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Ecco un’altra “bravata” della politica.  Si tratta delle modifiche al “Testo unico in materia di indennità di carica, di funzione, di rimborso spese, di missione, di fine mandato e di assegno vitalizio spettanti ai Consiglieri regionali della Regione Basilicata”, approvato il 2 agosto scorso. Lo scherzo vale circa 450mila euro l’anno. Il provvedimento ha abolito l’obbligo per i Gruppi di rendicontare quasi 2mila euro, tradotto: “fatene ciò che vi pare. Non solo, ha aumentato l’importo delle somme a disposizione per le spese dei collaboratori consiliari. Dai 4.500 euro mensili assegnati ai consiglieri regionali per spese collegate all’attività politica non sono più decurtabili 1.500 euro da destinarsi, all’assunzione di collaboratori e portaborse. Le risorse a disposizione dei Gruppi per l’assunzione di personale passano da circa 40mila euro a 75mila euro all’anno.

Facili le polemiche che hanno disorientato i partiti di opposizione, specie nei pentastellati, i quali provano a giustificare il loro atteggiamento ondivago: approvano, si astengono e poi dichiarano di essere contrari. Per coerenza dovrebbero chiedere la revoca del provvedimento e fare chiarezza. Intanto, si arrampicano sugli specchi. Sbagliando. Se il provvedimento è utile o magari necessario perché tutto questo imbarazzo? La politica ha dei costi, la Politica però. La qualità si paga, la Qualità però.

Il dubbio sulla Qualità e sulla Politica, emerge quando leggiamo dell’altra modifica: l’eliminazione di una norma contro i salti della quaglia. In pratica si consente a chi lascia il Gruppo del partito in cui è stato eletto di costituirne uno alternativo personale, basta un solo componente, con un finanziamento di circa 30mila euro all’anno da utilizzare “per scopi istituzionali riferiti all’attività consiliare e a funzioni di studio, editoria e comunicazione”. Il provvedimento originario, invece, scoraggiava i cambi di casacca escludendo il finanziamento per i Gruppi composti da un solo Consigliere se non costituiti in concomitanza con l’esito delle elezioni.

Su queste faccende è facile fare del populismo sterile e alimentare strumentalizzazioni di ogni genere. Non è la prima volta. Si fa rumore e poi tarallucci, vino e smemoratezza. Si torna ai divani, tranquilli, tanto alle prossime elezioni non cambierà nulla.  Anzi, qualche consigliere cambierà, passando da una sedia all’altra, uscirà dal Gruppo in cui è stato eletto e farà il suo Gruppo personale. E poi nel 2029 sarà rieletto, dagli stessi elettori che hanno votato il partito da cui il consigliere è uscito. A parte l’ironia, questa modifica fa presagire una legislatura regionale molto agitata, in vista delle prossime elezioni politiche. Ne riparleremo: l’agitazione e i salti della quaglia, potrebbero diventare il preludio della fine anticipata del secondo mandato di Bardi e compagni, entro il 2027.

 

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