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Un’aspra critica alla Regione e un grido d’allarme da parte dei comitati uniti degli alluvionati e dei franati. Il tema è proprio quello del risarcimento alle aziende agricole che hanno subìto danni per frane e alluvioni. E la denuncia, da parte dei comitati, è molto netta: fra somme da anticipare, garanzie bancarie da attivare e tempistiche, sembra veramente difficile attingere ai 50 milioni stanziati per questa casistica.

“Al 29 luglio 2024 esce la delibera Regionale 1713, nella quale il presidente della Regione Irene Priolo, la Giunta regionale sottoscrivono il regolamento per avere i risarcimenti per danni da frane e alluvione dell’ormai noto e triste maggio 2023”, ricorda la nota firmata dai comitati uniti.

Il nodo della fideiussione

Cosa dice la delibera? “Va premesso che al 06 Novembre 2023 il Masaf (ministero politiche agricole) mette a disposizione 50 milioni di euro per risarcire le aziende agricole per i danni subiti da frane ed alluvioni – spiegano i comitati -, la Regione al 06 di novembre apre il bando per i risarcimenti e da il via alle perizie, la modalità di risarcimento è sempre quella (tanto contestata da tutti)”. L’iter inviso viene ricordata dagli stessi alluvionati e comprende “perizia del danno, accettazione da parte della Regione, accettazione del danneggiato e poi risarcimento, prassi consolidata da anni. Ebbene, una perizia giunta alla Regione il 06 di Dicembre viene evasa a metà Luglio, non 2 mesi come con la struttura commissariale ma ben 8 mesi e non è finita”. I passi da muovere, spiega la nota, sono ancora molti: “Fatto l’accordo del danno si passa all’incasso, quindi si aspetta la modalità di risarcimento ed ecco che il 29 luglio esce questa delibera della Regione. L’esempio che portiamo è di un danno poco sopra i 500mila euro – premette il comunicato – la Regione decide con questa delibera di anticipare il 50% dell’importo come acconto (la stessa cosa vale per gli iter che passano dalla struttura commissariale) ma con una differenza. Viale Aldo Moro chiede la fidejussione bancaria dell’intera somma valente 1 anno e rinnovabile in automatico di altri 6+6 mesi”. Non è finita qui però: “E’ necessario avere già i permessi firmati dal Comune non quando si iniziano i lavori, ma “prima” di avere l’acconto del risarcimento e ed il tutto entro 20 giorni. A questa cosa che riteniamo assurda, va aggiunto che per avere gli altri 250mila euro devi portare le fatture saldate con pagamento tracciabile: se non hai i denari sufficienti per fare il saldo dovresti fare una fidejussione di 500mila euro tutto a spese tue, oltre al fatto che alcune spese non vengono riconosciute”, esplicitano gli alluvionati. La conclusione dei comitati è amareggiata: “Capite che l’ermetismo del Generale tanto sventolato dalla Regione con in capo l’ex Bonaccini pare essere una bazzecola in confronto alle tempistiche e modalità della Regione. Speriamo e crediamo che si possa fare di meglio per le aziende agricole, che possano godere di maggiore fiducia sapendo che sono dei danneggiati, vanno risarciti con agilità – chiudono il loro ragionamento gli alluvionati -. È scritto all’inizio della delibera che sono sostegni alle imprese colpite dall’alluvione come previsto dallo stato di emergenza, figuriamoci il tipo di sostegno tra l’altro stiamo parlando di poco più di 50 milioni di euro e non degli oltre 4 miliardi del Governo gestiti dal Generale Figliuolo”.

Il consigliere regionale Bulbi

“Il sistema di erogazione dei fondi previsti per i danni riguardanti le strutture e le infrastrutture aziendali colpite dall’alluvione, le cui risorse sono contenute nella Legge 100 del 31 luglio 2023, fa riferimento a diverse procedure.” afferma in una replica il consigliere regionale Massimo Bulbi in risposta a dichiarazioni fatte da alcuni rappresentanti dei Comitati Uniti degli alluvionati, che ci tiene a precisare non rappresentano il Comitato Riuniti Alluvionati e Franati dell’Emilia-Romagna.

“Quelle gestite dalla Regione sono procedure ordinarie di erogazione dei fondi pubblici in caso di calamità, che non prevedono di norma la possibilità di erogare anticipi. Lo sforzo della Regione Emilia-Romagna di individuare una modalità attraverso la quale garantire alle imprese colpite comunque un anticipo del 50% deve pertanto prevedere una copertura fidejussoria, proprio perché le regole sulle quali si basa il finanziamento gestito dalla Regione fanno riferimento alle norme di una legge nazionale (dlgs n. 102/2004). E’ per questa ragione che si è resa necessaria l’estensione della fidejussione, a garanzia delle somme statali anticipate.”

“La Regione – prosegue Bulbi – si è messa subito a disposizione per indennizzare i danni da frana, quando è stato fatto presente che i tempi di indennizzo della struttura commissariale sarebbero stati molto più lunghi, e questa decisione è stata presa proprio per andare incontro alle nostre imprese agricole e fare tutto il possibile per concedere liquidità in tempi certi. E’ chiaro però che la Regione non è nelle condizioni di derogare le regole, a differenza della struttura commissariale.

La struttura commissariale, nel novero dei propri poteri straordinari che la Regione non possiede, può invece erogare anticipi senza chiedere la fidejussione. E’ anche per questa ragione che il Presidente Bonaccini e la giunta hanno chiesto più volte e con insistenza che fosse attivato il sistema di credito di imposta come è avvenuto per il sisma 2012, perché con questa modalità sarebbe stato possibile superare questo tipo di criticità e garantire liquidità alle imprese con maggiore agibilità, ma come è noto questa richiesta non è stata accordata dal Governo, che invece ha deciso di nominare un Commissario Straordinario per l’alluvione e di lasciare alla Regione la sola gestione sulla base di norme ordinarie delle risorse.

Va inoltre ricordato che le risorse fin ora stanziate per i danni agricoli sono ampiamente sottodimensionate rispetto ai danni reali, soprattutto per quanto riguarda le frane. La Regione lo sta facendo presente da mesi e inoltre è incredibile che il principale danno subito dagli agricoltori – appunto le perdite di produzione per i danni da frane – sia rimasto escluso dai danni risarcibili tramite piattaforma AgriCat, che a sua volta sta avendo problemi enormi di gestione e di erogazione: anche su questo aspetto abbiamo scritto al Governo per chiedere di inserire questa tipologia di danni tra gli interventi indennizzabili tramite AgriCat. Con l’ultimo emendamento proposto alla Legge 100 il Governo ha deciso di trasferire le somme (8 milioni di euro ) per pagare i danni per le perdite produttive delle zone franate alle Regioni interessate, e siamo in attesa del riparto delle somme proprio perché AgriCat non era in grado di gestire gli indennizzi.”

“Ancora una volta auspico che non si voglia continuare ad usare, e per fortuna sono in pochi a farlo, questa situazione per finalità partitiche. La Regione si è sempre confrontata con le realtà agricole per l’erogazione di questi fondi, e continueremo a farlo confrontandoci con chiunque abbia bisogno di chiarimenti.”

 

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