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Il 50% della forza lavoro globale ha bisogno di migliorare o riqualificare le competenze. Entro il 2030, il World Economic Forum prevede che la percentuale salga al 90%. Se non si affronta il problema, il Pil mondiale potrebbe perdere fino a 15 trilioni di dollari entro il 2030.

In questo preoccupante quadro è cruciale per i governi intervenire per invertire la rotta e rispondere alle sfide di mercato. In un’analisi di Bgc per il World Economic Forum si delinenano le tre azioni.

1. Costruire una piattaforma di competenze digitali

I governi devono realizzare una piattaforma che raccolga tutte le parti interessate persone in cerca di lavoro, datori di lavoro e agenzie di di formazione e lavoro per consentire ai disoccupati di trovare lavoro, programmi di qualificazione e opzioni di finanziamento e, allo stesso tempo, ai datori di lavoro le figure giuste. Inoltre consentirebbe alle agenzie di formazione di commercializzare i loro programmi. Inoltre, utilizzando sistemi di intelligenza artificiale la piattaforma potrebbe:

  • incrociare in real time  la domanda e l’offerta di lavoro;
  • verificare le competenze attraverso valutazioni automatizzate, certificazioni e badge digitali;
  • migliorare il processo di selezione dei candidati per i datori di lavoro;
  • elaborare piano di aggiornamento personalizzati.

Il governo francese, ad esempio, ha lanciato Mon Compte Formation, una piattaforma digitale per la formazione professionale e lo sviluppo delle competenze. Il sistema consente alle persone in cerca di lavoro e ai dipendenti di aprire un account di formazione personale, iscriversi ai corsi scegliendo in un catalogo di fornitori qualificati e ricevere una guida alla carriera. La piattaforma riporta anche le fonti di finanziamento disponibili per aiutare le persone a pagare i corsi.

2. Promuovere la formazione continua

Le persone tendono a investire nella formazione continua fino ai 20 anni nonostante sia essenziale per la carriera, l’occupabilità e la qualità della vita. Per aiutare le persone a cambiare mentalità, i governi possono adottare norme per il congedo educativo retribuito, offrire crediti da spendere in programmi di reskilling e upskilling e creare schede per monitorare la tiplogia e la qualità delle skill acquisite.

In Germania sono previsti cinque giorni di congedo annuale retribuito per la formazione accreditata. La misura “Upskilling cheques” offre inoltre un sostegno finanziario per la formazione, spesso fino a 1.000 euro o fino al 50% delle spese sostenute.

Per incoraggiare, invece, i i datori di lavoro ad adottare un approccio proattivo e a lungo termine sul fronte competenze, i governi devono puntare su incentivi ad hoc come il credito di imposta sulla formazione e sussidi una tantum per sponsorizzare programmi di aggiornmento.

In questo contesto è cruciale il ruolo dell’istruzione superiore non universitaria. Gli Istituti di Tecnologia (IoT) nel Regno Unito ne sono un esempio. Finanziati dallo Stato con  290 milioni di sterline, sono amministrati da board ai quali partecipano anche le imprese, il che consente di rendere più facile ed efficace il matching tra domanda e offerta di lavoro e costruire una pipeline di talenti pronta per il futuro.

3. Costruire l’occupabilità e le competenze imprenditoriali

Il panorama del lavoro oggi è caratterizzato da un divario nelle capacità di occupabilità, cruciali non solo per la transizione scuola-lavoro ma anche per il successo della carriera a lungo termine. Un sondaggio Cmi ha mostrato che quasi l’80% dei datori di lavoro del Regno Unito ritiene che i neolaureati abbiamo competenze pronte per il lavoro. Nei mercati emergenti, dove i tassi di lavoro autonomo sono fino al 30-50%, la domanda di competenze imprenditoriali è elevata.

Diversi governi stanno quindi adottando misure per costruire processi di occupabilità e imprenditorialità su larga scala. Il programma di formazione per le competenze dell’occupabilità australiane aiuta le persone a sviluppare l’autoimprenditorialità e al contempo li supporta nella ricerca di un lavoro dipendente.Il governo indiano, attraverso il Ministero delle Micro, Piccole e Medie Imprese, offre programmi per formare la nuova generazione di imprenditori.

 

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