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Innovazione in Europa: uno stato dell’arte

L’Europa si trova in un momento cruciale per quanto riguarda l’innovazione. Nonostante le sfide storiche e strutturali, il panorama europeo sta vivendo una metamorfosi significativa, caratterizzata da una crescente valorizzazione della creatività e della tecnologia. In questa cornice, molte startup emergenti stanno affrontando il mercato con idee innovative e soluzioni audaci, ma c’è un’osservazione fondamentale da considerare: la necessità di una comunicazione chiara e incisiva.

Aikaterini Liakopoulou, investment advisor della Commissione Europea, evidenzia che, pur essendoci un fervore per le nuove tecnologie e per l’innovazione, manca spesso una strategia efficace per raccontare queste idee. Questa incapacità di comunicare le innovazioni potrebbe rappresentare un freno alla crescita e all’adozione di nuove soluzioni nel continente. Quando si parla di innovazione, non è solo l’idea a contare, ma anche come essa viene percepita e compresa dal pubblico e dagli investitori.

In questo contesto, il gap con gli Stati Uniti diventa evidente. Mentre nella Silicon Valley le storie di successo vengono curate e amplificate, in Europa rimaniamo indietro nel raccontare le nostre realizzazioni. Molti imprenditori europei hanno competenze tecniche e una visione innovativa, ma devono migliorare le loro capacità di narrazione per attrarre l’attenzione necessaria. È un compito ambizioso, ma non impossibile.

Per supportare questa transizione e favorire un ecosistema più robusto, è fondamentale investire nella formazione delle startup non solo sotto il profilo tecnico, ma anche nelle abilità di comunicazione. I programmi di mentorship e le scuole di leadership, come quella organizzata dall’European Leadership Academy, sono passi nella giusta direzione ma necessitano di essere ampliati e resi più accesibili a un pubblico più ampio.

È importante, quindi, coltivare una cultura che valorizzi non solo le competenze tecniche, ma anche la narrazione efficace. Solo così potremo accorciare le distanze con gli ecosistemi più sviluppati e attrarre investimenti vitali per il nostro futuro.

Formazione all’imprenditoria: sviluppo e sfide

Il cammino verso una solida formazione all’imprenditoria in Europa presenta diverse sfide e opportunità. È importante riconoscere la vitalità delle idee imprenditoriali che stanno nascendo in ogni angolo del continente, ma è altrettanto fondamentale analizzare le lacune che spesso limitano il pieno potenziale di queste iniziative. La cultura imprenditoriale è in fase di evoluzione, e ci sono segnali incoraggianti, come l’aumento dei programmi di mentorship e di incubazione, ideati per sostenere i giovani imprenditori.

Tuttavia, c’è ancora molto lavoro da fare. Confrontando l’Europa e gli Stati Uniti, emerge un consistente divario nella preparazione e nella formazione pratica dedicata all’imprenditoria. Negli Stati Uniti, le università e le organizzazioni di settore offrono corsi specifici, laboratori e risorse pratiche che preparano i futuri imprenditori ad affrontare le sfide del mercato. In Europa, questa preparazione è ancora in fase di sviluppo, portando alla mancanza di una base solida in termini di competenze imprenditoriali.

Un altro aspetto cruciale è l’assenza di modelli di riferimento, soprattutto per le donne. Le statistiche mostrano che le start up fondate da donne sono una minoranza nel panorama europeo, e la scarsità di leader femminili nelle posizioni di alta responsabilità nel mondo degli investimenti rende l’esperienza imprenditoriale ancora più complessa. Aikaterini Liakopoulou sottolinea l’importanza di creare un ecosistema che fornisca non solo formazione ma anche ispirazione per le donne, affinché possano vedere possibilità tangibili di successo e contribuire attivamente al panorama imprenditoriale.

