danni della Presidenza del Consiglio citando uno specifico articolo del codice di procedura civile, ovvero quello che ammette la chiamata in causa di un terzo non solo perché la lite gli è comune, ma anche affinché il terzo garantisca chi lo ha chiamato, ovvero paghi al suo posto ed in caso di condanna. Lo Stato può essere chiamato a risarcire una ditta edile.

A novembre vedrò la costituzione avversaria e potrò dare risposte concrete al comparto edile che l’associazione Cande rappresenta con instancabile impegno”.

È dunque evidente che le ripetute modifiche alla norma originale del Superbonus meglio rappresentata nel meccanismo della cessione del credito artt. 121 e 122 del DL 34/2020 già Legge 77/2020, sono da intendersi risolti per le subentrate variazioni contrattuali che hanno impedito alle parti in causa di poter proseguire i lavori così come concordati.

Si rammenta inoltre che il credito d’imposta da bonus edilizi è un privilegio per i soli privati, non professioni, né imprese, né arti e né mestieri, e sono coloro che generano il credito, restando di fatto, responsabili in solido assieme al Governo che prima lo ha concesso e poi lo ha boicottato, fino ad assumersi responsabilità di tipo contrattuale ed extra contrattuale.

Proprio per questo il Governo Italiano unico responsabile dei danni causati con le variazioni normative, deve essere coinvolto nelle cause civili tra privati ed aziende e professionisti e finanziarie e banche, a prescindere da chi cita per primo.

Questo il giusto percorso che segue quello della Commissione UE, alla quale Cande ha anche in quella sede presentato denuncia per violazione dei diritti UE e relativa norma plenaria come il Sec/Esa2010.

Ribadiamo l’appello al Governo prima che venga travolto da citazioni presso ogni corte di competenza, oltre all’ennesima ammonizione dall’Europa, nel rivedere l’ultimo DL 39/24 già Legge 67/24 fino a volerla correggere urgentemente nei molteplici articoli che evidenziano violazioni grossolane e dannose per i contribuenti.

Altre cause giacciono nei tribunali italiani grazie al lavoro del Centro Studi Cande e che sono in attesa del parere del Giudice. Non è la prima e non sarà l’ultima”.

 

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