I magistrati indagano per turbativa d’asta con danno agli interessi finanziari della Comunità Europea, uno dei reati Pif, elencati nella direttiva UE 2017/1371. A sentire l’audio di quella telefonata, infatti, sembra di capire che già otto mesi prima che venisse avviata la gara per i lavori della Diga – l’opera che ha ricevuto in assoluto più fondi dal Pnrr – Toti sapeva già a chi sarebbe andato quell’appalto da un miliardo e 300 mila euro. A vincere – dopo una prima scadenza andata deserta fu il consorzio “PerGenova Breakwater” di cui fanno parte Webuild e Fincantieri Infrastructure (le stesse aziende che hanno ricostruito il ponte San Giorgio dopo il crollo del viadotto Morandi), in alleanza con Fincosit e Sidra.I due pm hanno incaricato il nucleo di polizia economica finanziaria della guardia di finanza del capoluogo ligure per gli approfondimenti investigativi dell’indagine, nata dagli esposti di Ermete Bogetti, ex procuratore regionale della Corte dei Conti e oggi attivista di Italia Nostra. Da Genova è stata trasmessa l’intercettazione del 21 settembre 2021 tra Toti e Spinelli, insieme a tutti gli atti dell’inchiesta per corruzione che il 7 maggio ha terremotato la Liguria. Il processo all’ex presidente, all’imprenditore e a Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’Autorità portuale, comincerà a novembre con il rito immediato.
Nella conversazione tra Toti e Spinelli i due parlano della Diga, la cui gara non era ancora stata bandita. Toti spiega a Spinelli: “La diga è fatta… è già in gara… Sappiamo già anche chi la fa… Secondo me vince Salini Fincantieri“. E in effetti è davvero così che va. Quella gara era finita nel mirino dell’Anac, l’Autorità anticorruzione, che aveva contestato ad Autorità portuale e Commissario per la diga (ruoli ricoperti da Signorini fino al suo passaggio in Iren) le procedure seguite per l’assegnazione dell’appalto. L’Anticorruzione aveva parlato di “anomalie che di fatto annullano i rischi di impresa dell’appaltatore e distorsione della concorrenza” ma anche la possibilità di ottenere automaticamente delle varianti in relazione alle problematiche geologiche collegate alle operazioni di basamento su fondali fangosi. Il consorzio escluso aveva fatto anche ricorso al Tar vincendo il primo grado. Il Consiglio di Stato, però, aveva dichiarato invece l’appalto regolare.
(di F. Q. – Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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