Il riconoscimento delle competenze hard tra le donne è un aspetto positivo, ma è necessario integrarlo con competenze soft come la leadership, la gestione del team e, soprattutto, la comunicazione efficace. Queste abilità sono fondamentali non solo per la gestione delle start up, ma anche per la loro promozione. Senza una buona rete di comunicazione, anche le idee più brillanti possono svanire nell’ombra.

La chiave per affrontare queste sfide risiede in un approccio olistico alla formazione imprenditoriale. Ciò include:

  • Programmi di formazione accessibili e diversificati, che trattino non solo competenze tecniche, ma anche soft skills.
  • Iniziative di networking e mentorship che colleghino i nuovi imprenditori con esperti del settore, favorendo così uno scambio di esperienze e conoscenze.
  • Supporto alla creazione di role model, affinché più donne possano emergere nel panorama imprenditoriale, ispirando le generazioni future.
  • Investimenti pubblici e privati nelle scuole che preparano gli imprenditori, per garantire che le future generazioni siano equipaggiate con gli strumenti necessari per avere successo.

Focalizzandosi su questi aspetti, possiamo sperare di creare un ecosistema imprenditoriale più equo e più forte, dove ognuno, indipendentemente dal genere, possa sentirsi supportato e motivato a portare avanti le proprie idee. Il cambiamento è alla nostra portata; la formazione è la base su cui costruire un futuro imprenditoriale luminoso e inclusivo.

Il ruolo delle donne nel mondo delle start up

Nell’ecosistema delle start up europee, le donne giocano un ruolo cruciale, ma la loro presenza è ancora sottorappresentata. Questa disuguaglianza genera una serie di sfide sia per le imprenditrici che aspirano a far crescere le proprie idee, sia per l’intero mercato. Aikaterini Liakopoulou evidenzia come la scarsità di donne imprenditrici e di rappresentanza femminile nei finanziamenti sia un ostacolo significativo alla crescita di iniziative innovative.

Studi recenti mostrano come le start up fondate unicamente da donne ottengano meno del 3% degli investimenti totali disponibili, mentre quelle co-fondate da uomini godono di un supporto finanziario ben più consistente. Questa disparità non solo limita le opportunità per le donne nel settore, ma impoverisce anche l’intero ecosistema imprenditoriale, privandolo della diverse prospettive e innovazioni che solo la pluralità può fornire. La differenza di accesso ai finanziamenti rappresenta una delle principali sfide che le donne imprenditrici devono affrontare.

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Ma perché esiste questa disparità? È necessario approfondire e affrontare le problematiche alla radice. La mancanza di role model e di mentorship femminile crea un ciclo vizioso che perpetua la sottorappresentanza. Le donne spesso non riescono a vedere il proprio potenziale riflesso in ambito imprenditoriale, sentendosi isolate e prive di supporto. È qui che entra in gioco la necessità di creare reti di sostegno e comunità che possano offrire non solo destini di successo da seguire, ma anche una piattaforma per condividere esperienze, hardship e soluzioni.

La formazione gioca un ruolo determinante in questo contesto. Sebbene molte donne possiedano competenze hard notevoli, è altrettanto fondamentale investire nello sviluppo delle soft skills. Le abilità di comunicazione, di negoziazione e di gestione delle relazioni possono diventare un fattore differenziante nel percorso imprenditoriale. Promuovere corsi, workshop e programmi di mentorship ad hoc per donne è una strategia efficace per rispondere a queste lacune.

Inoltre, è cruciale lavorare per affinare la cultura imprenditoriale, andando oltre le barriere di genere. Uno degli obiettivi prioritari deve essere quello di educare tutti i soggetti coinvolti – investitori, mentor, e stakeholders – sull’importanza di una rappresentazione equilibrata e della diversità come motore di innovazione. L’inclusione non deve essere solo un’immagine socialmente accettabile, ma deve tradursi in azioni concrete, visibili e misurabili.

