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Il decreto Riscossione ha introdotto modifiche al sistema di recupero dei debiti fiscali, con una serie di novità che entreranno in vigore dal primo gennaio 2025. L’Agenzia delle entquote è interessata da cambiamenti che riguardano anche le tempistiche e le procedure per il recupero delle somme dovute.

I rimborsi saranno accelerati per garantire una maggiore efficienza e ridurre i tempi di attesa per i cittadini. Entriamo più a fondo nei dettagli


  • Nuove regole e tempistiche dei rimborsi fiscali nel 2024

  • Le altre novità del decreto Riscossione

Nuove regole e tempistiche dei rimborsi fiscali nel 2024

Il decreto Riscossione rivede la soglia dei crediti compensabili e la dilazione dei pagamenti per rendere più snella e flessibile la gestione dei debiti fiscali.

La compensazione volontaria dei crediti fiscali è ora consentita solo per importi superiori a 500 euro, comprensivi degli interessi. La procedura di rimborso è stata semplificata: prima di procedere con il rimborso, l’Agenzia delle entquote verifica se il beneficiario ha debiti pendenti derivanti da cartelle esattoriali. Se emergono debiti, l’Agenzia segnala la situazione all’agente della riscossione, che propone una compensazione tra il credito e il debito. Durante questa fase, l’azione di recupero viene sospesa, dando al contribuente 60 giorni per accettare o rifiutare la proposta di compensazione.

L’articolo 13 del decreto introduce quindi una nuova disciplina per la dilazione del pagamento, particolarmente utile per i contribuenti in difficoltà economica temporanea. Per i contribuenti che dichiarano di essere in questa situazione, l’Agenzia delle entquote concede la possibilità di distribuire i pagamenti fino a un massimo di:


  • 84 quote mensili per richieste presentate nel 2025 e 2026;

  • 96 quote mensili per richieste nel 2027 e 2028;

  • 108 quote mensili per richieste a partire dal primo gennaio 2029.

Se il contribuente è in grado di dimostrare concretamente la propria difficoltà economica sono previste condizioni più favorevoli:


  • fino a 120 quote mensili per debiti fino a 120.000 euro, con scaglioni di 85-120 quote per richieste nel 2025-2026, 97-120 quote per il 2027-2028, e 109-120 quote dal 2029 in poi;

  • per debiti superiori a 120.000 euro può arrivare fino a 120 quote, indipendentemente dall’anno in cui viene presentata la richiesta.

La valutazione della situazione di difficoltà economica differisce tra persone fisiche e imprese. Per le persone fisiche e i titolari di ditte individuali in regime fiscale semplificato, la valutazione si basa sull’Isee del nucleo familiare e sull’entità del debito da quoteizzare, oltre a eventuali debiti già quoteizzati. Per le imprese e altri soggetti, invece, si tiene conto dell’indice di liquidità e del rapporto tra il debito da quoteizzare, quello residuo già quoteizzato e il valore della produzione.

Le altre novità del decreto Riscossione

Le nuove disposizioni sul regime delle impugnazioni introducono molti chiarimenti, pur mantenendo la linea generale secondo cui l’estratto di ruolo non è impugnabile. Sono previste eccezioni che consentono al debitore di contestare il ruolo e la cartella di pagamento se ritiene che la notifica sia avvenuta in modo invalido.

Il debitore può agire in giudizio dimostrando che l’iscrizione a ruolo gli arrechi un danno nei seguenti casi:


  • per le conseguenze derivanti dal Codice dei contratti pubblici;

  • per la riscossione di somme dovute da soggetti pubblici;

  • in caso di perdita di un beneficio nei rapporti con la pubblica amministrazione;

  • nell’ambito delle procedure previste dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza;

  • in relazione a operazioni di finanziamento da parte di soggetti autorizzati;

  • durante la cessione di un’azienda.

Queste eccezioni sono strumenti di tutela per i contribuenti che potrebbero subire conseguenze a causa di irregolarità nelle notifiche delle cartelle di pagamento.

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