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La pausa estiva sta per concludersi ed è tempo di iniziare nuovamente i lavori per la prossima manovra di bilancio 2025. Il cammino per la definizione delle misure sarà scandito da molti appuntamenti cruciali e il primo di tutti è previsto per la fine del mese di settembre. Un appuntamento importante, se non fondamentale, in cui il Governo dovrà presentare la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, già approvato nel mese di aprile.
Inoltre, il Governo dovrà fissare gli obiettivi programmatici della nuova Legge di Bilancio.

Il prossimo appuntamento è fissato per la metà di ottobre, quando inizierà il dialogo con la Commissione UE. Inoltre, entro lo stesso mese, è atteso il giudizio delle agenzie di rating e l’Istat pubblicherà le stime sul Pil del terzo trimestre dell’anno.

Una volta approvata dal Consiglio dei Ministri, il Parlamento avrà due mesi di tempo per esaminare il testo, proporre modiche e votarlo entro la fine dell’anno.

Fatta questa carrellata di appuntamenti, di cui faremo maggiore chiarezza, nel testo passiamo al contenuto. Cosa prevede la manovra 2025?

Le tappe della manovra 2025

Dopo la pausa estiva, il primo appuntamento chiave atteso è il 27 settembre. Entro questa data, il Governo deve presentare la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Nadef).

Si tratta di un documento importante che aggiorna le previsioni economiche e finanza del Def, presentato ad aprile: queste costituiranno la base degli obiettivi programmatici della prossima Legge di Bilancio.

Il prossimo appuntamento è fissato al 15 ottobre, quando il Governo dovrà presentare alla Commissione europea e all’Eurogruppo il Documento programmatico di bilancio (Dpb): inizierà così il dialogo con Bruxelles.

Qualche giorno dopo, il 18 ottobre, arriverà il giudizio si contri pubblici italiani delle agenzie di rating Fitch e S&P.

Il 20 ottobre sarà presentato ufficialmente al Governo il disegno di legge di bilancio: parliamo della vera e propria ossatura della Legge di bilancio, con tutte le misure in essa contenute.

Quasi alla fine del mese di ottobre, giorno 30, l’Istat comunicherà la stima preliminare del Pil del terzo trimestre del 204.

Saltando al 30 novembre, la Commissione UE deve esprimere il primo parere sulla misura, al fine anche di verificare l’aderenza agli impegni presi sul fronte dei vincoli di finanza pubblica.
Infine, giungiamo al 31 dicembre: giorno in cui verrà dato l’ok definitivo alla manovra 2025.

Dimensioni e coperture della manovra di bilancio 2025

Gli step sono quelli indicati, ma passando al contenuto, vediamo subito le dimensioni e le coperture della prossima Legge di Bilancio.

Già noto da un po’, la manovra 2025 dovrebbe attestarsi sui circa 24-25 miliardi di euro. Una dimensione considerevole, anche alla luce del fatto che circa la metà delle risorse, ovvero 14 miliardi, serviranno per confermare il taglio del cuneo fiscale e la rimodulazione delle aliquote Irpef.

Ma ci sono le coperture? Il modo (forse) migliore al quale si punta per far cassa è la spending review per i ministeri e anche una sostanziosa revisione delle attuali detrazioni fiscali. Non si toccheranno le detrazioni relative ai redditi da lavoro, alla sanità e neppure quelle relative all’istruzione.

Inoltre, tra le ultime ipotesi circolanti c’è anche quella di una possibile emissione di nuovi titoli pubblici.

Taglio delle tasse

La riforma dell’Irpef a tre aliquote dovrebbe essere confermata, con risorse per circa 4,3 miliardi di euro. serviranno, però, ben altre risorse per estendere gli sgravi anche ai ceti medi con redditi fino a 50.000 euro: attualmente, la soglia massima è fissata a 40.000 euro.

Ciò sarà possibile, e dipenderà molto, dall’esito del concordato preventivo biennale. Una misura che, almeno allo stato attuale delle cose, rappresenta solo un’incognita.

Inoltre, si sta anche lavorando per l’incremento della flat tax per i lavoratori autonomi che, per il momento, si applica solo a un fatturato annuo fino a 85.000 euro.

Il punto sulle pensioni

Un tema caldissimo resta quello previdenziale. Quale sarà il destino delle pensioni? Alla fine dell’anno, terminerà Quota 103, la formula che permette di andare in pensione a 62 anni d’età e con il versamento di 41 anni di contributi.

L’unica certezza, almeno per il momento, è che non si dovrebbe ritornare alle regole della Legge Fornero.

Si starebbe lavorando all’introduzione di Quota 41, con un ricalcolo della pensione effettuato sulla base dei contributi versati e, ovviamente, con l’esclusione del metodo contributivo.

Misure attese

La domanda cruciale. Proviamo a dare una risposta, iniziando proprio da quelle misure che sembrano essere certe:

  • Proroga della riforma dell’Irpef a tre aliquote;
  • Proroga del taglio del cuneo fiscale, pari a 6 o 7 punti, rispettivamente per redditi fino a 25.000 euro o 35.000 euro;
  • Proroga delle detrazioni fiscali sulle ristrutturazioni edilizie.

Misure in bilico

Se le misure certe sono poche, sono tante quelle in forse. Le misure in scadenza alla fine dell’anno sono tante e, molte di queste, sono in bilico, essendo la loro proroga incerta.

Si pensi, per esempio, alla detassazione del welfare aziendale, fino alla decontribuzione per le lavoratrici madri.

Inoltre, sembra anche incerto il taglio del canone rai. Passando al bonus per l’edilizia, inoltre, tutto l’impianto sembrerebbe da rivedere.

Il nodo principale, come abbiamo già spiegato, resta quello sulle pensioni. Le opzioni pensionistiche in scadenza saranno prorogate?

Conclusioni

Dopo la pausa estiva, dal mese di settembre ricomincia il lungo e tortuoso cammino della manovra 2025. Sono diversi e difficili gli appuntamenti della Legge di Bilancio fino all’approvazione definitiva fissata al 31 dicembre 2025.

Passando al capitolo misure, ci sono molte conferme e sicurezze, come la riforma dell’Irpef e il taglio del cuneo fiscale, e molti forse e misure in bilico.

 

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