Alcuni percorsi positivi hanno già preso piede in Europa. Eventi di networking dedicati, programmi di accelerazione per donne e iniziative governative che favoriscono l’imprenditoria femminile stanno crescendo in numero e sostanza. Tuttavia, c’è ancora molto da fare, e la comunità imprenditoriale deve unirsi per affrontare la questione con determinazione. Solo così potremo aspirare a un futuro dove le donne non solo partecipano all’ecosistema delle start up, ma ne diventano pioniere, innovatrici e leader, apportando idee fresche e contribuendo in modo sostanziale allo sviluppo economico e sociale.

Affrontare il gap di genere nelle start up non è solo una questione di giustizia sociale, ma rappresenta anche un’opportunità unica di crescita e progresso per l’intero continente europeo. Promuovere la partecipazione delle donne all’intraprendenza innovativa porterà a risultati sorprendenti, stimolando non solo l’economia, ma anche la cultura imprenditoriale nel suo complesso.

Investimenti in start up al femminile: dati e tendenze

Nonostante il panorama delle start up europee stia evolvendo, il divario negli investimenti tra le start up fondate da donne e quelle co-fondate da uomini rimane una realtà allarmante. I numeri parlano chiaro: nel 2023, le start up fondate esclusivamente da donne hanno raccolto 44,5 miliardi di dollari, rappresentando solo il 2,1% del totale degli investimenti in start up. Questo dato evidenzia una soglia critica che deve essere affrontata, poiché le idee innovative delle donne sono spesso sottovalutate e trascurate, a causa di pregiudizi di genere e di una mancanza di rappresentanza nei tavoli decisionali.

Un’analisi più approfondita rivela che la situazione non migliora se si considerano gli investimenti in start up con la partecipazione maschile. Infatti, quando un uomo è cofondatore di una start up, il volume degli investimenti tende a salire in modo significativo. Durante gli ultimi 16 anni, solo il 12,9% degli investimenti totali è andato a start up fondate esclusivamente da donne. Questo dato, pari a 40,2 miliardi di dollari in 9.195 operazioni, mette in evidenza non solo una differenza di trattamento, ma anche l’urgenza di prendere provvedimenti per colmare questo gap.

È evidente che le start up al femminile affrontano una vera e propria battaglia per ottenere visibilità e supporto. Molti investitori sono prevalentemente uomini e spesso inconsapevolmente tendono a favorire le proposte di lavoro maschile. Aikaterini Liakopoulou sottolinea che questa difficoltà di accesso agli investimenti non si basa su una scarsa qualità delle idee e delle proposte, ma piuttosto su una mancanza di fiducia radicata. Mentre gli Stati Uniti hanno avviato iniziative per affrontare queste disuguaglianze, in Europa è necessaria un’azione collettiva che coinvolga tutte le parti in causa.

Il potenziale delle startup femminili va oltre il semplice incremento del numero di fondi investiti. Queste iniziative, purtroppo invisibili, possono portare nuove prospettive e soluzioni innovative che arricchiscono il panorama economico europeo. Di conseguenza, è fondamentale iniziare a interrogarsi su come gli investimenti possano essere inclusivi e sostenere in modo equo tutte le voci, tutte le idee, affinché ogni imprenditrice possa avere l’opportunità di vedere realizzati i propri sogni.

Alcuni approcci strategici per contrastare questo problema includono:

  • Sensibilizzazione degli investitori: Educare la comunità degli investitori sulla necessità di diversificare i portafogli, spiegando i vantaggi economici e sociali di investire in aziende fondate da donne.
  • Iniziative governative: Sostenere politiche che incentivino le convivenze mixte in realtà imprenditoriali, oltre a programmi specifici che garantiscano accesso preferenziale a risorse e finanziamenti.
  • Networking e alleanze: Creare reti di supporto tra donne imprenditrici e investitori, dove si possano condividere esperienze, e soprattutto, dove le donne possano raccontare in prima persona il valore delle loro idee.
  • Fondi dedicati: Creare fondi specifici investiti da donne e destinati a start up guidate da donne. Questo approccio non solo promuove una maggiore equità, ma stimola anche un ecosistema più diversificato e inclusivo.

Le tendenze indicano che il cambiamento è in atto, anche se lentamente. Ci sono segnali di incoraggiamento, con crescente attenzione verso l’imprenditoria femminile da parte di acceleratori e programmi di investimento. Tuttavia, è cruciale non fermarsi. Dobbiamo continuare a spingere per una rappresentanza paritaria che non solo faccia crescere il numero di investimenti, ma che migliori anche le possibilità per le donne di entrare in un mercato imprenditoriale più equo. Il cammino è lungo, ma ogni passo verso questa direzione è un passo verso un futuro più luminoso e giusto per tutti.

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Il gap con l’ecosistema americano: cause e soluzioni

Il confronto tra l’ecosistema europeo e quello americano per quanto riguarda l’innovazione è una questione che suscita molte preoccupazioni e domande. Molti imprenditori nostrani sentono il peso di un divario difficile da colmare, soprattutto quando si tratta di accesso ai finanziamenti, visibilità e supporto da parte di investitori. Ma quali sono veramente le cause di questo gap? E quali soluzioni possiamo adottare per avvicinarci a un modello di ecosistema più equilibrato come quello statunitense?

Una delle ragioni principali della disparità è la cultura imprenditoriale. Negli Stati Uniti, la narrazione imprenditoriale è una parte fondamentale dell’identità nazionale. Le storie di “unicorn” e di start up che hanno raggiunto il successo planetario vengono amplificate e celebrata, creando una sorta di mito collettivo attorno all’imprenditoria. In Europa, al contrario, anche quando ci sono storie di successo, queste non sono sempre visibili o non ricevono la stessa attenzione mediatica. Questo riflette una difficoltà nel comunicare e valorizzare le innovazioni europee, lasciando spesso al margine le iniziative che meritano riconoscimento.

A ciò si aggiunge la questione dei finanziamenti. In Europa, gli investimenti dedicati alle start up rimangono sotto il livello degli Stati Uniti. Questo è particolarmente evidente quando parliamo di start up femminili, dove i numeri sono desolanti. La maggior parte degli investimenti è in mano a uomini che tendono a dare priorità a progetti guidati da co-fondatori maschi. Questo porta a una situazione in cui le idee innovative al femminile faticano a emergere e ad ottenere il supporto che meritano.

Per trasformare realmente questo panorama, è necessario un approccio multilaterale. Prima di tutto, occorre promuovere una cultura della narrazione che migliori la visibilità delle start up europee. Le aziende devono investire in attività di marketing e storytelling che riescano a trasmettere l’unicità e l’innovatività delle loro proposte. Creare campagne che raccontino il valore delle idee imprenditoriali europee non solo aiuterà ad attrarre investitori, ma contribuirà anche a costruire una comunità di supporto intorno a queste iniziative.

In parallelo, è fondamentale lavorare sul networking e sulla formazione. Creare reti di sostegno tra start upper e investitori che favoriscano l’incontro di talenti e la condivisione delle opportunità è cruciale. Ciò può includere l’organizzazione di eventi di pitch dedicati, in cui imprenditori emergenti possano presentare le loro idee a una platea di investitori e esperti del settore. Programmi di mentorship possono ulteriormente rafforzare le competenze necessarie per autonomizzarsi all’interno di un mercato competitivo.

Inoltre, è imperativo far evolvere il modo in cui vengono attribuiti i finanziamenti, affinché siano inclusivi e rappresentativi. Gli investitori devono essere sensibilizzati sulla necessità di supportare un numero più ampio di iniziative, senza pregiudizi di genere o di altro tipo. La creazione di fondi dedicati alle start up al femminile può rivelarsi una strategia efficace per superare le barriere esistenti e incoraggiare l’innovazione diversificata.

Infine, le istituzioni pubbliche hanno un ruolo chiave nel promuovere politiche che incentivino l’accesso ai finanziamenti e migliori condizioni di crescita per le start up europee. Sostenere iniziative di co-finanziamento e creare agevolazioni fiscali per gli investimenti nelle start up è una strada da percorrere per accorciare il divario con i modelli americani.

È chiaro che ridurre il gap con l’ecosistema americano non è un compito facile, ma è un obiettivo raggiungibile. Lavorando insieme, unendo le forze tra imprenditori, investitori e istituzioni, possiamo costruire un ecosistema imprenditoriale europeo più solido, inclusivo e competitivo. Le sfide ci sono, ma il potenziale è enorme e il cambiamento è possibile, se lo desideriamo con determinazione e impegno.

L’importanza della comunicazione nell’innovazione

Quando si parla di innovazione, non si può certo ignorare l’importanza della comunicazione. Le idee brillanti hanno bisogno di una voce che le racconti e di una narrazione che le renda accessibili e attraenti. In Europa, sebbene le competenze tecniche siano in costante crescita, spesso si riscontra una mancanza di capacità nel comunicare queste innovazioni in modo efficace. Aikaterini Liakopoulou evidenzia come la comunicazione diventi un elemento cruciale, tanto quanto l’idea stessa. Essere in grado di raccontare in modo coinvolgente può fare la differenza tra il successo e l’oblio di un progetto.

Questo deficit comunicativo si traduce spesso in un’opportunità persa per gli investitori e il pubblico. Senza una narrazione convincente, le startup europee faticano a emergere all’interno di un panorama competitivo affollato. Gli investitori, guidati da una cultura imprenditoriale che premia la visibilità, tendono a preferire proposte che già si distinguono nel mercato. Questo genera un circolo vizioso: le startup che non riescono a comunicare il loro valore e la loro innovatività non ottengono il supporto necessario per crescere, rimanendo quindi invisibili.

La situazione è ulteriormente aggravata dal confronto con gli Stati Uniti, dove l’arte dello storytelling imprenditoriale è parte integrante della tradizione. Le storie di successo americane non sono solo narrazioni, ma veri e propri casi di studio che attraggono l’attenzione globale. In Europa, invece, è fondamentale creare una cultura comunicativa che celebri e promuova le storie di successo locali, affinché possano ottenere lo stesso riconoscimento.

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Investire nella formazione delle startup non deve quindi limitarsi all’acquisizione di competenze tecniche, ma deve essere affiancato da un forte focus sulla comunicazione. Per rispondere a questa sfida, alcuni suggerimenti pratici possono includere:

  • Corsi di narrazione e storytelling: Offrire formazione specifica per gli imprenditori che desiderano sviluppare le loro abilità comunicative e imparare a presentare le loro idee in modo chiaro e accattivante.
  • Laboratori di comunicazione interattiva: Creare ambienti dove gli imprenditori possano esercitarsi nel presentare i loro progetti a diverse audience, ricevendo feedback costruttivo e supporto.
  • Eventi di networking e pitching: Promuovere manifestazioni dove le startup possano presentare le loro idee a investitori e alla comunità, favorendo così la creazione di legami e alleanze strategiche.
  • Cammini di mentoring: Curare percorsi di mentoring che includano esperti di comunicazione e marketing, affinché le startup possano apprendere le migliori pratiche e applicarle al loro lavoro.

Questo approccio, incentrato sulla comunicazione, non solo aiuterà le startup a conquistare visibilità, ma contribuirà a costruire un ecosistema più forte e interconnesso. Le storie di innovazione meritate di essere raccontate, e ogni imprenditore dovrebbe sentirsi supportato nel condividere la propria visione. Solo attraverso un racconto efficace, l’Europa potrà colmare il divario con altre realtà imprenditoriali e valorizzare appieno il potenziale delle proprie idee.

Verso un futuro più equilibrato: opportunità per donne e start up

Viviamo un’epoca di trasformazione e le opportunità per le donne nel mondo delle start up sono più promettenti che mai. Tuttavia, il percorso verso un futuro equilibrato richiede un impegno collettivo e la consapevolezza che ci sono ancora molte sfide da affrontare. È fondamentale riconoscere i talenti e le potenzialità che le donne possono portare al mondo imprenditoriale, contribuendo a creare un ecosistema dove sia garantita una rappresentanza equa.

Le statistiche parlano chiaro: le start up fondate da donne non solo sono sottorappresentate, ma ricevono anche una frazione minima degli investimenti disponibili. Questo non è solo un problema di giustizia sociale, ma una perdita per il mercato in termini di innovazione e crescita. Ogni idea non supportata è un’opportunità mancata di crescita per l’intera economia. Quindi, che tipo di cambiamento possiamo aspettarci e come possiamo favorire un ambiente dove le donne possano prosperare?

È necessario costruire reti di supporto solide per le donne imprenditrici. Le comunità e le associazioni possono giocare un ruolo cruciale nell’offrire mentorship, formazione e accesso alla rete di contatti invaluable. Le donne devono sentirsi parte di un collettivo, dove le esperienze condivise possono fungere da catalizzatore per l’innovazione e l’imprenditorialità. In questo contesto, eventi e programmi di networking possono rivelarsi estremamente efficaci per creare legami tra aspiranti imprenditrici e investitori disposti a scommettere su nuove idee.

Ad esempio, incoraggiare iniziative come hackathon o competizioni di pitch specificamente per fondatrici donne può contribuire a far emergere idee brillanti, mentre allo stesso tempo aumenta la visibilità delle donne nel panorama imprenditoriale. Ciò non solo offre immediati benefici in termini di esposizione, ma stimola anche un cambiamento culturale, spingendo a una maggiore inclusione all’interno dell’ecosistema delle start up.

Un’altra opportunità fondamentale è quella di rafforzare la formazione imprenditoriale. I corsi che si concentrano non solo sulle competenze tecniche, ma anche sulle soft skills, come la leadership, la negoziazione e la comunicazione, sono essenziali. Le donne devono essere equipaggiate non solo per avviare una start up, ma anche per gestirla con successo e difendere le loro idee in modo efficace. Investire nella formazione specifica per le donne, attraverso associazioni e programmi di accelerazione, può diventare un motore di cambiamento potente.

Inoltre, il sostegno da parte delle istituzioni è cruciale. Le politiche governative dovrebbero prevedere un impulso agli investimenti nelle start up femminili, attraverso incentivi e leggi che promuovano la diversità nelle aziende. Strumenti come fondi dedicati o misure fiscali per chi investe in imprese a maggioranza femminile potrebbero aprire porte a numerosi progetti innovativi. La creazione di spazi protetti in cui le donne possano presentare le loro idee senza pregiudizi è un passo fondamentale per garantire che nessuna grande idea venga trascurata.

Creare un ambiente favorevole per le donne nel mondo delle start up non significa solo alzare la voce, ma anche ascoltare attentamente le loro esperienze e bisogni. Le donne devono essere invitate a partecipare a tavoli decisionali, partecipando alla definizione delle politiche che influenzano il loro percorso imprenditoriale. La diversità non dovrebbe essere vista come un obbligo, ma come un’opportunità di apprendimento e innovazione.

Infine, è essenziale celebrare e mettere in evidenza i successi delle donne nel settore. Raccontare storie di imprenditrici che hanno superato le sfide e raggiunto traguardi significativi aiuta non solo a ispirare le nuove generazioni, ma anche a sfatare i miti e le percezioni negative che circondano l’imprenditoria femminile. Incrementare la visibilità delle donne di successo nel panorama imprenditoriale funge da esempio per molte altre, dimostrando che il successo è raggiungibile e che la sfida vale la pena affrontarla.

Il cammino verso un futuro più equilibrato è possibile, e ci sono segnali positivi di cambiamento. Attraverso un lavoro collettivo di sostegno, educazione e cambiamento culturale, possiamo costruire un ecosistema dove le donne e le loro innovazioni prosperano, contribuendo a un panorama imprenditoriale vibrante e inclusivo.»

 

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